Ospedali, i comitati uniti ai sindaci: “Dite no al piano di riordino”
Al Baciccia di Piacenza la conferenza stampa con i referenti dei tre comitati, Angelo Boledi per "I Castlan i disano no", Elisabetta Bolzoni per il comitato "No alla chiusura dell'ospedale di Fiorenzuola" e Bruno Galvani per quello a tutela dell'unità spinale di Villanova
Uniscono le forze i comitati di cittadini per la tutela degli ospedali (Fiorenzuola, Castelsangiovanni e Villanova) per chiedere ai sindaci di dire no al piano dell’Ausl di riorganizzazione della rete ospedaliera che verrà illustrato domani in conferenza provinciale sociosanitaria.
Al Baciccia di Piacenza la conferenza stampa con i referenti dei tre comitati, Angelo Boledi per “I Castlan i disan no”, Elisabetta Bolzoni per il comitato “No alla chiusura dell’ospedale di Fiorenzuola” e Bruno Galvani per quello a tutela dell’unità spinale di Villanova, che hanno messo sul tavolo una dote di complessive 40mila firme raccolte nei mesi passati.
Galvani è stato designato portavoce unico del del nuovo organo unitario, con Boledi e Bolzoni vice. Annunciata una manifestazione a Fiorenzuola entro il mese di marzo.
“Insieme abbiamo raccolto 40mila firme – hanno evidenziato – a sostegno della sanità e degli ospedali piacentini e a fronte della presentazione del piano di riordino, abbiamo deciso di fare questa scelta di unità”.
Primo a prendere la parola è stato Angelo Boledi, che ha ricordato: “Per curare le persone servono strutture adeguate e qualità di servizi perché la salute pubblica è garantita dalla Costituzione.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad azioni della direzione generale Ausl che attraverso il riordino della rete ospedaliera ha attuato veri e propri tagli.
Ad esempio a Castelsangiovanni, dove abbiamo raccolto 16mila firme, sono stati spesi 12 milioni di euro per la ristrutturazione dell’ospedale, ma a fronte di macchinari nuovi mancano i medici per farli funzionare, quindi c’è stato un depotenziamento.
Prima avevano 50 letti per la degenza ordinaria, ma oggi sono diventati 24 e dopo la riorganizzazione diventeranno 12 in tutto. I letti globalmente intesi restano 125, ma un ospedale è tale quando riesce ad attrarre i pazienti nel bacino di competenza, per mezzo della specializzazione dei suoi chirurghi e dei suoi medici, più vi sono eccellenze più è appetibile.
Se si tagliano le eccellenze e si trasforma l’ospedale in una specie di day surgery significa che la qualità si abbasserà e la struttura è destinata a perdere anche pazienti”.
Elisabetta Bolzoni del comitato di Fiorenzuola ha spiegato: “Dopo tre anni di battaglia ci troviamo a richiedere quello che avevamo già reclamato nel 2014, oggi si prospetta il trasferimento a Fiorenzuola dell’unità spinale di Villanova e ci aspettano solo tagli e impoverimento dei servizi. Un assetto che imporrà ai cittadini lunghi trasferimenti per avere le cure.
Per questo chiediamo ai sindaci di votare no al piano sanitario di riordino della rete ospedaliera. Le promesse del 2014 sono svanite nel nulla. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha parlato di nessuna chiusura di ospedali a Piacenza, ma questo è in contrasto con quello che è contenuto nel piano dell’Ausl. Per questo vogliamo organizzare una manifestazione unitaria dei comitati a Fiorenzuola prima del voto finale in conferenza sociosanitaria che pare ci sarà entro la fine di marzo”.
Infine Bruno Galvani: “Il problema della riorganizzazione degli ospedali è dibattuto da mesi, ma dipende dalla situazione sanitaria nazionale. Non si stanno investendo più risorse nella sanità. Con un meccanismo perverso di limitazione dei posti letto e del periodo di ricovero dei pazienti. Non possiamo assumere come criterio unicoo la produttività.
I comitati per la difesa della sanità sono ovunque in Italia per riuscire a evitare tagli che stanno squalificando il nostro sistema sanitario. Le risorse nazionali per la sanità subiranno nuovi tagli: per questo l’attività dei nostri comitati è fondamentale”.
“Verranno cancellati tra Fiorenzuola e Villanova 50 posti letto – ha rammentato – e chiusa la struttura di Villanova. I nostri sindaci i devono opporre mi auguro che alzino la testa per evitare che questa situazione ci travolga”.
Da registrare anche l’intervento di Silvia Brega, vicepresidente del comitato di Castello: “Il piano di riordino è solo fumo negli occhi perché in realtà c’è un depotenziamento di tutte le strutture. Anche per i farmaci saranno privilegiati quelli generici e la distribuzione diretta. Così si ridurrà la possibilità di cura. Il nostro appello è ai sindaci l’unica speranza per bloccare questa deriva”.
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