La Diocesi “Preoccupati per i lavoratori della logistica”. Il cordoglio di Dosi

La Diocesi di Piacenza-Bobbio esprime la sua umana e cristiana vicinanza per quanto tragicamente accaduto nella notte del 14 settembre nella zona industriale di Montale. Recita così una nota a firma Massimo Magnaschi, direttore Ufficio Diocesano per la pastorale sociale e del lavoro

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La Diocesi di Piacenza-Bobbio esprime la sua umana e cristiana vicinanza per quanto tragicamente accaduto nella notte del 14 settembre nella zona industriale di Montale. Recita così una nota a firma Massimo Magnaschi, direttore Ufficio Diocesano per la pastorale sociale e del lavoro.

LA DENUNCIA DEI SINDACATI: INTIMIDAZIONI E CONFLITTI IN AZIENDA

Appreso dalla stampa quanto avvenuto, dalle prime notizie sino alle dichiarazioni della Procura della Repubblica, ed in attesa che vengano accertate definitivamente le responsabilità da parte delle Autorità competenti, con la presente nota la Diocesi tutta si fa vicina alle persone coinvolte in questa triste vicenda.

Il primo pensiero va al lavoratore deceduto ed alla sua famiglia, a loro sono rivolte le nostre preghiere e la nostra sincera preoccupazione. La nostra umana vicinanza è altresì rivolta, senza giudizio, all’autista del mezzo coinvolto nell’incidente, di cui possiamo solo intuire la sofferenza per quanto accaduto.

Da ultimo, tuttavia, non possiamo non esprimere la nostra preoccupazione per la generale situazione dei lavoratori ed in particolare per quelli impegnati nel comparto della logistica spesso segnato da conflitti, vertenze sindacali, diritti dei lavoratori non rispettati. La tragica vicenda accaduta la notte scorsa deve diventare occasione per una forte riaffermazione del significato umano del lavoro e per fermarci a riflettere sull’attuale situazione del mondo del lavoro.

Il soggetto del lavoro deve sempre rimanere l’uomo, il lavoro è un elemento fondamentale per la sua piena realizzazione, per la sua dignità, per la sua famiglia, per l’ambiente in cui vive.
Ci ricorda Papa Francesco: “un’economia che serva l’uomo e non si serva dell’uomo”.

Oggi sempre di più dobbiamo tutti responsabilmente impegnarci perché questo primato venga garantito e le persone possano vedere riconosciuto il loro pieno diritto ad un lavoro dignitoso, correttamente remunerato, stabile che consenta loro ed alle loro famiglie di guardare con fiducia al futuro.

IL CORDOGLIO DEL SINDACO DOSI – “Di fronte alla tragica morte di Abd Elsalam Ahmed Eldane, ai cui familiari esprimo pubblicamente il profondo cordoglio e la vicinanza dell’Amministrazione comunale, ho voluto ieri mantenere un silenzio che per me aveva molti significati: la condivisione del dolore e dello sgomento, il rispetto per la vittima e per i suoi cari, la volontà di non prestare il fianco a strumentalizzazioni, purtroppo difficilmente evitabili”.

Sono le prime parole ufficiali del sindaco Paolo Dosi sui gravissimi fatti avvenuti a Montale, sulla cui dinamica il primo cittadino auspica “che gli inquirenti possano fare al più presto piena chiarezza. A questo proposito, ieri sono rimasto in costante contatto con il comandante Poma, e prima ancora con il Questore, per seguire l’evolversi della vicenda”. 

“Il dramma individuale che ha colpito la famiglia, i colleghi e gli amici di un lavoratore che ha lasciato il suo Paese e la sua professione per dare una speranza nuova ai suoi figli – aggiunge il sindaco – ci richiama innanzitutto a un sentimento di solidarietà e di umana partecipazione. Ma mette anche le istituzioni e i privati di fronte al dovere di ribadire e rafforzare ulteriormente l’impegno congiunto per la tutela dei diritti e della sicurezza nei luoghi di lavoro, impedendo che divergenze e contrasti interni alle aziende mettano a rischio l’incolumità delle persone e l’ordine pubblico.

Oggi i riflettori sono accesi su Piacenza per quel che è avvenuto, ma dobbiamo far sì che la nostra attenzione e la nostra sensibilità non vengano meno quando le luci della ribalta mediatica si spegneranno”. 

