10+1 cose da fare a Piacenza almeno una volta per Ferragosto 

Abbiamo preso spunto dal "manuale" di Emanuela Albanese, Giovanni Battista Menzani, Chiara Ferrari e Claudia Ratti, edito da Officine Gutenberg, per suggerirvi come godere al meglio dell'estate piacentina.

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Se ci sono 101 cose da fare a Piacenza almeno una volta all’anno è senz’altro vero che ci sono anche 10 e 1 cose da fare assolutamanete a Ferragosto per chi resta in città.

Abbiamo preso spunto dal “manuale” di Emanuela Albanese, Giovanni Battista Menzani, Chiara Ferrari e Claudia Ratti, edito da Officine Gutenberg, per suggerirvi come godere al meglio dell’estate piacentina. Ecco 10 +1 appuntamenti e consigli riportati nella guida e selezionati per voi.

1 Vincere la fiacca e lasciarsi abbagliare dalle cascate del Perino: “…Navigate sulla Route 45 in direzione Bobbio-Genova e giunti a Perino svoltate in direzione passo del Cerro-Bettola-Calenzano. Mentre vi addentrate nel paesaggio non domandatevi dove siete, vi basti realizzare di stare così lontani da un qualsiasi contesto urbano da non ricordarvi più nemmeno come sianno fatte le città”.

2- Fare casino a un concerto dei “Cani della Biscia”: “…band piacentina che nasce alla fine del 2010 da un’intuizione a suo modo geniale, iniziando cioè a mescolare le melodie italiane del ‘900 alle atmosfere da balera più veraci”. La sera del 14 agosto appuntamento a Cerignale.

3- Andare al mare a Rivergaro: “Nonostante i soli 140 metri di altitudine sul livello del mare, grazie alla presenza del fiume e delle prime dolci colline preappenniniche, risente del refrigerio dell’acqua e consente di trovare ristoro dalla calura cittadina”.

4- Ballare il liscio alle sagre estive: almeno un tentativo va fatto, anche se si è under 40 e poco amanti del genere, le occasioni nel Piacentino abbondano, “…non vi resta che dotarvi del vestito della festa, di un polsino detergi-sudore e soprattutto di scarpe comode”

5- Il rito del pic nic al Parco Provinciale: “…anche il Parco Provinciale del Monte Moria ha il suo perché. L’area protetta è un vasto altopiano di crinale compreso tra le valli dei torrenti Chero e Arda, quasi completamente coperto di boschi…”. E per smaltire l’abbuffata si può raggiungere a piedi la vetta del monte Croce dei Segni.

6 Emozionarsi sulle rocce di Brugnello: “Arroccato su uno sperone di roccia a 464 metri a strapiombo sul Trebbia, proprio dove il fiume s’insinua in un’ansa creando un canyon spettacolare, il borgo ha mantenuto l’architettura originaria…si giunge, seguendo un acciottolato fiabesco, alla chiesa dedicata ai SS.Cosma e Damiano…”
 
7 Mescolarsi agli intellettuali del Festival del Cinema di Bobbio: “La capitale della Val Trebbia si popola di artisti, attori, registi, oltre che di critici di testate nazionali e addetti ai lavori, e infine di curiosi e appassionati che movimentano la quieta paesana e rendono particolare il momento da sempre prezioso del Festival: il confronto diretto post-proiezione tra il pubblico e il regista…”

8 Sbrodolarsi con una fetta d’anguria: non solo per onorare la bontà del frutto che cresce in abbondanza nel Piacentino, ma anche per un tour della memoria dei pomeriggi estivi della nostra infanzia, alla Proust maniera. “Vi ricordate quando, da bambini, la mangiavate durante la passeggiata serale in bici con mamma e papà…”

9 Andare a caccia di bargnoli tra le siepi della provincia: non è mai troppo presto per tentare. ”…Da questi arbusti, dopo che sono spuntati prima i fiori bianchi e poi le foglie, maturano dei frutti nerastri con un nocciolo piccolo e tanta polpa dal sapore acido…setacciate le siepi, dunque, seguite le rive dei canali perdetevi nelle calaie meno battute e troverete il vostro tesoro”

10 Fare jogging sul Facsal (facendo finta di essere a Central Park): tenersi in forma attraversando la storia “… il percorso è piacevolmente inserito aqll’interno della cinta muraria rinascimentale , fatta erigere per volontà della famiglia Farnese nel XVI secolo e tra i capolavori dell’architettura militare del periodo…”

11- Cercare la Toscana tra le colline della Luretta: “…zona rinomata per i suoi dolci declivi coperti di campi coltivati, vigneti e boschi di faggi e castagni, per il suo panorama quasi incontaminato…e per un’atmosfera di rilassatezza, oltre ovviamente alle specialità enogastrono

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