A Piacenza crescono i birrifici artigianali, oltre 40 le etichette

E’ stata l’agribirra, espressione di una filiera corta che incontra sempre di più le esigenze del consumatore, la protagonista dell’aperitivo di Campagna Amica alla Festa della Trebbiatura di Predalbora di Farini (Piacenza)

Più informazioni su

Ambrata al ginepro, rossa doppio malto, doppio malto al miele e birra di frumento.

E’ stata l’agribirra, espressione di una filiera corta che incontra sempre di più le esigenze del consumatore, la protagonista dell’aperitivo di Campagna Amica alla Festa della Trebbiatura di Predalbora di Farini (Piacenza) che è andata in scena domenica nell’antico borgo vicino a Groppallo nell’alta Valnure grazie alla Proloco e con la collaborazione di Coldiretti e del Consorzio Agrario Terrepadane.

Il fenomeno della birra artigianale, fa sapere Coldiretti Piacenza, definita per la prima volta nell’ordinamento italiano proprio recentemente all’interno del collegato agricolo, ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni, basti pensare che nel 2007 nella nostra provincia vi era una sola realtà produttiva mentre oggi se ne contano 7, che offrono oltre 40 tipologie di birra differenti.

Oltre a contribuire all’economia, la birra artigianale rappresenta – sottolinea Coldiretti – una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni che  vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub (birrifici con annessi locali di vendita) o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica e le Oasi come quella realizzata a Predalbora in occasione della festa della Trebbiatura.

“Le aziende agricole in vendita diretta, ha spiegato Giacomo Delmolino presidente di sezione di Farini, simbolo del tessuto economico di questi territori difficili ma di valore, hanno animato la giornata nel paesino di montagna disabitato, dove non più di 50 anni fa, risiedevano e trovavano di che vivere oltre 100 persone e che invece oggi sopravvive grazie al presidio di due sole aziende agricole.”

Tante le iniziative a corredo del momento di festa, dagli stand gastronomici che hanno cucinato i piatti della tradizione, alla rievocazione delle antiche pratiche agricole come il battere delle verghe sul grano, per estrarre i grani dalle spighe e la trebbiatura manuale per separare la granella dalla paglia, i mulini a pietra per trasformare i cereali in farine e poi la carbonaia fatta come una volta, per trasformare la legna in carbone.

E ancora negli angoli del paese sono tornati gli artigiani con gli antichi mestieri dal falegname al maniscalco, all’impagliatura delle sedie, l’esposizione dei trattori d’epoca e alcuni laboratori per i più piccini. Ad allietare la comunità, che nel pomeriggio è tornata a pregare nella chiesetta di S. Giovanni Battista, la musica tradizionale della montagna.
 

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.