LEGA “VITTIMA DI CHI SFRUTTA GLI STRANIERI” – «La tragedia avvenuta al polo logistico dimostra ancora una volta che alla base c’è un’immigrazione incontrollata che, grazie alla demagogia di questo governo, provoca un lotta tra poveri. A rimetterci sono gli immigrati, costretti spesso a lavorare in condizioni vergognose, e gli italiani senza lavoro». E’ duro il commento di Pietro Pisani, segretario provinciale della Lega Nord, che interviene dopo la morte di un operaio egiziano travolto da un camion davanti all’azienda logistica Gls.

Secondo Pisani, in tutto questo caos, c’e chi ci guadagna: «Come c’è chi fa affari con i 35 euro al giorno per ospitare profughi e clandestini, in questo caso c’è chi guadagna sul lavoro assumendo persone pagate pochi euro l’ora. Briciole per cui tanti sono disposti ad accettare condizioni sempre peggiori di lavoro che portano a sfruttamento e schiavismo». Una situazione non più sostenibile a cui non potrà porre rimedio né il tanto decantato jobs act di Renzi né le misure del ministro del Lavoro Poletti, tutti e due autori da un fallimento dietro l’altro.

A dirlo sono i dati dell’Istat, non la Lega. «In un Paese in cui il debito pubblico è il più alto d’Europa e la spesa pubblica è di oltre 820 miliardi di euro per mantenere uno Stato spesso inefficiente – afferma il segretario del Carroccio – non frenare l’immigrazione porterà a situazioni sempre più gravi nella nostra società». Disoccupazione, insicurezza, incapacità di dare un futuro ai giovani e di garantire una pensione – sempre più decurtata – agli anziani rappresentano il fiammifero vicino alla tanica di benzina. «Ma tutto questo non sembra preoccupare il premier – conclude Pisani – tutto orientato al referendum, per mantenere la propria poltrona e quella del codazzo di nominati e “yes men” che si è scelto. Sistemata la Costituzione e la legge elettorale basteranno pochi voti per assumere il controllo del Paese e continuare a favorire le lobby amiche, le grandi banche e chinare la testa davanti alla Ue. Per fortuna che il partito a cui appartiene Renzi si chiama “democratico”».

LA NOTA DELLE RSU DEL COMUNE DI PIACENZA – E’ con immenso sentimento di sconforto e rabbia che denunciamo il drammatico evento che ha portato alla morte un operaio della GLS di Montale. operaio che lottava per il diritto al lavoro, contro la precarietà e i licenziamenti. E’ un episodio di una gravità inaudita. In un paese che si dice civile non dovrebbero succedere episodi di tanto sgomento.

Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici, ai colleghi di lavoro che con lui lottavano per un “lavoro” migliore. La nostra solidarietà a tutti i lavoratori della logistica, saremo al loro fianco per chiedere verità e giustizia dell’accaduto,  ma anche il ripristino dei diritti e della legalità in ogni luogo di lavoro.

IL CORDOGLIO DELLA COOP INFRANGIBILE – Muore ucciso nei campi di pomodoro, dal sole di luglio alle due del pomeriggio, dalle infinite ore di lavoro, dai pochi centesimi racimolati. Muore ucciso nei cantieri, da un casco mancato, da un moschettone non agganciato, da un impalcatura non fissata. Muore ucciso nelle fabbriche, da una temperatura non controllata, da un impianto non a norma, da un silos mal sigillato.

E poi c’è un altro modo di morire per un lavoratore nel 2016: durante uno sciopero, ucciso dalla precarietà, dalla compressione dei costi del lavoro, dalle logiche delle multinazionali che speculano e attaccano costantemente i diritti dei lavoratori. Così è morto Abdessalem, 53 anni, operaio, moglie e 5 figli.

Al di là delle responsabilità giudiziarie su cui si pronunceranno i tribunali, vogliamo esprimere la nostra vicinanza alle ragioni dei lavoratori in lotta e vogliamo manifestare la nostra solidarietà ai famigliari, ai colleghi e ai compagni di Abdessalem, morto in Italia, a Piacenza, nel 2016, per difendere il diritto al lavoro suo e dei lavoratori tutti, un diritto negato da chi non rispetta gli accordi presi, alimentando tensioni, aizzando lavoratori contro lavoratori, aumentando la rabbia. Così è morto Abdessalem, 53 anni, operaio, moglie e 5 figli.

La Cooperativa Popolare Infrangibile 1946 è solidale e vicina alla causa di tutti i lavoratori GLS più volte ospitati per le riunioni nei propri spazi. Il CdA della Cooperativa invita i soci a partecipare alla manifestazione di sabato 17 settembre.

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