Pesaro onora Tarquinio Provini, il piacentino “Re delle 250” foto

E’ stato dedicato ad uno dei piloti simbolo della Benelli nel mondo, e cioè al grande Tarquinio Provini, l’appuntamento più atteso da tutti gli appassionati della casa del leoncino: “Il Benelli Week 2016"

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E’ stato dedicato ad uno dei piloti simbolo della Benelli nel mondo, e cioè al grande Tarquinio Provini, l’appuntamento più atteso da tutti gli appassionati della casa del leoncino: “Il Benelli Week 2016″.

La città di Pesaro, il Registro Storico Benelli ed il Motoclub Tonino Benelli quest’ anno hanno deciso di onorare il pilota piacentino “Re delle 250” a cinquan’anni dal suo addio alle corse durante il T.T. del 1966.

Pesaro è una città della motocicletta. Lo è da oltre 100 anni se consideriamo che nel 1911 nacque qui un marchio di assoluta importanza nella storia del motociclismo: la Benelli, ancora oggi attiva, casa motociclistica che già negli anni 20 consacra Campione d’Italia Tonino Benelli, uno dei suoi fondatori, e fa conoscere la propria produzione in tutt’ Europa.

La motocicletta a Pesaro è passione, lavoro, sport, storia, cultura e rappresenta bene il carattere di questa città, pronta a mettersi in gioco, a competere ed a far crescere solide economie senza perdere di vista le cose che fanno bella la vita delle persone.

Pesaro vanta molte aziende motociclistiche di rilievo tra le quali la TM ( moto da cross e motard ), le famose Morbidelli e MotoBi oltre alla Molaroni, Sanvenero, MBA, Grassetti ed altre ancora.

Grandi campioni di oggi come Valentino Rossi e del passato come Eugenio Lazzarini, Paolo Campanelli, Silvio Grassetti, il mitico Tonino Benelli 4 volte campione italiano e diversi altri ancora.

LA STORIA – Provini arriva alla Benelli nel 1964 dopo aver sfiorato il mondiale nell’ anno precedente con la Morini 250 che a causa di problemi finanziari non gli permise di partecipare a tutte le prove del mondiale; quella del ’63 venne definita la sua annata eroica, quando con la sua Morini tenne testa ai piloti Honda, MZ, Yamaha mancando il mondiale per soli due punti. Fu il vincitore morale e venne premiato da Soichiro Honda che si complimentò per la straordinaria prova.

Dopo aver firmato per la Benelli, Provini riceve una telefonata con la proposta di tornare alla MV. A Cascina Costa era in preparazione la 3 cilindri che debutterà l’ anno dopo con Agostini; una moto ideale anche per Provini: non è difficile immaginare a quali traguardi l’avrebbe portata ma, ormai, era legato alla Benelli.

Provini inizia l’opera di perfezionamento e messa a punto della moto che la Benelli gli mise a disposizione (250, 4 cilindri bialbero); era ansioso, ormai trentenne, di poter partecipare a tutte le prove del mondiale con il miraggio di conquistare il terzo titolo mondiale (dopo quelli conquistati nel 1957 con la Mondial e nel 1958 con la MV).

Decide di verniciare la moto e la carena di un colore unico ed originale, grigio antracite come il colore delle bombe: anche la sua moto doveva essere potente ed esplosiva.

Il 10 Maggio 1964 nel Gran Premio di Spagna, circuito di Montjuic Barcellona trionfa facendo registrare il giro più veloce davanti a Jim Redman su Honda e Phil Read su Yamaha; riporta alla vittoria la casa pesarese dopo ben 13 anni!

Una curiosità, nello stesso anno corre con la Kraidler come pilota collaudatore per sviluppare la moto tedesca. Partecipa a molte prove del mondiale, ricorda che riceve un’ottimo ingaggio che all’epoca superava abbondantemente quelli di altre scuderie.

Sempre nello stesso anno fu l’ideatore dei freni a disco. Si trovava a disputare il Gran Premio degli Stati uniti sul Circuito di Daytona Beach, quando vide alcuni go-kart che avevano al posto dei normali freni a tamburo dei freni a disco, cosa mai vista in Europa.

A fine gara ne acquistò tre paia e li portò in Italia, ne parlò con il reparto corse della Benelli (direttore Sportivo Dott. Innocenti Nardi Dei) ed i tecnici entusiasti cominciarono a testarli. La prova definitiva avvenne il 12 Aprile 1964 sul Circuito di Milano Marittima Cervia sulla Benelli 500. Visti i buoni risultati, successivamente altre case motociclistice adottarono questo sistema frenante.

