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A lezione di sostenibilità e senso civico con Ecodom

Incontro degli studenti della facolta di Food Marketing della Cattolica di Piacenza. 

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Ogni anno sono quasi 96 mila le tonnellate di RAEE – rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche – che vengono gestite da Ecodom, il più grande Sistema Collettivo Italiano che si occupa del corretto smaltimento di questi materiali di scarto.

Un’attività fondamentale che permette di eliminare in sicurezza le sostanze inquinanti contenute nei principali elettrodomestici ed oggetti elettronici di uso quotidiano, ma anche di recuperare le cosiddette materie prime “seconde”, cioè varie leghe metalliche come rame, alluminio e ferro.

Solo nel 2016 Ecodom è riuscita a riciclare l’87,8% del totale dei RAEE gestiti, pari a oltre 84 mila tonnellate di materiale: all’incirca il ferro necessario per costruire 8 Tour Eiffel e il rame per rivestire 21 Statue della Libertà. Risorse fondamentali per un Paese come il nostro, povero di possibilità estrattive.

Ecodom si distingue per risultati di grande efficienza – 42mila trasporti in tutta Italia, con una copertura di oltre 4.500 punti di prelievo e una puntualità nel ritiro del 99,91% – ma la sua azione è solo una goccia in mezzo al mare. Se guardiamo infatti al contesto europeo la delocalizzazione dei rifiuti è la prassi più diffusa, con una serie di conseguenze estremamente dannose per il Pianeta.

Il fenomeno dei RAEE non è assolutamente marginale: annualmente la Comunità europea genera 9,45 milioni di tonnellate di questi rifiuti, dei quali solo un terzo circa viene correttamente gestito. Ben 1,5 milioni di tonnellate all’anno escono dell’Europa destinate a discariche in Africa o in Estremo Oriente, circa 15 volte di più di quello che Ecodom riesce a gestire. 

Con un affondo dettagliato sull’attività del Consorzio, l’Ingegnere Giorgio Arienti ha introdotto i ragazzi del primo anno del corso di Food Marketing e Strategie Commerciali al tema dell’Economia Circolare e della sostenibilità. 

Il messaggio arriva forte e chiaro: è necessario indirizzare il mercato verso un approccio di extended producer responsability, a partire dall’idea che l’impresa, che produce qualcosa e lo mette sul mercato, deve rimanere responsabile di quel prodotto fino alla fine del suo ciclo di vita. Ecodom è in Italia uno dei grandi abilitatori dell’Economia Circolare, poiché si occupa attivamente della sensibilizzazione delle aziende al tema del riciclo e della sostenibilità.

È fondamentale invertire la rotta rispetto a un’economia che opera nella totale indifferenza per le conseguenze che le proprie attività hanno sulla società e sull’ambiente. Diventa oggi sempre più importante definire nuovi modelli di business che possano essere sostenibili, cioè “durare nel tempo”.

E per fare ciò serve un campo di gioco che sia uguale per tutti, con standard di qualità definiti, metodologie di verifica e controlli di processo svolti con auditor qualificati. 

Per concludere l’Ingegner Arienti ha voluto porre l’accento sul problema della misurazione di questo fenomeno: il rapporto di sostenibilità redatto dalle aziende è uno strumento importante per comunicare le misure messe in campo ogni anno per migliorare il proprio impatto ambientale, ma servono dati tracciabili, certificati e per i quali sia sempre possibile risalire alla fonte. 

“One world, don’t waste it”, con questa citazione si è chiusa una lezione ricca di spunti interessanti a metà tra le tematiche di gestione aziendale e la sensibilizzazione civica di ragazzi che si apprestano a diventare la generazione di manager del futuro. 

Michela Piccoli 

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