“Il campo di cemento” di Menzani chiude la fiera “Il libro Giusto”

La fiera Il Libro Giusto a Borgo Faxhall (Piacenza) si chiude con la presentazione de “Il campo di cemento” (Papero Editore) di Giovanni Battista Menzani. Con lui l'editore del volume, Gabriele Dadati, e l'assessore allo Sport Paolo Garetti. Ricordi e storie di calcio (e non solo) del quartiere San Savino. 

La fiera Il Libro Giusto a Borgo Faxhall (Piacenza) si chiude con la presentazione de “Il campo di cemento” (Papero Editore) di Giovanni Battista Menzani. Con lui l’editore del volume, Gabriele Dadati, e l’assessore allo Sport Paolo Garetti. Ricordi e storie di calcio (e non solo) del quartiere San Savino. Menzani, architetto e scrittore, ha pubblicato nel 2014 “L’odore della plastica bruciata” per Liberaria. E’ il direttore creativo di Officine Gutenberg, di cui segue le pubblicazioni. 

LA TRAMA 

“Suo figlio non rientra più nei piani tecnici della società”. Così dice il direttore sportivo di una squadretta di quartiere a un papà che da quel momento ha un bel problema: spiegare l’esclusione a suo figlio di dodici anni. Fargli capire che in un mondo in cui ci si dovrebbe solo divertire c’è uno che si è preso troppo sul serio. All’inizio l’uomo prende tempo e dice una bugia. C’è un guasto all’impianto di irrigazione del campo, oggi niente allenamento. Poi decide che quello sbagliato non è suo figlio. Né tantomeno lui. Quello sbagliato è il direttore sportivo. Una mattina quindi salta il lavoro e gli si presenta con un pezzo di pelle di daino e i cavi della macchina. Lo prende alle spalle. Gli lega le mani e lo ammutolisce. Poi lo carica in macchina. Sono diretti al campetto dell’oratorio di San Savino. 

È qui che inizia un viaggio nei ricordi per raccontare cos’era il calcio per i ragazzini di quel quartiere negli anni Sessanta e Settanta. Cosa significava giocare sul cemento, con le scarpe comprate all’Upim, partite che erano epiche anche solo per la durata infinita. Com’era difficile fare squadre equilibrate. Quali animali da match si presentavano all’appello.

Giovanni Battista Menzani in queste pagine ripercorre, tra slalom e scarpette chiodate, le vie e i campi della Piacenza di qualche anno fa, dove il rotolare di un pallone dava senso alla giornata ed entro sera si era tutti amici.

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