Gragnano: diploma per i migranti diventati “volontari comunali” foto

Keita Amidou TChedre del Mali, Abdou Raouf del Togo e Kouname Yao Maxim ivoriano sono i richiedenti asilo a cui l’amministrazione comunale di Gragnano (Piacenza) ha consegnato una certificazione

Keita Amidou TChedre del Mali, Abdou Raouf del Togo e Kouname Yao Maxim ivoriano sono i richiedenti asilo a cui l’amministrazione comunale di Gragnano (Piacenza) ha consegnato una certificazione attestante lo svolgimento in modo continuativo e nel pieno rispetto del Patto di volontariato siglato con l’Auser e il Comune.

Altri si sono impegnati in tal senso, ma in modo discontinuo. Pertanto abbiamo deciso di riconoscere a questi tre ragazzi un attestato ufficiale.

La speranza e l’auspicio sono che, come richiesto recentemente al Ministro dell’Interno Marco Minniti, l’attestazione da parte dell’ente pubblico dei lavori socialmente utili svolti a favore della comunità, possa costituire titolo per una esame più celere della domanda d’asilo o comunque per la ricerca del posto di lavoro.  

“Infatti non ci rassegniamo – afferma nella nota il sindaco di Gragnano Patrizia Calza – ad un sistema di accoglienza che si limita all’assistenzialismo e non è educante, che si limita ad accudire in toto il migrante per il tempo dell’accoglienza e poi lo espelle senza averli insegnato nulla; che non impone ai gestori l’attivazione di percorsi educativi.

Non ci rassegniamo all’idea che persone giovani e forti siano lasciate inoperose per tutto il giorno, perché non è dignitoso e moralmente accettabile.
 
Non ci rassegniamo ad un sistema che sembra occuparsi solo di chi viene accolto e non di chi accoglie e sembra dimenticare che, per dettato costituzionale, da un lato il lavoro è  non solo diritto ma anche dovere a cui ciascuno è costituzionalmente tenuto per contribuire al progresso della collettività dall’altro che  la solidarietà è dovere reciproco”.

“Non ci rassegniamo – prosegue il sindaco – ad un sistema che non tiene in considerazione il merito, che non fa differenza tra chi si attiva e si mette a disposizione della comunità, secondo le sue capacità e possibilità, mettendosi in gioco, e chi invece preferisce usufruire passivamente dell’aiuto offerto.

Per queste ragioni torniamo a chiedere al legislatore l’imposizione di un patto di corresponsabilità reciproca di diritto e doveri per chi accoglie e chi è accolto e avanziamo la proposta di una certificazione del lavoro svolto foriera di vantaggi per il richiedente asilo.  Non siamo legislatori ma semplici amministratori. Proviamo a offrire il nostro contributo”.

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