Castelbosco e “museo della merda” sul New York Times foto

L’azienda agricola Castelbosco di Gragnano (Piacenza) aveva già guadagnato in passato visibilità internazionale grazie alla realizzazione artistica che ha trasformato i biodigestori in opere d’arte

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L’AZIENDA CASTELBOSCO SUL THE NEW YORK TIMES MAGAZINE – La nota di Confagricoltura Piacenza

Il mondo intero parla dell’impresa agricola che ha fatto del riciclo dei reflui una forma d’arte
 
L’azienda agricola Castelbosco di Gragnano (Piacenza) di Gianantonio e Tina Locatelli aveva già guadagnato in passato visibilità internazionale grazie alla realizzazione artistica che ha trasformato i biodigestori in opere d’arte dipinte da David Tremlett.

La vocazione al riciclo, la sostenibilità che diviene funzionale ed essenza del design più contemporaneo l’hanno portata a far parlare ancora di sé persino sul The New York Times, che in un articolo uscito sul magazine del 29 agosto, a firma di Christine Smallwood, racconta come il “Museo della merda” realizzato in azienda porti il visitatore alla consapevolezza degli impieghi possibili, nella storia e in futuro, di questo materiale visto non più come residuo di un processo produttivo, ma punto di partenza per un nuovo ciclo di valorizzazione.

Il museo non a caso ha come simbolo lo scarabeo stercorario e ripropone manufatti e realizzazioni di questo materiale naturale e povero. L’impresa agricola Castelbosco (a Gragnano Trebbiense – Pc), conta su di un patrimonio zootecnico di circa 1500 vacche da latte che quotidianamente producono 50.000 kg di latte, conferito alla filiera del Grana Padano, e 150.000 chili di letame.

Dal 2007 l’azienda è interamente alimentata dall’ energia prodotta in loco attraverso i biodigestori. Anzi, l’elettricità prodotta in eccesso viene venduta. 

L’anno scorso, Locatelli, l’architetto Luca Cipelletti, insieme con l’artista Gaspare Luigi Marcone e il collezionista d’arte Massimo Valsecchi, hanno aperto il “Museo della Merda”: 10 camere al primo piano del castello (una delle strutture aziendali è proprio il castello del 13° secolo in cui Locatelli con la famiglia vive da maggio a novembre): è uno spazio affascinante – racconta l’articolo – “unmodern”, che mette in mostra dipinti, oggetti, video, arte sulla cacca, un display per lo scarabeo stercorario e un coprolite gigante. 

Le visite sono solo su appuntamento, e comprendono una visita guidata della proprietà. Inoltre, il museo produce e vende prodotti per la casa – tra cui vasi, vasi di fiori, tazze di caffè e piastre – che sono fatti di un composto di letame al forno e argilla che chiamano merdacotta. Il gruppo, ricorda l’importante magazine, ha vinto il primo premio per il design alla prestigiosa mostra Milano design Week di quest’anno. Il mantra del museo è “sostanza sulla forma”: un approccio al modo di vivere, all’estetica.

“Siamo orgogliosi – commentano da Confagricoltura Piacenza – di poter associare realtà produttive come quella descritta dalla stampa internazionale. Sono la testimonianza e insieme fiore all’occhiello, dell’agricoltura moderna e avanzata che sposa armonicamente modo di vivere, arte, innovazione, sostenibilità e produttività”.

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