Pausa caffé: Il piacentino in coma

Nuovo appuntamento con Pausa Caffé, i racconti di Nereo Trabacchi

Il piacentino in coma 
di Nereo Trabacchi 

Era il 2006 quando accadde. Uscì da un ristorante dopo una piacevole cena tra amici, e una macchina nera condotta da una donna in lacrime, appena lasciata dal fidanzato, lo travolse.

Anni di coma, di attesa, di vorticosa altalena tra speranza e disperazione di chi lo amava e doveva decidere.

Poi accadde, come solo le cose più semplici possono accadere senza anticipazione alcuna del loro avverarsi: semplicemente si svegliò. Erano passati 11 lunghi anni e la sua mente annebbiata necessitò ancora di tempo, e soprattutto di molto lavoro, per tornare a funzionare almeno in parte.

Chiaramente appena riprese il controllo della parola furono indirizzate a medici e parenti fiumi di domande su cosa era accaduto, da quanto era in quelle condizioni e soprattutto su cosa era successo durante la sua assenza.

Vivendola comprese come non fosse possibile immaginare nessuna altra azione, a parte il risveglio dal coma, come la più simile a una sorta di vera resurrezione, là dove ci si trova a dover affrontare l’inizio di una nuova vita stringendo fortemente nella propria mano il manico di una pensante valigia contenente un passato già vissuto.

Il compito più arduo per chi doveva fornirgli le risposte fu nell’aggiornarlo sulle piccole cose locali, piuttosto che su quelle globali, nel soddisfare le sue curiosità sui cambiamenti più vicini alla quotidianità, ma soprattutto saper spiegare il perché del loro avvenimento.

Chiaramente l’ordine ai familiari da parte di chi lo seguiva nel percorso psicologico, fu quello di fornire le notizie nel modo più delicato possibile, alternando una cattiva notizia a una lieta novella…

– Volete dirmi davvero che non esiste più il Baracchino dove prendevo il caffè?

– Sì, però gli ultra 65enni possono continuare la piccola rivoluzione nel viaggiare gratis sui Bus, tutti indistintamente, senza far caso alla fascia di reddito. 

– Che bello, quindi anche gli studenti universitari? 

– No, loro hanno gambe buone, se non possono pagare, cammineranno, tutta salute…

– Ah. Bene. Mi manca casa. Abitiamo sempre dalle parti del Bar Americano vero? In 11 anni saranno finalmente riusciti a risolvere il problema del traffico nella zona, ne sono certo…

– Eh, sì, insomma, ci stanno lavorando, soprattutto per facilitare i pedoni e i ciclisti usando quelli che oggi chiamano cordoli. E’ tutto un mettere, togliere e spostare, ma una soluzione che accontenterà tutti pare essere molto vicina. Il senso unico non è più una direzione come quando ti addormentasti, oggi è una filosofia di vita.. 

– Molto bene, non vedo l’ora di vedere e di capire come è migliorato tutto. Voglio tornare a fare le mie belle passeggiate con il cane fino ai meravigliosi alberi davanti palazzo Farnese…

– Ecco vedi, sì sì le passeggiate fanno bene, ma se vai con il cane dovrai portarti appresso una bottiglia d’acqua…

– Ah, ma certo, per gli effetti della disidratazione che ho avuto durante il coma…

– No, per lavare le pisciate che il cane farà in strada. Ma riposati ora, poi ti spieghiam…

– E poi riassaporare un’altra mia grande passione, il cinema. Mi portate un giornale con la programmazione dei film in centro? Devo mettermi in pari…

– Certo, non appena i medici daranno l’ok ai tuoi occhi per leggere. 

– Il centro, il centro… E cosa mi dite del mio amato centro storico? Dopo anni di lamentele sulla sua fiacca, è finalmente tornata la bella vitalità degli anni passati? Sono rifiorite le attività commerciali di un tempo come, se il mio malandato cervello non ricorda male, era stato promesso?

– Non esattamente, ci siamo vicini, ma non esattamente, però ha aperto Eataly sullo Stradone Farnese… 

– Ittali… l’importante è che offra buoni posti di lavoro… 

– Sì, sì, infatti… 

– Sono curioso, ho perso molto tempo e voglio recuperare. Sono certo però si saranno fatti numerosi passi sul fronte della sicurezza. Ho sentito poco fa in televisione come sia un dramma nelle grandi città, ma in un paesone come Piacenza grande come un quartiere di Milano, non sarà certo stato un problema per i nostri politici tenere a bada quattro immigrati e tre ladruncoli. 

– Certo è tutto sotto controllo, potrai rendertene conto di persona non appena uscirai di qui. Anzi, quale sarà la tua prima tappa?

– Vorrei andare a trovare i miei amici in via Roma, quelli della briscola…

– Ah. Bene, ti ci accompagneremo non appena sarà possibile… Ora davvero, i medici dicono che devi riposare. 

– Ok, ma non è che mi state tenendo nascosto qualcosa?

– Noi? Ma cosa ti salta in mente? 

– Come diceva il mio amato Akira Kurosawa “l’uomo è un genio quando sogna”, quindi io ora dormo un po’, poi al risveglio vorrei mi raccontaste come vanno le cose nella mia amata RDB, non sto più nella pelle all’idea di tornare a lavorare.

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