Bonifica “Anche Cassazione riconosce valore delle opere del Consorzio”

La Corte Suprema di Cassazione ha sancito e definito i confini di una capacità di azione dei Consorzi di bonifica che respinge nettamente il ricorso di un consorziato che tendeva a ridurre e sminuire l’evidente incidenza delle attività dell’ente negli equilibri complessivi della gestione del territorio

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Comunicato stampa del Consorzio di Bonifica di Piacenza

Piacenza – La Corte Suprema di Cassazione (Sezione Tributaria Civile)  ha sancito e definito i confini di una capacità di azione dei Consorzi di bonifica che respinge nettamente il ricorso di un consorziato che tendeva a ridurre e sminuire l’evidente incidenza delle attività dell’ente negli equilibri complessivi della gestione del territorio.

La pronuncia della Corte di Cassazione infatti è particolarmente interessante e significativa in termini giurisprudenziali perché afferma espressamente che le opere consortili preposte allo scolo delle acque meteoriche di eccedenza e alla difesa dalle acque esterne , non solo arrecano un beneficio specifico agli immobili da esse serviti  – e non generico (cioè al territorio nel suo complesso) -, ma soprattutto, che la loro presenza assicura di per se’ che detti immobili acquistino “ un maggiore valore” (cfr.pag 4 della sentenza n°27469 – Roma 21-9-2016, depositata il 30 – 12-2016 e resa nota nei giorni scorsi ).

Questo costituisce un autorevole precedente del Giudice di legittimità che, in modo chiaro, si pone in contrasto con le tesi della Commissione Tributaria Provinciale di Piacenza secondo le quali il beneficio connesso ad opere di bonifica esistenti non sarebbe di tipo fondiario , poiché esso non si tradurrebbe “in una qualità del fondo, consistente in un aumento di valore dello stesso”.

Oggi la complessità morfologica del nostro territorio, gli improvvisi cambiamenti climatici sempre più repentini i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti, le interconnessioni dei reticoli fluviali delle molteplici tipologie dei corsi di acqua naturali e di quelli artificiali in comprensori in cui la massiccia urbanizzazione degli ultimi decenni ha spesso dimenticato l’incidenza dei flussi, a volte nefasta sulle comunità, sulle colture e gli opifici industriali obbligano oggi ad una visione globale nella gestione del nostro ambiente così variegato e bisognoso di attenzione quotidiana.

Le conseguenze di una mancata prevenzione e della manutenzione necessaria del paesaggio nelle aree montane corrisponde sempre di più a gravi e onerose conseguenze che si ripercuotono a valle e nelle zone abitate alle periferie dei piccoli e medi centri urbani e delle città. Così amministrazioni avvedute e consapevoli sono coscienti che il livello di difesa idraulica va assolutamente potenziato in un’ottica strategica comune che metta al centro della propria azione la sicurezza del cittadino. In quest’ottica i frazionamenti e le divisioni di competenze, possono creare notevoli rallentamenti non più sottovalutabili, veri e propri ostacoli, a volte insormontabili, nel fornire risposte adeguate e soprattutto in tempi utili ad un territorio in cui il dissesto idrogeologico fa pagare domani un conto assai salato se non si agisce oggi in modo deciso.

Il Consorzio di Bonifica di Piacenza ci tiene a rimarcare inoltre come oggi sia indispensabile agire per tempo restituendo al territorio servito – che beneficia delle azioni costanti di bonifica – quanto nelle sue potenzialità. La cosa fondamentale è la sicurezza dei cittadini e delle proprie attività economiche e sociali e una strategia complessiva che non divida, frazioni e ritardi è l’unica che può garantire difesa e sviluppo del territorio nella sua generalità e abbandonando i particolarismi.

Questa rilevante sentenza della Corte di Cassazione si va ad aggiungere a quanto emanato pochi giorni fa dalla Commissione Tributaria Regionale che aveva già riformato in grado di appello quanto inizialmente emanato dalla Commissione Tributaria Provinciale di Piacenza.

La Commissione Tributaria Regionale infatti, proprio in riferimento alle contestazioni mosse da chi aveva proposto il ricorso al pagamento del tributo di bonifica, ha richiamato che: ” gli interventi di esercizio, adeguamento e manutenzione, effettuati dal Consorzio di Bonifica, oltre a rientrare fra le opere indicate dalla legislazione in materia di bonifica e miglioramento fondiario hanno comportato anche un evidente beneficio sui beni stessi oggetto del ricorso a cui corrisponde un legittimo contributo di bonifica”.

SENTENZE TRIBUTI BONIFICA, CONFEDILIZIA: “SITUAZIONI DIVERSE” – La nota – Confedilizia Piacenza replica al comunicato del Consorzio di bonifica che aveva a suo tempo sostenuto che la sentenza recentemente assunta dalla Commissione tributaria provinciale è superata da una decisione della Commissione tributaria regionale.

“La sentenza della Commissione tributaria provinciale di Piacenza riguarda – fa presente Confedilizia Piacenza – una situazione territoriale totalmente diversa da quella considerata dalla Commissione regionale e non può quindi essere superata da una decisione che riguarda tutt’altro”.

“Il Consorzio – fa presente, ancora, Confedilizia – non si affanni ad allargare la contribuzione coatta a nuove zone sulla base di pretesti e di opere non di sua competenza, magari concordate coi Comuni, che scaricano così sui contribuenti – attraverso il Consorzio di bonifica – spese di loro competenza e che dovrebbero essi finanziare sulla base delle gravose imposte, soprattutto immobiliari, che essi già impongono, spesse volte per fare opere inutili (è il caso di due rotonde in media su dieci) o, peggio, aventi finalità solo clientelari o propagandistiche”.

“Allettano la popolazione indicando opere che farà il Consorzio ma non dicono agli interessati che poi gli arriverà addosso la contribuzione del Consorzio o la pretesa giustificazione di una imposizione illegittima sia pure avallata dal Comune interessato”.

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