Ritratti volontari, Alessandra Corradi: “Impegno per scavalcare l’assistenzialismo”

RITRATTI  VOLONTARI (4) –  Una serie di ritratti di volontari che pubblichiamo in collaborazione con lo SVEP di Piacenza. Quella che segue è la quarta puntata.

ALESSANDRA CORRADI : promuovere dignità.

Presidente dell’associazione “Semi di lino” di Cadeo, pedagogista e presidente della cooperativa sociale “Il Cortile” di Salsomaggiore che si occupa di infanzia giovani e disabilità si forma in ambito parrocchiale e all’interno dell’Azione Cattolica di Piacenza.

L’impegno sociale è una scelta giovanile, cresce insieme a lei e matura negli anni, attraverso varie attività, fino alla nascita di “Semi di lino”.

A un certo punto, però, ho capito che era importante per differenziare la professione di educatrice dal mio impegno di volontariato – precisa fin dalle prime battute, sottolineando come questo passaggio sia stato fondamentale anche per riaffermare la dignità della propria scelta professionale. – Ho scelto, quindi, di collaborare con la Caritas parrocchiale di Cadeo e mi sono resa disponibile a distribuire i pacchi alimentari una volta al mese.

È stato importante fare qualcosa che mi permettesse di aprire un altro sguardo sui bisogni delle persone. –

Nel 2012 nasce l’idea di “Semi di lino” partorita e promossa dal parroco Don Umberto Ciullo che l’appassiona subito per l’obiettivo di fondo di “scavalcare l’assistenzialismo”; ed è così che partono, grazie alla creazione di un gruppo di lavoro e alla collaborazione di sartoria , i corsi di taglio e cucito e di economia domestica.

Prosegue Alessandra Corradi :- Abbiamo avuto fin dall’inizio l’idea di dare alle persone in difficoltà, oltre a un aiuto concreto, anche altre cose importanti come la dignità, la possibilità di sperimentarsi in un settore che potesse procurare loro qualche soddisfazione. È stato molto bello sentirsi dire da una persona impegnata nel laboratorio di sartoria “Grazie perché voi mi avete fatto capire che posso fare qualcosa che mi piace davvero; …e che posso farcela!” –

E conclude: – Io non sono una sarta e nell’associazione non ho potuto portare competenze pratiche ma ho messo a disposizione la mia persona, le mie parole, l’impegno e la responsabilità. Forse per me sarebbe più semplice se fossi capace di cucire ma ho capito che nella vita è importante coltivare anche l’aspetto dell’umiltà; a volte sono lì, in laboratorio, senza poter dare una mano ma è proprio allora che capisco meglio la difficoltà di chi arriva qui senza saper fare nulla.

Da queste persone ho imparato il coraggio e dall’impegno con l’associazione ho imparato quanto è difficile tenere in piedi le cose e gestire un gruppo di persone ma, se devo fare un bilancio, sono soddisfatta per tutto questo e posso dirmi “è sempre dura e a volte devo stringere i denti ma sento di aver contribuito a fare qualcosa di buono e bello!”. –

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