300 scout “ripopolano” l’alta Valtrebbia e Valnure FOTO foto

Sono gli scout arrivati nel piacentino per i campi estivi nei prati di Metteglia, Castelvetto e Ciregna, in comune di Cortebrugnatella e Ferriere

Vengono da Valmadrera (Lecco), Cento (Ferrara), Varese, Nonantola (Modena), Piacenza, Codogno (Lodi) e in ben due gruppi di oltre 100 ragazzi da Verona. 

Sono gli scout arrivati nel piacentino per i campi estivi nei prati di Metteglia, Castelvetto e Ciregna, in comune di Cortebrugnatella e Ferriere: otto diversi gruppi, tre differenti associazioni Scout (Agesci, Cngei e Scout Ranger), per un totale di oltre 300 ragazzi e ragazze, che tra la fine di luglio e la metà di agosto portano vita ed allegria in aree altrimenti solitarie e disperse. E sono tanti quelli che non hanno potuto trovare posto a causa delle tante richieste.

 Ormai è il sesto anno di questa esperienza, che permette a tanti giovani e giovanissimi provenienti da tutto il nord-Italia di godere della bellezza e della tranquillità di queste montagne, e di svolgervi un importante attività educativa.

La Promessa Scout, chiesta solennemente a tutti i dodicenni, esprime infatti l’impegno di ciascuno, e indica gli orizzonti di questo compito educativo: “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio paese; per aiutare gli altri in ogni circostanza; per osservare la Legge scout”.

La promessa è la medesima per tutti: gli scout sono oltre 38 milioni, e sono presenti in 216 paesi e territori del mondo. I campi-scout coinvolgono ragazzi e ragazze di età compresa fra i 12 e i 15 anni: sono divisi in gruppetti, le cosiddette squadriglie o pattuglie, nelle quali i più grandicelli vengono educati alla responsabilità dell’intero gruppetto e alla cura dei più piccoli.

Insieme devono lavorare, innalzando la tenda canadese, magari su un tavolato sotto al quale viene poi costruito il tavolo con le panche, e, a fianco, il “fornello”, fatto di legno fango e sassi.

Si cucina rigorosamente sul fuoco a legna, a volte si realizza perfino un forno per il pane e la pizza, e i cuochi sono i ragazzi stessi. Nelle costruzioni non si usano chiodi ma solo corde per legare pali e assi, così da esercitarsi nella manualità.

La giornata trascorre tra attività pratiche, gioco, riflessione, preghiera e soprattutto amicizia. Ogni tanto vi sono uscite nelle quali iniziarsi all’orientamento e al camminare insieme, talvolta per due giorni di seguito, chiedendo ospitalità per la notte nei paesi che vengono raggiunti.

Al loro fianco una nutrita pattuglia di adulti (in media uno ogni cinque ragazzi) che li accompagnano e li guidano in questa formazione della loro personalità, e in seconda fila, ma non per questo meno importanti, la gente di Metteglia e Ciregna e delle frazioni circostanti che, con la loro disponibilità e ospitalità, assistono e accompagnano le attività supportando logisticamente i ragazzi.

Grazie alla loro simpatia e vivacità l’estate di questi monti non è più la stessa.

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