Montagna, in un anno 431 interventi contro il dissesto da Piacenza a Rimini

Bologna – 431 interventi per opere di sicurezza territoriale e contro il dissesto in Appennino. Interventi realizzati lo scorso anno dai Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna, che hanno reinvestito nelle aree montane della regione il 73,5% dei contributi di bonifica riscossi: 13,5 milioni di euro sul totale di 18,4 milioni. Obiettivo: accrescere la sicurezza del territorio con azioni di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico.

In Regione a Bologna è stato fatto il punto con gli assessori alla Difesa del suolo Paola Gazzolo e Agricoltura Simona Caselli, in occasione della Conferenza annuale sull’attuazione del Protocollo d’intesa firmato nel 2013 da Regione Emilia-Romagna, Unione nazionale Comuni ed Enti montani (Uncem), Associazione nazionale Consorzi di bonifica (Anbi) Emilia-Romagna per dare piena applicazione alle disposizioni regionali (Legge r. 7/2012) e utilizzare a favore del territorio dell’Appennino i proventi del contributo di bonifica, salva la quota proporzionale relativa alle spese generali di funzionamento dei Consorzi.

I lavori realizzati lo scorso anno hanno riguardato il presidio dei torrenti e fossi minori, il consolidamento dei versanti della montagna, la manutenzione della vegetazione lungo i corsi d’acqua, delle strade e degli acquedotti di bonifica in diverse località in vari comuni a Piacenza, Parma, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

“Lo scorso anno avevamo indicato l’obiettivo di reinvestire in progetti, manutenzioni e interventi per la montagna il 70% delle risorse di bonifica provenienti dai cittadini e dalle imprese di questo territorio: il risultato è pienamente centrato e superato, toccando il 73,5%”, hanno spiegato gli assessori regionali Paola Gazzolo e Simona Caselli -. I Consorzi hanno fatto un buon lavoro, in rete con la Regione, l’Agenzia regionale di sicurezza territoriale e protezione civile e le Unioni di Comuni montane: hanno messo in campo un impegno evidente per ridurre i costi generali di funzionamento dei servizi e di riscossione e i numeri dimostrano i progressi compiuti. Ora serve continuare sulla strada tracciata per ottenere risultati sempre migliori a vantaggio del nostro Appennino”.

“La prevenzione è il pilastro dell’azione regionale per assicurare la sicurezza del territorio – concludono Gazzolo e Caselli – e la piena collaborazione di tutti i soggetti competenti è fondamentale nella strategia di crescita dell’intero Appennino”

“Nel 2017 le aspettative sono state ampiamente confermate con un impegno concreto e misurabile in una miriade di piccoli medi interventi destinati a rafforzare il mosaico dei bisogni collettivi”, ha rimarcato Massimiliano Pederzoli – presidente di Anbi Emilia Romagna. “Se si pensa infatti che i sette Consorzi di bonifica emiliano-romagnoli, operanti in montagna, hanno superato ampiamente la percentuale del 70% di reinvestimenti nelle aree montane individuate, impiegando oltre 17 milioni di euro se si considerano anche le risorse messe a disposizione da regione e finanziamenti europei, il quadro della portata degli investimenti si fa chiaro e soprattutto conferma la continuità e il miglioramento nell’esecuzione dei lavori per zone che ne hanno primario bisogno”.

Soddisfazione è stata espressa anche dal Presidente di Uncem, Giambattista Pasini. “L’opera di coordinamento con la Regione e gli enti locali ha dato i suoi frutti: i Consorzi hanno definito una programmazione di interventi condivisa con le Unione montane facendo compiere un salto di qualità evidente in termini di sicurezza e prevenzione del dissesto. Ora – ha concluso – andiamo avanti insieme individuando le priorità su cui serve ancora agire, bacino per bacino, per dare risposte sempre più efficaci alla popolazione”.

Gli interventi previsti quest’anno – 
Entro l’estate, la Regione approverà inoltre il bando del Programma di sviluppo rurale da16 milioni 800 mila euro per sostenere interventi di riduzione delle conseguenze di calamità naturali, avversità climatiche e la prevenzione dei fenomeni franosi. Una misura di enorme importanza per la salvaguardia dei terreni agricoli nell’Appennino a cui i Consorzi di Bonifica e le Unioni di Comuni montani potranno contribuire grazie alle loro capacità tecniche e operative.

Tra le novità annunciate per quest’anno, la semplificazione delle procedure per lo svolgimento dei lavori a cura dei Consorzi di bonifica. In particolare non sarà più necessaria l’autorizzazione sul vincolo idrogeologico che i Consorzi ora devono richiedere alle Unioni dei Comuni Montani o agli altri enti delegati da parte della Regione. Per svolgere i lavori, basterà una semplice comunicazione come previsto per le opere svolte da Province e Regione. La Regione punta anche a far crescere il numero di convenzioni per la gestione del reticolo idrografico minore, previsto anche da una specifica legge regionale (la 16/2017 sulle norme in campo ambientale).

I Consorzi di bonifica e la loro attività 
In tutto sono 7 i Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna che hanno competenze su 12 mila chilometri quadrati di territorio regionale di montagna, pari al 52% dell’estensione dell’intera regione.

Tutti reinvestono in montagna oltre il 70% dei proventi della contribuzione raccolta in Appennino. Il Consorzio di bonifica della Romagna occidentale ha attivato 33 cantieri con il 76,22% dei 3 milioni 120 mila euro in tutto introitati.

Segue il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale che, su circa 2 milioni 900 mila euro circa di contribuenza montana, ne ha investito il 75,64% in 60 cantieri; il Consorzio della bonifica Renana con il 74,76% dei 3 milioni 726 mila euro incassati per 59 interventi; il Consorzio della bonifica Burana con il 74,62% di 1 milione 368 mila euro per 31 opere; il Consorzio di bonifica di Piacenza con il 72,04 del totale di 1 milione 475 mila euro per 52 lavori.

La Bonifica parmense ha reinvestito il 70,47% della contribuenza montana di 3 milioni 118 mila euro per 136 cantieri e il Consorzio di bonifica della Romagna il 70,31% di 2 milioni 662 mila euro per 60 interventi.
Tra i dati presentati oggi, oltre all’aumento della percentuale di investimento che in media passa dal 66% del 2016 al 73.5% del 2017, è emerso anche l’aumento complessivo del 15% degli investimenti effettuati dai Consorzi (a fronte di un aumento medio della contribuenza del 3,5%) e una crescita del 30% dei lavori in appalto. Sono invece diminuite del 9% le spese di funzionamento e dell’8% le spese di riscossione e tenuta catasto. /OC

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