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Economix: Italia sì, Italia no. Un commento al referendum

Molti italiani che hanno scelto di mettere la crocetta sul NO al referendum, in realtà ha detto NO ad una politica che sembra aver perso il senso della realtà: da una parte loro, la casta, dall’altra il Paese

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E’ da giorni che sto pensando quale argomento trattare nell’articolo di oggi.

Ho pensato che avrei potuto dire la mia sul referendum del 4 dicembre. Però avrei scritto le solite cose scontate, del tipo che finalmente è finita, che non se ne poteva più di tutto questo bailamme mediatico, che nessuno avrebbe mai sospettato che l’Italia, oltre ad un Paese di santi, poeti e navigatori, è anche un Paese con un numero impressionante di costituzionalisti. Spesso con teorie un pochino strampalate, però sempre costituzionalisti sono.

Avrei potuto scrivere che fortunatamente le funeree previsioni da Armageddon di alcuni rappresentanti del nostro governo non si sono avverate. E qui onestamente non occorreva essere statisti di chissà quale levatura professionale per capire la stupidità di tale previsione.

Avrei potuto scrivere che i mercati non si sono più di tanto preoccupati della mancata “vittoria” del SI, così come avrei dovuto spiegare a mio padre, quasi novantenne, perché i mercati si preoccupano e soprattutto che i mercati della finanza sono molto più imprevedibili di quelli dell’ortofrutta.

Avrei potuto scrivere che molti italiani che hanno scelto di mettere la crocetta sul NO al referendum, in realtà ha detto NO ad una politica che sembra aver perso il senso della realtà: da una parte loro, la casta, dall’altra il Paese. Ha detto NO al renzismo, ha detto NO ad un fenomeno ormai dilagante che vede una classe politica che definire arrogante e presuntuosa suona come un eufemismo.

Non possiamo dimenticare la disfatta del SI nella Regione Campania, dove il NO ha stravinto con una percentuale “bulgara” (quasi il 70%), sebbene il governatore De Luca avesse promesso agli amministratori locali soldi (addirittura fritture di pesce?), erogati dal governo (a detta di De Luca) qualora avessero convinto i propri cittadini a votare per il SI.

Avrei potuto scrivere che il renzismo ha divorato se stesso: da diversi mesi sembrava che l’unica possibilità per il futuro dell’Italia, fosse la realizzazione della riforma costituzionale proposta da una sola persona. Un uno contro tutti. Una sorta di esclusiva salvifica sui destini della patria che non è tanto piaciuta agli Italiani.

Avrei potuto scrivere che in realtà, come ha voluto e chiarito lo stesso Renzi fin dall’inizio, in questo referendum in realtà non si andava a scegliere se accettare o meno la riforma della Costituzione proposta dal governo (che è di per sé comunque un’anomalia, ma lasciamo stare), ma si andava ad accettare o meno il “diktat” del governo, ovvero la sua (de)legittimazione. E così è stato. Con tanto di prefisso sottrattivo.

Avrei potuto scrivere che probabilmente il governo aveva anche ragione. Che la riforma proposta poteva essere una importante occasione di cambiamento. Ma non è questo il messaggio che è passato. Purtroppo.

Renzi ha presentato le sue dimissioni al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Vedremo che cosa accadrà nelle prossime settimane.

Avrei infine potuto scrivere che ciò che molti italiani si aspettano dai governi che verranno in futuro, è di evitare di perdere tempo con operazioni che sembrano essere partorite da un eccesso di vanità e di megalomania, e di tornare ad essere governati in un regime di normalità.

La domanda che ogni italiano si pone è la seguente: esistono persone normali, competenti ed esperte che possano gestire le emergenze del Paese? Allo scopo, ad esempio di: erogare pensioni d’anzianità dignitose, ridare slancio all’economia, ridurre la disoccupazione, alleggerire il peso della burocrazia, velocizzare la macchina della giustizia, abbassare le tasse. E’ questo che ci si aspetterebbe dalla classe politica. Nient’ altro.

Avrei potuto scrivere tutto questo, ma non l’ho fatto. Ormai lo spazio a disposizione per l’articolo di oggi è terminato, e quindi dovrò scegliere un altro argomento. Quale? Mah, vedremo la prossima volta.

Andrea Lodi
(economix@piacenzasera.it)

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