Contro il cyberbullismo, 150 studenti coinvolti “Tutti possono essere vittime” foto

Il progetto, finanziato dal Comune di Piacenza, ha approfondito aspetti legati all’utilizzo improprio delle nuove tecnologie tra adolescenti che può degenerare in forme di cyber bullismo

Prevenire le conseguenze del cyberbullismo prima che sfocino in tragiche conseguenze. Questo l’obiettivo del progetto “A prova di Cyber-Bull”, che ha coinvolto sei classi degli Istituti Marconi-Leonardo, Romagnosi-Casali e Ranieri-Marcora di Piacenza, per un totale di circa 150 studenti.

L’iniziativa, finanziata dal Comune di Piacenza, ha approfondito aspetti legati all’utilizzo improprio delle nuove tecnologie tra adolescenti che  può degenerare in forme di cyber bullismo con conseguenze molto gravi sui protagonisti- bulli, spettatori e vittime.

Nell’aula magna dell’ISII Marconi, in via IV Novembre, si è tenuta la presentazione pubblica del lavoro fatto.

“Abbiamo focalizzato l’attenzione sull’importanza dell’aiuto tra pari, producendo un video che sarà trasmesso su canale Youtube – spiegano Elena Niboli e Giorgia Cocari, psicologhe e psicoterapeute del centro Psiky di Fiorenzuola, coinvolto nel progetto -; tutto questo per dare la possibilità ai ragazzi di toccare con mano qual è l’impatto emotivo del cyberbullismo sulle vittime.”

Gli stessi adolescenti, possono avere una parte attiva nella prevenzione del fenomeno: “Chi è vittima può essere aiutata da un coetaneoo o anche da ragazzi che non hanno vissuto la stessa condizione – continuano le esperte -, ma se dotati di una certa sensibilità e di una certa formazione hanno l’opportunità di aiutare un giovane, appunto un pari,che emotivamente può sentirsi molto più a suo agio, rispetto che in presenza dell’adulto.”

“Oggi le forme di bullismo che colpiscono i giovani sono tante e a volte sono sottovalutate, per cui definire oggi un profilo della vittima o del bullo è davvero molto difficile. Tutti possono essere vittime e tutti inconsapevolmente bulli, perchè è sufficiente, un messaggio, una presa in giro, magari ritenuta innocua, per far partire una serie di conseguenze a rete, su internet e sui social, che possano produrre davvero tantissimi danni e conseguenze negative sulla costruzione della personalità dei ragazzi.”

“Abbiamo guardato un video su un ragazzo preso di mira – racconta uno studente del Leonardo -; da lì abbiamo parlato tra noi ragazzi, mettendoci nei panni di un cyberbullo o della vittima, riflettendo un pò su come potevamo migliorare queste cose. Cosa poteva essere utile fare tra noi ragazzi o come i famigliari potevano avvicinarsi di più a figli e accorgersi dei cambiamenti. Abbiamo cercato un modo per aiutare chi è vittima, per prevedere e curare, prima che si arrivi a tragiche conclusioni”. 

Alla presenza dei docenti e dell’Assessore Giulia Piroli, sono stati gli stessi ragazzi protagonisti dell’attività a raccontare le fasi del lavoro fatto e i risultati più importanti raggiunti.

E’ stato proiettato un video che i ragazzi hanno girato in collaborazione con il Centro Psiky di Fiorenzuola sulle esperienze di “uso pericoloso” della rete e illustrata la modalità  di realizzazione di una rete di aiuto peer to peer dove studenti counselor saranno a disposizione dei compagni più giovani per aiutarli con interventi in presenza oppure via web.

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