Sofferenza e dignità viste dai giovani: uno straordinario incontro foto

Sala gremita per uno straordinario incontro che è volato via in un attimo. Nell’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, “La Ricerca”

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Sofferenza e dignità viste dai giovani: uno straordinario incontro
 
Sala gremita per uno straordinario incontro che è volato via in un attimo. Nell’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, “La Ricerca” ha dato vita ad uno degli appuntamenti del Festival del diritto attraverso la voce degli studenti e di un giornalista.

Voci che si sono fuse perfettamente attorno al tema “La dignità nella sofferenza, lo sguardo dei giovani”. Ha dato il via il presidente dell’associazione Gianluigi Rubini, che ha sottolineato come tutti i percorsi di recupero nascano dal dolore.

Chi entra a “La Ricerca” – e sono tanti di ogni età – lo fa per trovare una risposta e potersi rialzare dopo una caduta. Cerca un aiuto e una speranza. E, ha detto, il confronto e parlare con altri – che siano esperti o persone che hanno attraversato esperienze analoghe – contribuisce a trovare la soluzione.

Luca Mattiucci del “Corriere della Sera” è tra i fautori delle pagine del “Corriere sociale” che in un mondo dominato da notizie negative e di storie dei potenti si occupa di notizie positive e di storie degli ultimi.

Gli atti di generosità e di coraggio sono molti di più di quanto si possa immaginare e fanno lettura al contrario di quanto si è sempre pensato nei media. Tant’è vero che l’esempio del Corriere è stato seguito da diversi giornali e televisioni.

“Raccontiamo – ha detto – l’Italia che resiste, che affronta problemi che le istituzioni tralasciano. L’Italia di donne e uomini che senza compensi, se non quelli derivanti dalla gioia di dare una mano, chiude i buchi che lo Stato lascia”. Il “Corriere Sociale” lanciò l’appello di persone che non avevano da mangiare, alcuni giorni dopo davanti al portone arrivò un autotreno: “Dove scarichiamo?”.

“Come? Che cosa?” chiesero sbigottiti i redattori. L’aveva mandato un imprenditore che aveva letto la notizia. Il welfare privato è vicino alla gente ed ha una visione delle esigenze ampio e reale che gli permette, come ha rimarcato Matteucci, una capacità di visione che il sistema pubblico non ha. Vede più lontano e sa proporre soluzioni innovative effettivamente legate ai bisogni delle persone.
 
Le altre protagoniste sono state le allieve del Liceo “Colombini” e dell’istituto tecnico “Romagnosi”, e studentesse universitarie della Cattolica di Piacenza, che hanno parlato di come hanno vissuto e di quanto hanno lasciato in loro gli incontri con i malati di Aids de “La Pellegrina”, la partecipazione ai gruppi di auto-mutuo-aiuto dei genitori con figli tossicodipendenti o con problemi psichiatrici, la visita ai senzatetto e ai carcerati seguiti dalla Caritas.

Racconti ascoltati nel silenzio, dimostrazione di una condivisione profonda e sofferta. Ne sono scaturite riflessioni che ne hanno innescate altre tra gli studenti presenti come si intuiva stando tra loro. Ed esposte con naturalezza e linguaggio piano e chiaro. Una conferma – se ce ne fosse bisogno – che sbaglia chi pensa che i giovani siano superficiali e dediti solo allo svago.
 
In quest’incontro, sentito come accade di raro, si è inserito perfettamente anche un momento con le ragazze della scuola Progetto Danza Piacenza di Michela Vicentini, che hanno interpretato un brano dedicato ad un’amica che non c’è più. Coinvolgente e commovente nei passi e nella musica. Si può comunicare vicinanza anche ballando.

I testi degli interventi delle studentesse e il video del balletto sul sito www.laricerca.net 

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