Tra giochi e musica a Gerbido s’inaugura il primo orto per l’autismo FOTO foto

Taglio del nastro per il primo orto di Piacenza dedicato ai ragazzi affetti dallo spettro autistico. L'occasione è stata offerta dal festival "contadino" andato in scena domenica 17 settembre, organizzato da Aps Cosmonauti,Un evento aperto ad adulti e bambini per celebrare l'universo contadino e finanziare importanti progetti sociali, come l'orto auto-evidente per persone con disturbo dello spettro autistico. 

A Gerbido tra giochi, artigiani e musica è stato inaugurato il primo orto di Piacenza per ragazzi affetti dallo spettro autistico. L’occasione è stata offerta dal festival “contadino” andato in scena domenica 17 settembre, organizzato da Aps Cosmonauti, associazione piacentina impegnata dal 2015 nella promozione di attività sociali in ambito agricolo.

Una giornata con laboratori artigianali, giocolieri, tiro alla fune e “bastonate” alla pignatta per i più piccoli, accompagnati da aperitivo, dj set e musica live. Una festa in cascina, tra fieno, frutteto e carri agricoli, per celebrare le tradizioni del mondo agricolo e finanziare importanti progetti sociali.

Al centro della festa, come evidenziato dal presidente dell’associazione Alberto Rossi, la presentazione ufficiale dell’Orto di DaDide, primo orto auto-evidente e sistemico per persone con disturbo dello spettro autistico realizzato da Cosmonauti A.P.S. in convenzione con Cooperativa Sociale Coopselios, grazie al lavoro congiunto di volontari, educatori e i frequentanti del Gruppo Sperimentale Autismo del comune di Piacenza.

Al taglio del nastro (FOTO) anche Danila Bocelli, direttrice di area sociale Coopselios: “È una collaborazione ‘giovane’, partita all’inizio di quest’anno , ma che speriamo si consolidi. Per i ragazzi del gruppo autismo è un’esperienza molto significativa, in questo contesto sperimentano una situazione pre-lavorativa e hanno la possibilità di acquisire capacità tutte a favore delle loro autonomie.”

Fino ad oggi sono nove i ragazzi tra i 18 e i 25 anni che hanno preso parte al progetto, scegliendo di sperimentare una professione all’aria aperta: “L’orto è costruito in base alle esigenze dell’autismo, autoevidente perché si spiega da solo, attraverso il lavoro stesso – sottolinea Marisa Monticelli, coordinatrice ed educatrice gruppo sperimentale autismo -; Lo hanno realizzato insieme a coetanei e volontari, è uno dei primi questo tipo nel nord Italia, direi un’esperienza unica”.

Della stessa idea è Marco Rossi, studente di scienze agroalimentari, che si è messo al servizio dell’orto in qualità di volontario:”Non abbiamo seguito regole sistematiche, lo abbiamo fatto crescere a “misura” degli utenti, compreso chi ha difficoltà motorie, ad esempio collocando della paglia ai lati che permettesse loro di inginocchiarsi. Inoltre è una scelta ecologica e il raccolto viene poi consumato dagli stessi ragazzi e dalle loro famiglie”. 

 

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