Ecco il manoscritto del ‘400 recuperato dopo 30 anni: era in vendita online FOTO foto

Le ricerche non sono mai state interrotte e, qualche giorno fa, un attento ispettore onorario del Lazio ha individuato, su una piattaforma di commercio elettronico, il manoscritto dal titolo "Matricula et statuta paratici fabrorurn ferrariorum" costava 600 euro

Antico e pregiato manoscritto della Passerini Landi recuperato dopo il furto di 31 anni fa. Era stato messo in vendita online per “soli” 600 euro.

E’ stato ritrovato sul web il pregiato manoscritto del ‘400 che nel 1985 venne trafugato dalla biblioteca Passerini Landi di Piacenza insieme ad altri libri. In municipio sono stati forniti i dettagli del ritrovamento avvenuto su una piattaforma per la vendita online: 600 euro il costo per l’acquisto del libro antico denominato Manoscritto “Pallastrelli 43”. 

IL FURTO 31 ANNI FA – Nel 1985 i ladri entrarono nella biblioteca comunale “Passerini Landi” di Piacenza e sottrassero ben 145 beni librari, datati tra il XIV e il XVII secolo. Il furto era avvenuto mentre la biblioteca era chiusa per manutenzione, e le opere vennero portate fuori forse in più occasioni. Venne individuato il presunto responsabile, uno “specialista” di questo tipo di furti, solito farsi rinchiudere di notte all’interno delle strutture per poi impadronirsi delle opere ed uscire.

I libri furono immediatamente inseriti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, per l’attivazione delle ricerche in Italia e all’estero. Un database che consente di fare un confronto tra le opere messe in vendita e quelle trafugate per individuarle. 

INDIVIDUATO ONLINE – Tra il 1986 e il 2013, le attività avevano consentito, ai Carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale di Roma e del Comando Provinciale di Piacenza di recuperare. tra Italia e Germania, 72 volumi.

Le ricerche non sono mai state interrotte e, qualche giorno fa, un attento ispettore onorario del Lazio ha individuato, su una piattaforma di commercio elettronico, il manoscritto dal titolo “Matricula et statuta paratici fabrorurn ferrariorum”.

L’ispettore ha provveduto a segnalare l’inaspettato ritrovamento online all’Archivio di Stato di Piacenza che, a sua volta, interessava il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza. 

Dopo aver verificato in banca dati la corrispondenza dell’opera segnalata con una di quelle ancora da ricercare, i carabinieri hanno subito avviato l’attività investigativa per identificare del possessore e al recupero del bene. 

TRE DENUNCE PER RICETTAZIONE – Le indagini si sono concluse con il sequestro del libro e la denuncia, per concorso in ricettazione, di tre persone residenti nell’hinterland milanese. Il manoscritto del 1400, di grande valore storico-culturale, sarà restituito al fondo dì statuti medioevali conservati nella biblioteca di Piacenza. 

A illustrare in risultati delle indagini, coordinate dalla Procura di Monza, accanto al sindaco Paolo Dosi e all’assessore alla Cultura Tiziana Albasi, sono intervenuti in Comune a Piacenza il procuratore della Repubblica del capoluogo lombardo Luisa Zanetti e il capitano Francesco Provenza del Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Monza, nucleo che ha condotto l’operazione di recupero del manoscritto.

Presenti anche il comandante provinciale dei Carabinieri di Piacenza, colonnello Corrado Scattaretico, il conservatore del Fondo Antico della biblioteca Passerini Landi Massimo Baucia, per l’Archivio di Stato di Piacenza il direttore Gian Paolo Bulla e la responsabile dei Servizi educativi Anna Riva, l’ispettore archivistico onorario Enzo Bentivoglio – dalla cui segnalazione sono state avviate le indagini – e il direttore della biblioteca Passerini Landi all’epoca del furto, Carlo Emanuele Manfredi

“UN MERCATO ILLEGALE FLORIDO” – “Il mercato dei beni letterari archivistici – ha spiegato il capitano Provenza – è un mercato di nicchia ma florido è consolidato: alcuni collezionisti sono disposti a pagare cifre altissime per queste opere. Anche la “filiera” è ormai consolidata: l’autore del furto, qualora non sia lui stesso a rimettere in vendita l’opera, sa già quale sia il suo canale di ricettazione e i suoi potenziali clienti”.

Il sindaco Polo Dosi ha manifestato “grande soddisfazione per la restituzione alla comunità piacentina di un bene di grandissimo pregio e un pezzo della nostra cultura che ritorna nella sua sede naturale”.

