Nuova viabilità Corso, opposizione all’attacco: “Fallimentare” foto

L’intervento viabilistico sulla prima parte di Corso Vittorio Emanuele a Piacenza (dal tratto dalla rotonda-intersezione con via Palmerio all'intersezione con lo Stradone Farnese) ha tenuto banco nella seduta del consiglio comunale

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L’intervento viabilistico sulla prima parte di Corso Vittorio Emanuele a Piacenza (dal tratto dalla rotonda-intersezione con via Palmerio all’intersezione con lo Stradone Farnese), dopo le polemiche degli ultimi giorni, ha tenuto banco anche in apertura della seduta del consiglio comunale.

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E la minoranza non ha risparmiato critiche all’operato del Comune, mettendo nel mirino in particolare la nuova ciclabile e la sua delimitazione, con quei paletti (nelle foto) che hanno fatto stocere il naso a molti e l’ormai famigerato cordolo che sarebbe responsabile di alcuni incidenti e cadute.

Ad “aprire il fuoco” è stato Massimo Polledri (Lega): “Si è superato il limite del ridicolo – ha detto senza mezzi termini – ho accompagnato in città alcune persone che mi hanno chiesto se si trattasse di un casello autostradale; si parla di sperimentazione, ma le sperimentazioni sono tali se ci si mette un briciolo di sale in zucca e se non durano anni. Non è possibile tenere Piacenza con esperimenti come in via IV Novembre con pezzi di plastica per due anni”.

“Qual è – ha rincarato la dose Marco Colosimo (Pc Viva) – l’esatta definizione del termine temporaneo? Spesso nella nostra città si ha l’idea che le cose temporanee siano in realtà definitive e non studiate. Sul Corso la pista ciclabile come è stata realizzata fa schifo, è scomoda e insicura”.

“Ho paura – ha aggiunto Erika Opizzi (Fratelli d’Italia), che la sperimentazione sia solo un giochino per tenere calmi gli animi – sul Corso l’operazione fatta è fallimentare sotto tutti i punti di vista”.

Sulla stessa linea anche Paolo Garetti (Sveglia): “Una delle vie più belle di Piacenza è stata deturpata, interventi simili non si fanno neanche per i lavori in corso in autostrada; io avrei aspettato e fatto tutte le valutazioni per il bene di chi utilizza quella strada e anche per chi solo la vede arrivando nella nostra città”

Secondo Giovanni Botti (Pdl) “a Piacenza in bici si è sempre girato senza bisogno di strane invenzioni; vista la sua conformazione, in centro storico il concetto di ciclabile non può convivere, senza dimenticare che le uniche vere ciclabili sono quelle in direzione della Besurica e in via IV Novembre”.
 
“Serve un piano integrato del traffico che tenga conto della città del suo complesso” – ha affermato Mirta Quagliaroli (5Stelle), appoggiata dal collega Andrea Gabbiani che ha chiesto alla maggioranza di avviare “un percorso con professionisti per verificare la viabilità di Piacenza in un contesto unico e non per spot o vie singole”. 

Alle critiche ha risposto la maggioranza, a partire dal capogruppo Pd Claudio Ferrari: “Si tratta di una fase transitoria per capire se la nuova viabilità può o meno funzionare, pensiamo che alla fine tutta la zona potrà essere più vivibile per pedoni e ciclisti”.

“Oggi, con sempre meno risorse a disposizione, – ha aggiunto Giovanni Castagnetti (Pcini per Dosi) – si cercano di tamponare le falle e limitare la stupidità delle persone, cercando di salvare vite umane. Purtroppo non siamo nè in Germania, né in Olanda o in Danimarca, molto spesso qui le regole non valgono e noi dobbiamo far fronte a questa situazione”.

Da Guglielmo Zucconi (Misto) la proposta di pedonalizzare totalmente il tratto di Corso interessato: “In futuro la viabilità potrà avere un solo nome: bicicletta. Noi dobbiamo in qualche modo pilotare questo cambiamento: non si può più andare in macchina, dobbiamo farcene una ragione. Piacenza si attraversa in 30 minuti, per come è strutturata non ha alternative alla pedonalizzazione e alle biciclette”.

INTERROGAZIONE DI PUTZU SUI COSTI – “Quanto si è speso per i lavori sulla prima parte del Corso?” A chiederlo con una interrogazione è il consigliere comunale Filiberto Putzu (Forza Italia).

Secondo Putzu l’intervento, “con la posa di cordoli, paletti e manufatti vari” ha “dal punto di vista estetico tutte le caratteristiche dell’orrido e ha provocato ravvicinate plurime cadute di ciclisti e motociclisti”
 
“Ricordando – scrive – che sulla stampa locale l’assessore Cisini ha dichiarato – su risposta a obiezioni e domande – che per la sistemazione di un marciapiede occorrono soldi (che il Comune non avrebbe) ed un iter di 2 anni, chiedo di conoscere a quanto ammontano le risorse economiche complessivamente spese per trasformare il citato tratto (segnaletica, posa e rimozione di parigine, posizionamento di cartellonistica, cordoli e manufatti vari) a far data dall’inizio lavori , dapprima per “mettere in sicurezza” la pista ciclabile e successivamente per trasformarla a senso unico automobilistico; altresî che il totale delle suddette spese venga dettagliato per lavori effettuati, importi e date”.

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