Nel 1965 partecipa al mondiale nelle classi 250 e 350 ed è Campione Italiano nella 250. Vince entusiasmando il pubblico sui circuiti ed autodromi nazionali a Modena, Riccione, Cervia/Milano Marittima, Imola, Cesenatico, Pegusa, Monza, Vallelunga; è 4° nel Tourist Trophy all’Isola di Man. Fece anche una prova nella classe 500.

Vince il Gran Premio di Monza nella 250 sotto alla pioggia ed è memorabile la vittoria nella Coppa d’ Oro Shell a Imola, dove doppia tutti nella 250 compreso il suo acerrimo antagonista Redman.

Nel 1966 inizia bene vincendo tutte le gare della riviera romagnola classe 250 assicurandosi in anticipo il Campionato Italiano. E’ il 17 Aprile, entusiasmante la gara delle 350 alla Coppa d’ Oro di Imola; è secondo dopo una lotta titanica per tutta la corsa con altri due campioni del calibro di Agostini e Hailwood.

Sul circuito di Cesenatico è primo nella 250 e 350, vince anche ad Ospedaletti, è secondo nel Gran Premio di Germania sul circuito di Hockenheim nella 350. Si prepara scrupolosamente per il T.T., rinviato di due mesi al 25 Agosto per lo sciopero dei marittimi.

Ma all’Isola di Man lo attende purtroppo un triste destino che mette fine alla sua carriera. Nel libro a lui dedicato “Se il sole parla inglese”, scritto da Maurizio Messori, si possono leggere le cause dell’ incidente.

Carlo Perelli, direttore della rivista Motociclismo d’ Epoca, scrive nell’ editoriale dedicato a Tarquinio Provini “…aveva per dono di qualche misteriosa entità una somma di doti naturali, fisiche e mentali, che lo avrebbero infallibilmente portato a fare quanto ha fatto. Un destino segnato dall’ inizio. La sua estrema sensibilità, il suo “pazzesco” perfezionismo hanno alimentato la leggenda. Ma era tutto vero. Voleva mezzo dente in più, il serbatoio più incavatodi 3 centimetri, gli steli della forcella fasciati ( per non alterare la densità dell’ olio ).Si forava i tacchi degli stivali per pesare di meno! L’elenco potrebbe continuare a lungo. E’ stato pioniere dei freni a disco. Percepiva la minima anomalia del motore che sapeva portare oltre i limiti senza romperlo. Le sue richieste non erano mai a vuoto, perché dopo i tempi scendevano”.

“E il suo stile di guida? Corpo unico con il mezzo come non si era mai visto. Pieghe da brivido, determinazione che rasentava la ferocia. Sempre a suo agio, monocilindriche o pluricilindriche che avesse per le mani. Individualista eccelso, geloso dei suoi segreti, non amava la convivenza con altri piloti.Per questo ha lasciato la MV dove c’era Ubbiali, per questo ha lasciato la Morini quando è arrivato Agostini. Un’ insofferenza che gli è costata. Ma non per questo ha accettato le proposte Honda e Yamaha : era animato anche da sentimenti di italianità. Le sue gesta meriterebbero un grosso volume”.

Roveleto di Cadeo, suo paese natale, ha sempre ricordato con affetto il suo Campione con manifestazioni, mostre, motoraduni e rievocazioni; tutte le associazioni del comune hanno contribuito all’ organizzazione degli eventi quali Aido, Pro loco, Avis, Foto Arte Vita ecc., oltre a vari sponsor locali ed ai Motoclub piacentini C.P.A.E. e C.S.V.P.; i figli di Tarquinio, Marzio e Tullio, sempre presenti alle manifestazioni, hanno permesso agli appassionati di riascoltare il rombo della mitica Benelli 250; è stata dedicata una cartolina con annullo speciale filatelico delle Poste Italiane e recentemente l’Amministrazione Comunale ha intitolato il Parco Pubblico al suo concittadino grazie alla disponibilità del Sindaco Avv. Marco Bricconi e Vice Sindaco Proff.ssa Maria Lodovica Toma oltre alla collaborazione dell’ Associazione Genitori Insieme.

Un ricordo speciale è stato realizzato dagli studenti  dell’ Istituto Compresivo Statale di Cadeo; un’ emozionante filmato dal titolo “Tarquinio Provini: un campione . . . tanti successi” visibile su You Tube.
 
Marco Loca, nipote di Tarquinio Provini

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