Teatro Gioco Vita, successo per la versione francese di “Io e niente”

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“Moi et Rien”, “Io e Niente”. L’ultima creazione di Teatro Gioco Vita, regia e scene di Fabrizio Montecchi, che in Italia ha debuttato nell’autunno scorso a Mantova alla vetrina internazionale Segni New Generations Festival, è stata presentata per la prima volta nella versione in lingua francese al Festival “A pas contés” di Dijon. Ed è stato un grande successo di pubblico e di critica, raccogliendo consensi anche tra gli operatori presenti.

Una storia intensa e commovente, per dire ai bambini che anche la debolezza e la fragilità possono essere trasformate in forza. Lo spettacolo, dedicato ai bambini dai 5 ai 10 anni, è tratto da “Moi et Rien” di Kitty Crowther, illustratrice e autrice di origini anglo-svedesi che ha scritto e illustrato più di quaranta libri tradotti in tutto il mondo, ottenendo numerosi premi tra cui, nel 2010, il più prestigioso riconoscimento al mondo per la letteratura per l’infanzia, l’ALMA (Astrid Lindgren Memorial Award).

In scena Valeria Barreca e Tiziano Ferrari, che hanno recitato la versione francese del testo tradotta da Isabelle Detrez. Le sagome sono di Nicoletta Garioni (ispirate ai disegni della Crowther), le musiche di Paolo Codognola, i costumi di Tania Fedeli, il disegno luci di Davide Rigodanza, luci e fonica di Alberto Marvisi. Hanno collaborato alla creazione Vera Di Marco (assistente alla regia), Federica Ferrari (realizzazione sagome), Sergio Bernasani (realizzazione scene). Lo spettacolo è stato coprodotto dal centro di produzione teatrale piacentino diretto da Diego Maj con Segni New Generations Festival.

La vetrina “A pas contés” di Dijon, organizzata da ABC – Association Bourguignonne Culturelle – Scène pluridisciplinaire, in programma dal 2 al 16 febbraio, è un festival internazionale di teatro per le giovani generazioni che si rivolge anche agli adulti che accompagnano i ragazzi, alle famiglie, ai centri educativi e alle scuole. Giunto quest’anno alla sua 18° edizione, è aperto a tutte le arti dello spettacolo dal vivo: teatro, marionette e burattini, circo, danza, musica. In cartellone 20 spettacoli di cui 12 nuove creazioni e 3 prime framcesi, per un totale di 79 rappresentazioni. Oltre a compagnie francesi, invitati sei paesi stranieri: Australia, Belgio, Canada-Québec, Spagna e Italia (con Teatro Gioco Vita). Oltre agli spettacoli, convegni e dibattiti rivolti ai professionisti del teatro, installazioni, tavole rotonde e incontri con gli artisti. Una programmazione articolata in dieci spazi tra Dijon e altri paesi del dipartimento della Côte-d’Or.

Ad accompagnare la compagnia d’ombre di Teatro Gioco Vita in occasione del debutto francese di “Io e Niente” il regista e responsabile artistico Fabrizio Montecchi con Helena Tirén dell’ufficio distribuzione. “Qui non c’è niente. Anzi, ci sono io. Niente e io. Niente si chiama Niente. Vive con me, intorno a me.” Così incomincia la storia di Lilà, una bambina che dopo aver perso la mamma e con il papà affranto dal lutto, si crea un amico immaginario, Niente. Assieme a Niente Lilà passa le sue giornate a fare niente. Ma Niente, al contrario di lei, è sempre di buonumore e risponde alla sua profonda indolenza con delicata e costruttiva positività. Al “non c’è niente da fare” di Lilà, Niente risponde che “dal niente si può fare tutto”.

Ed è proprio grazie a questo importante insegnamento che Lilà si convince, dopo una lunga resistenza, ad uscire dal suo isolamento e a piantare i semi di papavero blu dell’Himalaya che la mamma aveva conservato nel grande ripostiglio. Quelli di cui, dice la leggenda, un pettazzurro aveva tenuto i semi nel becco durante un lungo periodo di gelo, per paura che quel fiore sparisse per sempre e che poi aveva piantato nel giardino di una principessa…
La decisione di piantare i semi e di coltivare gli stupendi fiori blu preferiti dalla madre fino a ricreare il meraviglioso giardino di casa, consente a Lilà di attirare l’attenzione del padre e riguadagnare il suo amore.

“La nostra primavera è stata bellissima. Papà è ridiventato il mio papà”, dice Lilà. Segno di quest’amore ritrovato è un regalo lasciato a Lilà dalla madre prima della sua morte e che il padre si decide finalmente a consegnargli. È una piccola scatola che contiene una sorpresa che tutto chiude e tutto spiega, anche l’amico immaginario. Il bizzarro amico di Lilà è proprio la testimonianza che anche dall’assenza, dalla mancanza, qualcosa di prezioso può nascere.

«I temi di cui tratta “Io e Niente” – sono le parole del regista Fabrizio Montecchi – sono importanti, di quelli che solo fino a qualche anno fa si esitava a proporre al pubblico dei bambini. Ma non si può più negare che la dimensione emotiva, che può essere allo stesso tempo psicologica ed esistenziale, gioca un ruolo fondamentale nella loro crescita. Kitty Crowther si rivolge ai bambini sempre con un’estrema delicatezza, un profondo affetto e grande lealtà e onestà». E così è riuscito a fare lo spettacolo, anche nei confronti del pubblico francese.

Foto Del Papa

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