Giornata della Pace, “uniti per sconfiggere la violenza”

Nel primo giorno del nuovo anno, la Chiesa ci invita a celebrare la Giornata Mondiale della pace, voluta dal beato Paolo VI cinquant’anni fa. Il Signore doni pace a questi nostri giorni, ai nostri cuori, alle famiglie e ai popoli. Ma insieme all’invocazione, risuoni forte l’appello alla pace che è rivolto a tutti, perché tutti siamo chiamati a diventare artigiani e costruttori di pace

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Il testo dell’omelia pronunciata del Vescovo Gianni Ambrosio nella Cattedrale di Piacenza a Capodanno, Solennità di Maria Santissima Madre di Dio., Giornata Mondiale della Pace 2017.
 

L’omelia – Carissimi fratelli, carissime sorelle

Siamo avvolti dal mistero del Natale del Signore Gesù. A otto giorni dalla festa della nascita di Gesù in mezzo a noi, la Chiesa ci invita a rivolgere il nostro sguardo al bambino e alla sua madre, la Vergine Santa. Celebriamo la solennità di Maria Santissima Madre di Dio: è questo il titolo più antico e più vero che rivolgiamo a colei che è stata chiamata a diventare la Madre del Signore Gesù. L’antica benedizione che Dio aveva consegnato a Mosè perché la trasmettesse ad Aronne e a tutto il popolo è destinata in primo luogo alla giovane donna di Nazareth. In Lei questa splendida benedizione trova il suo pieno compimento: “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Il volto luminoso di Dio risplende su Maria, la Madre del Redentore. È stata chiamata a dare un volto umano al Verbo eterno di Dio che ha voluto far parte dell’esistenza umana, è entrato nel solco della storia umana per aprire la strada verso la salvezza. Santa Maria è la benedetta fra tutte le donne perché da lei, che ha creduto, è nato quel figlio che è la benedizione di Dio per ogni uomo e per l’intera umanità.
 
Anche noi, come i pastori, contempliamo quel Bambino che la Madre custodisce con amore. Cresca in noi lo stupore per il grande mistero dell’amore di Dio che si rivela in Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio che si fa uomo. Egli è il Salvatore che ha donato la sua vita per noi, egli è il Risorto che è vivo in mezzo a noi. Anche noi lodiamo e glorifichiamo Dio seguendo l’esempio dei pastori che se ne tornarono da Betlemme con un canto di ringraziamento e con il cuore pieno di gioia e di speranza. Questa è la missione della Chiesa, la grande famiglia di Dio: accogliere Gesù Cristo e portarlo ai fratelli, annunciando con gioia e speranza l’amore di Dio per noi e per tutta l’umanità. Questa è la missione materna della Chiesa che prolunga nel tempo la maternità santa di Maria, la Madre di Dio.
 
Cari fratelli e sorelle, Natale e pace fanno parte dello stesso disegno di Dio: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”, proclamano gli angeli. È Gesù “la nostra pace” (Ef 2,14), il suo regno è un regno di pace. Nel primo giorno del nuovo anno, la Chiesa ci invita a celebrare la Giornata Mondiale della pace, voluta dal beato Paolo VI cinquant’anni fa. Il Signore doni pace a questi nostri giorni, ai nostri cuori, alle famiglie e ai popoli. Ma insieme all’invocazione, risuoni forte l’appello alla pace che è rivolto a tutti, perché tutti siamo chiamati a diventare artigiani e costruttori di pace, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Ogni persona e ogni popolo, ogni cultura e ogni religione, tutti siamo interpellati e chiamati ad unire le forze per sconfiggere la violenza che genera distruzioni e causa povertà e morti.

Abbiamo davanti agli occhi le tragedie delle varie guerre nel mondo, dalla Siria al Medio Oriente ai Paesi africani. Come pure abbiamo davanti agli occhi gli atti terroristici che si moltiplicano. La guerra è follia che non risolve alcun problema, anzi li aggrava. Anche là dove non vi è una guerra combattuta con le armi, vi è comunque bisogno di pace, di rispetto e di dialogo perché le divisioni, le ostilità, le lacerazioni fanno sempre male.
 
 La non violenza, afferma il Papa nel suo Messaggio, deve diventare lo stile di una politica per la pace. Si tratta di un significato ampio di non violenza, non solo come rifiuto di ogni gesto distruttivo, ma anche come cammino nuovo aperto alla speranza. Si tratta di comprendere che la non violenza è  la via per interrompere la catena dell’occhio per occhio, per spezzare la logica della contrapposizione e del riarmo.

Nella luce del Natale, sappiamo che solo un cuore che ama, conosce il valore della pace: quanto più si ama, tanto più cresce e si consolida la pace. Accogliamo il messaggio del Natale diventando uomini e donne di pace, coltiviamo nel cuore, in famiglia e nelle nostre relazioni pensieri di pace con una mente libera da pregiudizi. Alla Santa Madre di Dio, affidiamo il nuovo anno: la benedizione del Signore scenda su di noi e su tutta l’umanità e la pace cresca e si diffonda nell’intera famiglia umana. Amen.
 
 
 
 
 
 

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