Verso il derby: Parma forte in attacco, ma incerto in casa

Una sfida che mancava in campionato dal 2009, quando in serie B Parma e Piacenza si affrontarono al Tardini, con i biancorossi capaci di fermare sull’1-1 l’allora squadra allenata da Francesco Guidolin lanciata comunque verso il pronto ritorno in A

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Una sfida che mancava in campionato dal 2009, quando in serie B Parma e Piacenza si affrontarono al Tardini, con i biancorossi capaci di fermare sull’1-1 l’allora squadra allenata da Francesco Guidolin lanciata comunque verso il pronto ritorno in A.

In sette stagioni tante cose sono cambiate con le due formazioni accumunate, seppur in tempi diversi, dal fallimento societario e dalla ripartenza dai dilettanti.

Ora le due squadre provano a tornare grandi dopo aver dominato nella scorsa annata la serie D; lo fanno con percorsi ed investimenti differenti, ma con il comune desiderio di riportare in alto piazze importanti dal passato glorioso.

L’INUTILE RINCORSA AL VENEZIA – Partito con il chiaro desiderio del doppio salto serie D – serie B, il Parma inizialmente allenato da Luigi Apolloni, protagonista e condottiero di una squadra nata sulle ceneri della precedente gestione, si è ben presto scontrato con la realtà di un girone oltremodo difficile e con formazioni terribilmente competitive, come Venezia, Reggiana, Pordenone, Padova e Sambenedettese.

Gli arrivi estivi di giocatori del calibro di Calaiò dallo Spezia, Canini dall’Atalanta, Coly e Scavone dalla Pro Vercelli ed Evacuo dal Novara, non sono stati sufficienti alla coppia dirigenziale Scala-Galassi per garantire ai ducali un campionato di assoluto vertice: la crisi, culminata a novembre con la netta sconfitta interna con il Padova (1-4) ed il conseguente ribaltone con l’esonero in blocco della triade Galassi-Apolloni-Scala, ha certificato il fallimento del progetto tecnico iniziato 16 mesi prima con la formazione all’ottavo posto in classifica.

L’arrivo di Roberto D’Aversa in panchina dopo il breve interregno di Stefano Morrone ha coinciso con una mini-rivoluzione di mercato. In difesa sono arrivati il portiere Frattali dall’Avellino, Di Cesare dal Bari, Iacoponi dall’Entella e Scaglia dal Latina, nonchè dei centrocampisti Munari dal Cagliari e Scozzarella dal Trapani; tanti cambi anche in attacco con le partenze di Evacuo all’Alessandria, Guazzo al Mantova e Melandri al Fano, e la promozione di Nocciolinia titolare.

Un girone di ritorno migliore con 37 punti conseguiti ed una posizione sempre inchiodata alla piazza d’onore, non sufficienti però a tenere il passo del Venezia che con 80 punti finali ha distanziato di 10 lunghezze gli inseguitori giallo-blu.

LE INCERTEZZE CASALINGHE – Oltre 10.000 spettatori di media a partita, solo Foggia e Lecce hanno fatto meglio in tutta la Lega Pro, non determinanti tuttavia a spingere i parmigiani verso la B visti i soli 33 punti al Tardini (ottava posizione) e le ben 6 sconfitte interne patite contro Venezia, Feralpi, Padova , Fano, Ancona e Sud Tirol. 21 le reti subite in 19 incontri (stessi numeri dell’Ancona retrocesso).

Difficoltà casalinghe che nemmeno la gestione D’Aversa, con sole 4 sconfitte in 17 gare (tutte maturate nella parte finale di stagione), è riuscita a risolvere del tutto.

Stella delle formazione è Emanuele Calaiò, capace di 15 reti in 36 gare e capocannoniere della squadra; attenzione anche agli attaccanti esterni Manuel Nocciolini (11 gol in 32 presenze), ed al senegalese Yves Baraye, capace di 9 marcature. Dietro di loro buone prestazioni anche per gli interni di centrocampo Scavone (4 gol) e Munari (3), anche se il vero punto debole può essere rappresentato dalla difesa a 4 rivoluzionata in inverno a causa delle troppe reti subite a domicilio.

Giancarlo Tagliaferri

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