Addio a Emiliano Mondonico: “Amava Piacenza e il Piacenza” IL RICORDO

Ci ha lasciato Emiliano Mondonico, uno degli allenatori più amati del calcio italiano e tra gli avversari storici del Piacenza. Nel suo lungo peregrinare in Serie A e B ha legato il suo nome a Cremonese, Torino, Atalanta, AlbinoLeffe, Napoli, Cosenza, Novara, Fiorentina e altre ancora.

Emiliano Mondonico

Aveva 71 anni, compiuti lo scorso 9 marzo. La malattia lo aveva colpito diversi anni fa, ma Mondonico aveva reagito e vinto la prima battaglia contro il cancro. Poi la ricaduta fino all’epilogo. Ci piace ricordarlo come un “nemico” di tanti derby del Po, ma anche come un grande allenatore e un uomo di valore.

“AMAVA PIACENZA E IL PIACENZA ” – Il RICORDO di Luigi CariniIl nome Emiliano Mondonico rievoca sinistri ricordi per i tifosi piacentini, tradizionali ed accesissimi rivali dei “cugini” cremonesi. Il “Mondo”, infatti, era il nostro incubo.
 Correva il 29 ottobre ’72 quando il giocatore cremonese iniziò il ruolo di “killer” nei nostri confronti. In quel giorno il derby del Po sembrava avviato ad uno 0-0, quando l’attaccante grigiorosso trovò lo spiraglio giusto all’’86. Sulla panchina del Piacenza c’era allora Gian Carlo Cella che, dopo altri due pari a reti bianche, si prese la rivincita il 10 febbraio ’74 battendo la Cremonese per 2-1.

Nei derby successivi Mondonico segnò ancora 4 reti, la più beffarda e dolorosa il 20 febbraio ’77 quando sui titoli di coda (’89) segnò il gol del pareggio (1-1) mentre i tifosi piacentini stavano già festeggiando una vittoria meritatissima che avrebbe dovuto essere di ben altre proporzioni per le occasioni mancate dopo l’iniziale gol di Gottardo.


In tempi successivi, divenuto Mondonico allenatore (Cremonese, Torino, Atalanta e Fiorentina) conoscemmo di persona il nostro personaggio nativo di Rivolta d’Adda, dove i genitori conducevano un ristorante-trattoria proprio vicino al ponte sul fiume. Una sera, in compagnia del dottor Brolis, eravamo andati a trovarlo proprio nella trattoria, non solo per parlare di calcio ma per una sfida a scopone scientifico, gioco in cui si riteneva molto bravo. “Meglio dell’allenatore”, diceva. Quella sera Mondonico era stato trattenuto a Bergamo per un infortunio di un suo giocatore e la sfida a carte venne rinviata sine die e non fu più consumata.


Delle sue qualità di giocatore e allenatore parlano fatti ed risultati e quindi non mi resta nulla da aggiungere; invece, mi piace sottolineare le sue doti umane. Semplice, gentile, umile e generoso: parlava di calcio senza mai atteggiarsi a maestro, o tanto meno mago, ma con l’interesse di discutere le sue opinioni. Arguto, istrionico e graffiante, non era mai banale nelle sue osservazioni che esaltavano una profonda cultura calcistica come quella che nasce e si sviluppa nell’oratorio, dove accanto alla qualità tecniche si insegnano quelle morali. Era, soprattutto, una persona onesta e sincera, valori assai rari nel mondo del calcio e, sembrerà strano, amava Piacenza ed il Piacenza.

“Mi spiace che ci siano tifosi piacentini ce l’abbiano con me, ma io quando facevo gol ero contento per la mia Cremonese e non perché perdeva il Piacenza” Mi confessò un giorno. A conferma di ciò ricordiamo ancora le sue parole alla stampa ed in tv all’indomani dell’ingiusta retrocessione dalla serie A del Piacenza nello storico 5 maggio del ’93. Fu uno dei pochi a parlare di ingiustizia ed in più verso il presidente Garilli aveva un’enorme stima e simpatia.
 Quando si ammalò, qualche anno fa, gli mandammo una mail d’incoraggiamento e quando sembrò aver superato il male ripetemmo l’email congratulandoci. Mi ringraziò entrambe le volte, ma non sembrava convinto e rispose con la solita ironia.

LA SCHEDA BIO (wikipedia)

IL RICORDO SU BERGAMONEWS

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