Dosi: “Nessuna alternativa alla rimozione del Baracchino” foto

E' stato l'intervento del sindaco Paolo Dosi a chiudere, dopo una lunga discussione in consiglio comunale, la "questione Baracchino", lo storico locale di Piazzale Genova per il quale il comune ha deciso la demolizione

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“Non si può scindere il destino del gestore da quello della struttura, di sua proprietà, che non può rimanere dove si trova in quelle condizioni”.

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E’ stato l’intervento del sindaco Paolo Dosi a chiudere, dopo una lunga discussione in consiglio comunale, la “questione Baracchino”, lo storico locale di Piazzale Genova per il quale il comune ha deciso la demolizione.

Il Comune “Abusivo da 5 anni”. Il gestore “Ora in regola”

Un tema che ha tenuto banco per tutta la durata delle comunicazioni di inizio seduta: “Nessuno vuole privare Piacenza di un luogo simbolico – ha detto Dosi ripercorrendo la vicenda dal punto di vista amministrativo -, noi vogliamo far rispettare le regole”.

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“Sono una decina negli ultimi mesi le strutture che hanno ricevuto avvisi per regolarizzare la loro posizione, non c’è alcun accanimento ma norme che devono essere fatte rispettare. Abbiamo aperto un dialogo per consentire agli esercenti di regolarizzare la propria posizione: quasi tutti lo hanno fatto, mentre nel caso specifico non c’è stata questa volontà”.

In ogni caso la struttura sarà rimossa ma non distrutta, perchè deve essere conservata in magazzino per dieci anni. Nelle prossime ore verrà dato l’avvio alla rimozione come stabilito”.

LA DISCUSSIONE – E’ stato il consigliere Tommaso Foti (Fratelli d’Italia – An) ad avanzare la proposta di modificare l’ordine del giorno di discussione, per parlare del locale di Piazzale Genova, e, più in generale, sulle concessioni di suolo pubblico a Piacenza: la proposta, sottoposta al consiglio, è stata rigettata dalla maggioranza (escluso il gruppo dei moderati che vota insieme la minoranza). 

Foti ha proseguito il suo intervento durante le comunicazioni, ironizzando “sulle orde di posizioni tra renziani e non renziani rispetto alla conquista del Baracchino”.

Il consigliere di FdI-An ha puntualizzato di non essere stato un frequentatore del Baracchino, facendo un ragionamento dal punto di vista amministrativo: “Si agisce 5 anni dopo che la concessione è scaduta, e si fa una ordinanza d’urgenza. Ma dove sono i requisiti d’urgenza?”.

“Non mi addentro dal punto di amministrativo – è intervenuto Marco Tassi (Pdl) -, la questione più grave dal punto di vista politico: qui si parla di massimi sistemi, mentre una volta che si parla di una cosa che riguarda la città non si vuole farlo. Dal sindaco dovrebbe arrivare una certa apertura dal punto di vista del dibattito, ma prendo atto di questa volontà politica”.

Per Andrea Gabbiani (5 Stelle) la politica “deve essere in grado di ascoltare e dare delle risposte. Per arrivare a una soluzione ci sono diversi modi, una di questi potrebbe essere il condono o la sanatoria, però quest’ultima potrebbe rappresentare un precedente per i dehors futuri. Altra soluzione potrebbe essere quella delle botteghe storiche”.

“Io non so come ne uscirà la amministrazione. Noi siamo per la legalità. Vorrei poter dire che l’amministrazione ha fatto bene, io però vorrei farlo in commissione, perché è quella la sede opportuna. Faccio questa richiesta al presidente del consiglio, chiedendo un parere all’avvocatura comunale e degli uffici tecnici”. Gabbiani ha poi censurato la presa di posizione sul “Baracchinio” dell’onorevole Marco Bergonzi, intervenuto nei giorni scorsi lanciando la proposta di una sottoscrizione per salvare il locale dalla demolizione.

Carlo Pallavicini (Prc) ha spostato il focus sulla “drammatica carenza di spazi aggregativi per i giovani”. “La legalità – ha detto – per me non è un valore in sè, è da combattere se legalizza situazioni di ingiustizia. Non voglio incentivare con le mie parole situazioni di irregolarità, ma voglio far presente questa situazione, perdere un altro locale come questo è una cavolata. Invito l’amministrazione a trovare una soluzione. Fermiamo tutto e ragioniamo con calma”. 

“A Piacenza ci sono problemi più gravi da affrontare” – ha osservato Marco Colosimo (Pc Viva), a cui ha fatto eco Annalia Reggiani (Pd): “Mi chiedo come si possa considerare il tema baracchino di primaria importanza in un contesto come quello attuale, si sta strumentalizzando sotto il profilo politico la vicenda per attaccare questa amministrazione: su questa vicenda il consiglio non ha competenza”.

Maria Lucia Girometta (Forza Italia) e Federico Sichel (Pd) hanno invece auspicato la convocazione di una commissione sul tema: “Mi auguro – ha detto Girometta – che una soluzione si trovi, per il gestore e per Piacenza. “L’amministrazione ha portato pazienza in questi 5 anni – ha argomentato Sichel -, ma per chi fa politica c’è anche il compito di riuscire a trovare una soluzione, magari scindendo il futuro della gestione da quello della struttura”.

“E’ una struttura storica, ma occorre rispetto per le regole” – è la posizione di Lucia Carella (Pd). “Parliamo di un baracchino abusivo che non ha pagato le tasse – ha attaccato Guglielmo Zucconi (Misto) – è assurdo che l’amministrazione debba difendersi per aver rispettato la legge”.

Discorso appoggiato da Giovanni Castagnetti (Pcini per Dosi): “Se è stata emessa un’ordinanza di questo tipo di sicuro ci sono tutte le carte in regola per poterlo fare”.

“Il Baracchino è un problema – è intervenuto Paolo Garetti (Sveglia) – perché cosi affrontato crea precedenti: un posto sotto gli occhi di tutti adesso diventa un caso, ma nessuno ci aveva mai messo mano prima. Questa vicenda sta diventando una vetrina elettorale penosa”.

“Io mi fido del sindaco e dei suoi assessori – ha sottolineato Claudio Ferrari (Pd) – controllo il loro lavoro, esamino documenti e voto: se qualcuno non lo fa, ne porta la responsabilità di fronte a elettori e città intera: se il percorso è stato regolare, scelte difformi creano problemi e tolgono credibilità all’amministrazione. Se poi su questa o altre questioni ci sono persone che vogliono minare la credibilità di questa amministrazione, continuino pure”.

Lucia Rocchi (Moderati) ha avanzato la proposta di “scindere la posizione della struttura da quella del gestore”: “Io sono per la legalità, ma un conto è il discorso del gestore e di quanto deve pagare, e un conto è la struttura. Confiscare il locale al proprietario insolvente, ma non abbatterlo”.

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