Pisani (Lega) “Genova non apre i rubinetti? Si tenga i suoi rifiuti”

Comunicato stampa di Pietro Pisani, segretario provinciale Lega Nord Piacenza e candidato consigliere comunale. 

Comunicato stampa di Pietro Pisani, segretario provinciale Lega Nord Piacenza e candidato consigliere comunale. 

“I campi sono assetati e qualcuno pensa solo a giocare. Il settore primario – che non a caso si chiama così – è costretto ad assistere inerme al furto d’acqua. La diga del Brugneto è piena di acqua, ma i campi piacentini restano a secco, perché Genova non dà nemmeno una goccia. Se i genovesi si vogliono tenere l’acqua dovrebbero anche tenersi i rifiuti che inviano giornalmente all’inceneritore di Borgoforte. E la retorica inutile e controproducente del centrosinistra, e di qualche associazione agricola, fa il resto”.

E’ il duro commento di Pietro Pisani, segretario provinciale della Lega Nord, dopo l’ennesima iniziativa ludica in Alta Val Trebbia, a scapito degli agricoltori.

L’accordo del 2016 (1,5 milioni di litri di acqua in più rispetto ai 2,5 che già defluiscono in alveo da maggio a settembre dal Brugneto) è scaduto a marzo. La Liguria era stata chiara: “È necessario agire sul risparmio idrico” a causa della siccità, aveva chiosato l’assessore regionale all’Ambiente della Regione Liguria, Giacomo Giampedrone. Insomma, rubinetti chiusi.

“La Liguria difende i propri interessi e i propri agricoltori, il Pd e i loro vassalli, invece, restano con le mani in mano. Incapaci. L’unica cosa che interessa a loro – conclude Pisani – sono le elezioni per continuare a mantenere le poltrone, i posti di potere e aiutare i loro amici”.

“Ben vengano i progetti che fanno riscoprire ai giovani i nostri tesori, la nostra terra e la nostra identità – afferma Pisani – ma dovrebbero essere i benvenuti anche i progetti per l’agricoltura. L’acqua dal Brugneto, inoltre, avrebbe un effetto benefico anche sulle falde della città. L’assenza della Provincia in questa battaglia per l’acqua è proverbiale e all’orizzonte non si vedono soluzioni. C’è un settore economico a rischio e l’agroalimentare piacentino potrebbe subire un altro duro colpo”.

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