Maloberti (Carne Che Piace): “Riscopriamo il valore della carne”

Lo dichiara Giampaolo Maloberti, presidente del consorzio di allevatori La Carne Che Piace, sottolineando il messaggio che "la carne è un elemento indispensabile"

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“È fondamentale non smettere mai di rimarcare alcune tematiche centrali per le filiere delle carni”.

Lo dichiara Giampaolo Maloberti, presidente del consorzio di allevatori La Carne Che Piace, sottolineando il messaggio che “la carne è un elemento indispensabile dell’alimentazione sana ed equilibrata. È stato dimostrato che una dieta equilibrata non esclude le carni, siano esse bianche, rosa o rosse, un trittico che compone il bollito nel suo insieme”.

“È giusto evidenziare anche la cultura e le tradizioni della carne, in particolare del bollito, un piatto che – sottolinea Maloberti – è un prodotto identitario della gastronomia padana, un prodotto che è tornato a riscuotere interesse e che è stato sdoganato dalla marginalità alla quale era stato relegato dalle mode degli anni Novanta, sedotte dalla novelle cuisine. La missione è consolidare la ripresa dei consumi che, secondo il Rapporto Eurispes, ha accompagnato le prime settimane dell’anno in corso”.

Maloberti conclude attaccando l’Unione Europea: “Questa Europa non tutela più il cibo e l’agroalimentare italiano. Lo sdoganamento di insetti e scorpioni della Ue rischia di creare danni. C’è un disegno per uccidere la zootecnia italiana. Il disegno, magari, prevede un grande stabilimento al centro dell’Europa, gestito da una multinazionale, che pretenderà di dare da mangiare a tutti lo stesso cibo”.

“Questa Europa non ci rappresenta più, perché vuole cancellare la storia del nostro cibo. Ad esempio, perché non si vuole indicare in etichetta da dove proviene precisamente un bovino o un suino? Ci sono Paesi nel mondo che utilizzano ancora estrogeni o farmaci che da noi sono stati vietati da 30 anni. Ma ciò che sta dietro a una mozzarella, a una passata di pomodoro o a una costata di manzo di qualità, una salamella o un salume Dop, gli altri Paesi non ce l’hanno.

Tradizioni millenarie, capacità, know how che risale ai padri dei nostri padri. Agricoltori capaci di produrre prima e trasformare poi i frutti della terra. Artigiani della cucina impareggiabili. E poi gli artisti, gli chef, che cucinano, reinventato e creano utilizzando quei prodotti. Tutti attori che accanto ai cibi oggi mettono le parole sostenibilità, biologico, benessere animale, riduzione di farmaci e fertilizzanti, attenzione all’ambiente”.

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