Spi Cgil: “Più controlli contro violenza su deboli, sì alle telecamere”

“Senza entrare minimamente nel merito delle indagini – scrive il sindacato - e premettendo che in un periodo storico in cui la riduzione del costo del lavoro sembra essere il “mantra” per inseguire efficienza e produttività"

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Violenza sui soggetti deboli e assistenza, Segreteria Spi Cgil Piacenza: “Si aumentino i controlli. Sì alle telecamere” – La nota stampa
 
PIACENZA – “Come Segreteria del sindacato pensionati Spi Cgil di Piacenza, associazione che rappresenta a Piacenza circa 15mila persone, riteniamo utile rendere noto il senso del dibattito che si sta sviluppando al nostro interno, a partire dall’assistenza e dal lavoro di cura in relazione agli intollerabili episodi di violenza che le cronache locali e nazionali stanno facendo emergere nei confronti dei soggetti più esposti alle violenze: bambini, diversamente abili e anziani”.

Inizia così una nota che ieri, mercoledì 15 novembre, la segreteria del sindacato pensionati della Cgil di Piacenza ha inviato alla stampa. 
 
“Senza entrare minimamente nel merito delle indagini – scrive il sindacato – e premettendo che in un periodo storico in cui la riduzione del costo del lavoro sembra essere il “mantra” per inseguire efficienza e produttività, lo Spi, le sue iscritte e i suoi iscritti sottolineano come proprio in questo contesto sia necessario aumentare il controllo sulla qualità dei servizi che vengono destinati alle persone più in difficoltà.

La qualità dei servizi, il controllo delle istituzioni e la collaborazione dei cittadini, quando si parla di assistenza e cura devono essere posti con forza in cima alla priorità. Al di là del merito delle indagini e dei singoli fatti, ci preme trasmettere qui l’appello che abbiamo ricevuto dai capi-lega Spi presenti sul territorio comunale: occorrono più controlli nelle strutture (anziani, disabili e bambini), anche attraverso l’installazione di telecamere nel rispetto di utenti e lavoratori, e occorre rimettere al centro la qualità dei servizi e del lavoro nei contesti di assistenza e cura.
 
“La garanzia che non accadano più dinamiche come quelle che sembrano emergere dalle recenti indagini su maltrattamenti è impossibile averla – conclude la nota – dipende in primis dalla professionalità, dal senso etico e del lavoro di chi svolge questi servizi di assistenza e cura che sappiamo essere molto delicati. Per questo, mettere nelle migliori condizioni possibili di lavoro gli operatori, e in parallelo aumentare i controlli e rendere “trasparente”, ove possibile, la vita dei centri in cui i soggetti più deboli vengono curati e assistiti è una scelta di carattere politico e amministrativo”.

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