Camera di Commercio, Piacenza chiama Reggio: fusione sì o no?

Il presidente della Camera di Commercio di Piacenza Alfredo Parietti, durante l'ultima riunione del consiglio camerale del 25 novembre, ha aggiornato i consiglieri in merito agli ultimi sviluppi della procedura di accorpamento

Accorpamento della Camera di Commercio, Piacenza sollecita Reggio Emilia a prendere posizione.

Il presidente della Camera di Commercio di Piacenza Alfredo Parietti, durante l’ultima riunione del consiglio camerale del 25 novembre, ha aggiornato i consiglieri in merito agli ultimi sviluppi della procedura di accorpamento.

Come è noto, è intenzione dell’ente camerale di procedere a un accorpamento a tre, con Parma e Reggio Emilia. Con la città ducale l’intesa è già stata trovata, mentre Reggio Emilia non ha ancora sciolto le riserve.

Per questo Piacenza ha scritto ai colleghi reggiani, sollecitando una presa di posizione.

La Camera di Commercio di Piacenza ha già delineato una ipotesi di assetto transitorio, in attesa che diventi operativo il decreto sul riordino: consiglio a 30, con rappresentanza divisa tra i 3 territori, presidente a rotazione e giunta a 10, con un membro in più accordato all’ente con maggiore peso sul fronte degli iscritti (Reggio Emilia). A partire dal primo rinnovo sarà operativo l’assetto deciso dal decreto governativo, quindi consiglio a 22, presidente a rotazione e giunta a 7. 

”Al di là di queste decisioni che sono necessarie, occorre mettere un paletto – dice il presidente Parietti -. Se non arrivassimo a definire un assetto, dovremmo lasciare tutto in mano alla Regione e noi potremmo finire chissà con Rimini. Da parte di Reggio Emilia è arrivata una risposta, ma è ancora interlocutoria, perché hanno detto che devono riunirsi per discutere (lunedì). Noi dobbiamo però mettere un termine temporale per decidere’. 

Nel corso della seduta ha preso la parola il vice presidente Filippo Cella: ‘Con Parma abbiamo trovato un accordo, con Reggio si auspica entro la prossima settimana. Se non si trova accordo a tre, andiamo a chiudere entro dicembre con Parma. Il nostro obiettivo è trovare un assetto che Unioncamere non possa più mettere in discussione entro la fine dell’anno’. 

Una presa di posizione condivisa da alcuni consiglieri. Dario Costantini di Cna ha fatto presente anche la necessità di iniziare a definire la rappresentanza del territorio piacentino in seno al nuovo ente camerale, garantendo la rappresentanza dei diversi settori produttivi. 

Per Davide Sartori, consigliere in quota al settore credito, invece Piacenza dovrebbe espandere i propri orizzonti, e prendere in considerazione anche l’accorpamento con Camere di Commercio di province limitrofe di altre Regioni, quindi non necessariamente solo dell’Emilia Romagna. 

Altro tema cruciale, come sottolineato dal Consigliere Gianluca Zilocchi, segretario provinciale Cgil, sarà quello delle ricadute dell’accordo sui 46 dipendenti ed i due dirigenti che attualmente lavorano a Piacenza. Sarà fondamentale stabilire quali funzioni concrete saranno svolte sul territorio piacentino, con la logica di salvaguardare i servizi per i cittadini e le imprese.

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