“Già poco dopo il furto – ha ricordato il comandante provinciale dell’Arma Corrado Scattaretico – era stato possibile recuperare circa la metà delle opere trafugate , trovate oltre che in Emilia e Lombardia anche all’estero, tra Monaco, Berna e Ginevra. Fondamentale la banca dati dei beni culturali sottratti, che permette, una volta che le opere vengono immesse sul mercato, di poterle individuare”.

La nota sul recupero del Manoscritto “Pallastrelli 43” – E’ con vera soddisfazione che sì accoglie oggi il ritorno ìn città e in Biblioteca del Manoscritto “Pallastrelli 43” delle cui vicende collegate al recupero ci ha riferito il capitano Francesco Provenza.

E’ questa la felice conclusione di una serie di eventi che dimostrano la perseverante vigilanza e l’organizzazione efficiente di tutte le istituzione preposte a tutelare il patrimonio culturale: degli organi centrali e periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e delle istituzioni locali, che tra loro collaborano e, soprattutto, dei Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, che nel Comando di Monza ha certamente un punto di eccellenza.

E’ dolorosamente vivo il ricordo della sottrazione di un certo numero di volumi antichi a stampa e di manoscritti del cospicuo patrimonio antico della biblioteca “Passerini Landi”, nel 1985, mentre la sede storica di Palazzo San Pietro era chiusa per quei lavori che, originati nell’immediato dalla necessità di riparare il tetto — rovinato dall’abbondante nevicata di quell’anno — e di adeguare gli impianti alle norme di sicurezza, proseguirono, nel corso del decennio successivo, con un sostanziale riassetto e rifunzionalizzazione degli spazi.

L’immediato recupero di una parte di quanto sottratto mise in moto operazioni di riscontro su tutto il posseduto della Biblioteca, dai manoscritti ai libri antichi, coordinate dal direttore Carlo Emanuele Manfredi, che profuse ogni sua energia. Le risultanze furono trasmesse alle autorità inquirenti e gli elenchi furono inseriti nel database delle opere ricercate.

E proprio grazie a quel lavoro, i cui esiti furono diffusi, capillarmente e pressantemente, anche presso le maggiori biblioteche e le più prestigiose case d’asta — chiamate a collaborare nel caso in cui alcune di quelle opere fossero state proposte loro —, si ebbero segnalazioni che portarono talora ad altri recuperi, anche dall’estero; che l’attenzione non sia mai venuta meno e sia tuttora alta è provato dal fatto che con una certa frequenza ci viene proposto di esaminare opere di dubbia provenienza incluse in quegli elenchi. Purtroppo non sempre l’identificazione può essere certa, come è invece accaduto in questo caso. 

Il Manoscritto risale al XV secolo: un documento storico sulle attività economiche e artigianali a Piacenza – Il manoscritto recuperato, in pergamena, del sec. XV, con legatura in assicelle di legno, di 34 carte, è di piccole dimensioni: misura infatti 230x 170 mm circa. Il testo è vergato in inchiostro rosso e nero. Incomincia: Matricula paratici ferrariorium Civitatis Placentiae fatta tempore dominorum Santini de Ecclesia, Antoni de Cantu …

Contiene infatti la matricola del paratico dei fabbri ferrai di Piacenza, gli statuti quattrocenteschi del paratico preceduti dalla rubrica dei capitoli degli statuti, la conferma degli statuti da parte del duca di Milano e altri documenti che aggiornano singole disposizioni degli statuti. Il manoscritto è profondamente legato alla storia cittadina.

Nell’Ottocento appartenne Vincenzo Benedetto Bissi, studioso e collezionista appassionato di memorie patrie, monete e reperti archeologici. Passò successivamente al conte Bernardo Pallastrelli, nella cui raccolta libraria confluirono i libri e i manoscritti raccolti in precedenza dai principali studiosi piacentini, da Pier Maria Campi a Cristoforo Poggiali.

Il Pallastrelli lasciò la sua raccolta di libri e manoscritti alla Biblioteca Comunale. Il contenuto del manoscritto lo inserisce in quella serie di documenti storici, numerosi a Piacenza, che riguardano l’attività delle associazioni di artigiani e che hanno consentito di riscostruire un vivo spaccato della vita economica delle città italiane e della sua progressiva organizzazione, dall’età dei comuni a tutto il Settecento. 

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