Maggiore autonomia regionale: Emilia Romagna e Lombardia insieme al negoziato foto

Prima riunione del tavolo di confronto con il Governo, a Bologna, sulla richiesta di maggiore autonomia avanzata da Emilia-Romagna e Lombardia

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Nella sede della Regione Emilia-Romagna il primo incontro dei tre già calendarizzati, con le delegazioni trattanti, i presidenti Bonaccini e Maroni e il sottosegretario Bressa.

Il confronto parte su lavoro e formazione professionale; salute; tutela dell’ambiente; ricerca e sviluppo; commercio estero. Gli assessori emiliano-romagnoli mettono sul tavolo le competenze di cui si chiede la gestione diretta.

Martedì 21 a Milano si prosegue con le altre materie, poi dal 30 novembre a Roma. Il vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Rainieri: “Percorso partito nel modo migliore”

“Abbiamo alle spalle percorsi diversi, ma adesso l’obiettivo è comune, per un traguardo mai raggiunto prima nella storia italiana: ottenere maggiore autonomia, vedere cioè premiate regioni virtuose, applicando la Costituzione e senza mettere in discussione l’unità del Paese. Anche oggi il Governo ha dimostrato grande disponibilità, cosa di cui ringrazio il sottosegretario Bressa, e come ha detto il presidente Maroni stiamo facendo gioco di squadra.

Credo ci siano davvero tutte le condizioni per portare avanti un lavoro serio e chiudere un accordo col Governo entro la fine della legislatura, arrivando a quello che sarebbe un risultato storico e straordinario”.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, si mostra soddisfatto al termine della prima riunione del tavolo di confronto con il Governo, oggi a Bologna, sulla richiesta di maggiore autonomia avanzata da Emilia-Romagna e Lombardia, chiamate insieme al negoziato dall’esecutivo nazionale: la prima dopo aver scelto direttamente la strada prevista dalla Costituzione, che all’articolo 116, terzo comma, consente l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata, la seconda dopo aver svolto un referendum consultivo.

Nella Sala della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna si è dunque svolto il primo dei tre incontri già calendarizzati per discutere delle competenze che le due Regioni chiedono di poter gestire direttamente e con risorse certe: i prossimi saranno martedì 21 a Milano e giovedì 30 novembre a Roma, dove poi si terranno i successivi.

A Bologna il confronto è stato su cinque materie: lavoro e formazione professionale; salute; tutela dell’ambiente; ricerca e sviluppo; commercio estero. Le delegazioni trattanti sono composte dai presidenti delle Giunte regionali, quelli delle Assemblee legislative, i presidenti regionali di Anci e Upi, cioè gli organismi che rappresentano i Comuni e le Province. Oltre agli assessori competenti.

A confrontarsi, questa mattina, erano dunque presenti: i presidenti Bonaccini e Maroni; il sottosegretario per gli Affari regionali, Gianclaudio Bressa; il vicepresidente dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna, Fabio Rainieri, delegato dalla presidente Simonetta Saliera, e il presidente del Consiglio regionale lombardo, Raffaele Cattaneo; gli assessori della Regione Emilia-Romagna Emma Petitti (Bilancio e Riordino istituzionale), Patrizio Bianchi (Lavoro, Scuola, Università), Palma Costi (Attività produttive), Paola Gazzolo (Ambiente) e Sergio Venturi(Sanità) e quelli della Regione Lombardia, Massimo Garavaglia (Economia) e Giovanni Fava (Agricoltura). Presenti il presidente di Anci Emilia-Romagna, Fabrizio Matteucci, e Tiziano Tagliani, presidente della Provincia di Ferrara delegato dal presidente regionale Upi, Giammaria Manghi, oltre a tecnici e dirigenti regionali di Emilia-Romagna e Lombardia. 

Dopo l’introduzione dei presidenti Bonaccini e Maroni, gli assessori regionali dell’Emilia-Romagna hanno spiegato quali sono le competenze richieste in ciascuna delle materie esaminate oggi. In particolare, per poter arrivare ad avere strumenti, anche normativi, e risorse per attivare politiche gestite in maniera autonoma. Con l’indicazione di quelle che potrebbero essere misure concrete.

Fra le altre messe sul tavolo: l’internazionalizzazione del sistema produttivo e commerciale regionale; il rafforzamento dell’attrattività del territorio; il sostegno alle imprese, in particolare alle piccole e medie aziende; politiche attive per il lavoro, per favorire l’occupazione, e politiche passive, per integrare gli attuali ammortizzatori sociali; aumentare la vigilanza, rafforzando il rapporto con gli ispettorati del lavoro; sistema regionale della formazione e dell’istruzione tecnica che porti a un numero annuo di diplomati molto superiore rispetto a oggi e in grado di soddisfare le esigenze del sistema produttivo regionale; un piano di investimenti per l’edilizia scolastica, che comprenda anche la messa in sicurezza sismica di tutte le strutture.

E ancora, passando alla sanità, un piano decennale di investimenti per l’edilizia sanitaria e il ricambio di strumenti di diagnosi e cura; la formazione, in accordo con gli atenei dell’Emilia-Romagna, delle professionalità necessarie al sistema sanitario regionale, in particolare i medici, in vista del forte turn over previsto nei prossimi anni; misure volte a garantire una più equa accessibilità ai servizi sociosanitari da parte dei cittadini anche rideterminando importi e regole di compartecipazione alla spesa diverse da quelle previste a livello nazionale prevedendo la possibilità di rimodulare le esenzioni per reddito in relazione alle fasce di età, alla composizione del nucleo familiare e a particolari necessità di tutela, nel quadro della disciplina dell’ISEE (Indice Situazione Economica Equivalente).

In materia ambientale, la potestà legislativa su norme di dettaglio e semplificazione per prevenzione del dissesto territoriale, produzione di rifiuti, beni demaniali, consolidamento di abitati, vincoli idrogeologici, lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico. 

“Come noto- spiega il presidente Bonaccini- noi abbiamo già definito 12 competenze di cui chiediamo la gestione diretta, ma così come previsto anche nella risoluzione approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa martedì scorso non escludiamo la possibilità di chiederne altre qualora dovessero emergere nel negoziato con il Governo”. 

Le 12 materie già stabilite dalla Giunta regionale sono: rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle Regioni; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; commercio con l’estero; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; governo del territorio; protezione civile; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; tutela della salute; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali; organizzazione della giustizia di pace. Confrontandosi in Assemblea legislativa nelle Commissioni competenti, se ne potrebbero aggiungere altre 4-5 relative a professioni, cultura, sport e agricoltura. 

“Il percorso iniziato oggi in Emilia-Romagna si dovrebbe concludere prima della fine del mandato del governo. Il prossimo martedì saremo a Milano, per poi definire il tutto entro fine mese a Roma”, spiega il vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Fabio Rainieri, delegato dal parlamento regionale a seguire il negoziato con il Governo. “Credo che il percorso che porterà all’autonomia delle Regioni in più materie sia partito nel migliore dei modi”, prosegue, “speriamo di arrivare a breve a una dichiarazione di intenti definitiva, allargando il discorso sull’autonomia anche ad altre Regioni del nostro paese, come abbiamo discusso oggi”. 

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