Baracchino, il gestore al Comune: “Se mantengo il chiosco pagherò il debito” foto

Ma l'assessore Gazzola ribadisce: "Principio di equità nei confronti di tutti". Lo ha fatto nel corso della Commissione 1 in municipio, convocata su richiesta di sette consiglieri comunali che chiedevano lumi sul numero di violazioni accertate e sui crediti non riscossi

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“Nessuna volontà di vessare o penalizzare qualcuno, ma un principio di equità nei confronti di tutti”. L’assessore comunale di Piacenza Luigi Gazzola è tornato sull’ormai nota vicenda della demolizione del Baracchino, da alcuni giorni al centro di un’accesa polemica. 

Lo ha fatto nel corso della Commissione 1 in municipio, convocata su richiesta di sette consiglieri comunali (Tommaso Foti, Paolo Garetti, Maria Lucia Girometta, Mirta Quagliaroli, Carlo Pallavicini, Marco Colosimo e Marco Tassi) che chiedevano lumi sul numero di violazioni accertate e sui crediti non riscossi in tema di occupazione del suolo pubblico. 

La discussione, sollecitata dagli interventi dei consiglieri presenti, si è però ben presto spostata sullo storico locale di Piazzale Genova: “Abbiamo avvisato per tempo il gestore e dato tempo per mettersi in regola – ha ribadito Gazzola -, non c’è alcuna disparità di trattamento rispetto ad altre situazioni né alcuna sanatoria, abbiamo avuto gestori invitati a regolarizzarsi che lo hanno fatto, in questo caso ciò non è avvenuto”.  

“Posso capire la reazione di molte persone che hanno questo posto nel cuore, non comprendo invece le critiche all’amministrazione che ha solo cercato di applicare le norme. In questi giorni stiamo inviando ingiunzioni di pagamento per 4 milioni e 400mila euro a cittadini per imposte non pagate: non ho assistito ad alcuna mobilitazione nei confronti di queste persone che probabilmente in questo periodo di crisi hanno avuto le stesse difficoltà del titolare del Baracchino”.  

“In cinque anni – ha detto Gazzola allargando il campo – il Comune ha svolto attività di controllo intensa per rimuovere le installazioni non in regola: da questi controlli sono scaturite procedure di rimozione per 3 edicole e 5 dehors, strutture rimosse a spese dei titolari delle concessioni”.

“L’attività ha consentito di verificare che la procedura per la rimozione fino ad allora seguita, sulla base dell’articolo 20 del codice strada che prevede ordinanza prefettizia, fosse uno strumento lento e inefficace: si è quindi deciso di coordinare diversamente gli interventi dei vari uffici comunali, cercando di stabilire diverse modalità per affrontare la questione”. 

“L’amministrazione ha quindi individuato un piano di azione per intervenire in maniera efficace sulla base della Legge 94 del 2009 che attribuisce all’autorità comunale in caso di occupazione abusiva il potere di imporre la chiusura dell’esercizio non in regola”. 

“Abbiamo quindi avvisato circa 200 esercizi informando dell’avvio di controlli finalizzati ad accertare il regolare utilizzo degli spazi da parte dei titolari di concessione, promuovendo incontri con le associazioni di categoria. Alla fine del 2015 il sindaco ha emesso una ordinanza per intervenire sulle situazioni non sanate dando direttiva alla polizia municipale perché venissero eseguiti i controlli con l’emissione di diffide verso coloro non in regola a ripristinare lo stato dei luoghi”. 

“Delle due diffide emesse, in un caso si è arrivati alla rimozione dei manufatti abusivi sul suolo pubblico, nell’altro alla chiusura coattiva dell’esercizio per 5 giorni: per quest’ultima situazione nel frattempo è subentrato un nuovo proprietario che ha rimosso la struttura abusiva ottenendo la concessione per installarne una nuova a norma”. 

15 delle 16 occupazioni risultate abusive sono state regolarizzate, nel 2016 le concessioni sono state tutte rinnovate o in corso di rinnovo. Per quanto riguarda i crediti non riscossi per l’occupazione di suolo pubblico, Gazzola ha parlato di una morosità complessiva di 67mila 400 euro: 27mila riguardano le edicole, 20mila 400 i chioschi, 20mila i dehors. “Ad oggi non vi sono crediti prescritti, tutti i canoni o sono stati pagati o sono oggetto di pratiche di riscossione”.  

UNA LETTERA DAL GESTORE DEL BARACCHINO – Marco Bertorelli, titolare del Baracchino, prosegue intanto la sua battaglia comunicando ufficialmente al Comune la sua disponibilità, annunciata nei giorni scorsi, a cedere a titolo gratuito alla stessa amministrazione la struttura di sua proprietà: “Il mantenimento del chiosco, e la conseguente possibilità di continuare a svolgere la mia attività il loco, anche con la corresponsione di un opportuno canone di locazione, – scrive in una lettera – mi consentirebbe di mantenere fede, anche in futuro, all’impegno assunto con ICA per il pagamento dei canoni e delle indennità di concessione e di occupazione del suolo pubblico, scaduta il 31 luglio 2011. A testimonianza della mia buona fede, ho continuato a corrispondere il canone di occupazione per i restanti mesi del 2011 e per tutto il 2012″.

“A seguito della notifica dell’Ordine di rimozione del chiosco dell’aprile 2016 ho presentato diversi progetti di adeguamento del chiosco al fine di rientrare nei paramenti previsti del Rue; il 17 ottobre ho depositato richiesta di rinnovo della concessione ad occupare il suolo pubblico come gia previsto da quella scaduta. Appare chiara la mia volontà di sistemare la posizione debitoria con il salo delle imposti comunali pregresse e di continuare ad operare nel rispetto di tutte le prescrizione normative”. 

Bertorelli, precisando di non essere nella condizione per poter farsi carico delle spese di sgombero di 26mila euro, evidenzia che, “ancorché tardivamente, almeno dal mese di maggio del corrente anno ho cercato di regolarizzare la situazione di irregolarità, auspicando – conclude – che ciò potesse essere preso in considerazione dall’amministrazione”. 

“Il donatario – ha precisato a proposito Elena Vezzulli dirigente dell’avvocatura comunale – non è obbligato ad accettare la donazione: in questo caso il Comune non ha nessuna convenienza ad accettarla in quanto andrebbe ad accollarsi le spese della demolizione”.

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