Il consiglio dice sì al nuovo ospedale e “salva” la Pertite foto

Sì al nuovo ospedale e no alla sua realizzazione sull’area della Pertite.

L’amministrazione Barbieri porta a casa un risultato pieno, con l’approvazione, in consiglio comunale, dell’ordine del giorno presentato dallo stesso sindaco. Un testo che è poi stato integrato con un emendamento di Fratelli d’Italia, incentrato sullo stralcio delle due aree pubbliche Pertite e Lusignani.

IL VIDEO DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE

L’ordine del giorno riassume le posizioni già espresse da Patrizia Barbieri sul tema: sì al nuovo ospedale perché è il mondo sanitario a chiederlo, definizione di un accordo di programma per la sua realizzazione e chiarezza sui costi, a carico della Regione. L’area? Sarà scelta sul mercato privato, con una gara e evidenza pubblica.

L’emendamento di FdI integra il documento chiarendo che Pertite e Lusignani non sono aree adatte, la prima per l’inquinamento in cui versa il terreno e per il non aver risolto la questione della pista prova per autocarri (da spostare in altra sede), la seconda invece perché troppo piccola per poter ospitare un ospedale moderno.

Sia ordine del giorno che emendamento hanno portato a un netto voto positivo, scompaginando gli assetti di maggioranza e opposizione, complice anche la lettera dell’assessore regionale Sergio Venturi, letta pubblicamente dal sindaco in apertura di seduta (qui sotto la sua reazione), in cui si prospetta il rischio di danni erariali nel caso in cui l’ospedale non venga realizzato su un’area pubblica, ossia la Pertite.

Posizione sposata dal gruppo consiliare del Pd, unico a votare contro l’ordine del giorno del sindaco, sostenuto invece da tutta la maggioranza, cui si sono aggiunti i gruppi consiliari Liberi, Gruppo Misto.

Non hanno invece partecipato al voto Piacenza in Comune, M5s e Piacenza Più.

Il pubblico in sala

IL DIBATTITO – Gli ordini del giorno in discussione, tutti legati alla questione del nuovo ospedale, erano 8 all’apertura della discussione.

Tommaso Foti (FdI) annuncia l’intenzione di ritirare quello presentato dal proprio partito, annunciato in conferenza stampa nei giorni scorsi, in sostituzione di emendamento che integra quello del sindaco Barbieri. Le correzioni apportate vanno nella direzione di rispondere alla lettera di Venturi, e spiegare cioè perché la Pertite e l’altra area pubblica, ossia la Lusignani non vanno bene (“Siamo certi che sostenere le spese ingenti di una bonifica come quella necessaria alla Pertite sia davvero un risparmio per l’ente pubblico?” dice Foti).

Viene poi su proposta di Massimo Trespidi (Liberi) viene invertito l’ordine dei lavori, e si discute prima l’emendamento di FdI (approvato a maggioranza) e poi l’ordine del giorno del sindaco così modificato, a cui viene dato il via libera da una maggioranza estesa.

“Questo ordine del giorno – dice Trespidi – è frutto del lavoro svolto durante la commissione ospedale. Non nasce oggi una maggioranza diversa, abbiamo sempre detto che la nostra sarebbe stata una opposizione costruttiva. Diamo il nostro contributo per il bene comune. Oggi scriviamo una pagina importante per la nostra città: iniziamo un percorso che ci porterà ad avere un’opera che, dal punto di vista finanziario e dell’impatto sociale, non ha uguali da 20 anni a questa parte”.

L’impressione è che la lettera di Venturi abbia in realtà irritato e ricompattato un fronte più esteso della sola maggioranza.

Anche i più critici nei confronti del progetto dell’ospedale in se’ e non solo della sua localizzazione alla Pertite decidono di ritirare i propri ordini del giorno, come Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) e Andrea Pugni e Sergio Dagnino (M5s).

“Quella sul nuovo ospedale è una discussione al ribasso – dice Rabuffi – L’ospedale non si farà alla Pertite, piaccia o non piaccia alla Regione. Se non si farà alla Pertite è perché c’è stata la perseveranza dei cittadini, che si sono opposti al vederlo trasformare in giardinetto dell’ospedale da bosco in città”.

“Il nostro – afferma Dagnino – non è un no a priori al nuovo ospedale. Noi abbiamo sempre espresso dubbi su questa operazione, perché è nebulosa e poco chiara. I dubbi che avevamo non si sono chiariti, anzi. Continuiamo a ritenere che le risorse necessarie per la realizzazione di quest’opera debbano invece essere destinate alla sanità piacentina, che ha diversi problemi”.

“Abbiamo deciso di non partecipare al voto, perché ribadiamo la nostra opinione su questo progetto – continua Pugni – ma se fossimo invece favorevoli alla realizzazione del nuovo ospedale, voteremmo senza problemi emendamento e ordine del giorno”.

Di opinione opposta è il gruppo consiliare del Pd, che insiste invece sul rischio di veder compromesso, qualora non venga scelta un’area pubblica, il progetto del nuovo ospedale. Su questi temi sono incentrati due odg presentati dai Dem, poi respinti.

“Stupisce questa presa di posizione contro l’assessore Venturi – sostiene il capogruppo Stefano Cugini -, perché era già nota e dice una cosa piuttosto banale. Se si rinuncia all’opzione che dovrebbe essere meno costosa va motivata. Non oso immaginare cosa avreste detto a parti inverse, se fossimo stati noi del centrosinistra a scegliere un’area privata al posto di quella pubblica. Noi abbiamo due priorità: riuscire a portare a casa il nuovo ospedale ed avere del verde fruibile, non il parco in città”.

“Sono d’accordo con il sindaco che la coerenza sia importante – aggiunge Christian Fiazza (Pd) – e che non debbano essere ripetuti gli errori nella scelta dell’area commessi nel 1974. Ma non siamo certi della legittimità dell’ordine del giorno, anche così emendato”.

PRESSING DELLA REGIONE SULLA PERTITE, BARBIERI “BASTA A QUESTI GIOCHETTI” – La seduta del consiglio comunale di Piacenza dedicata al nuovo ospedale si apre con lo sfogo del sindaco Patrizia Barbieri, dovuto alla lettera inviata dall’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi, il quale prospetta il rischio di danni erariali qualora non venga scelta una delle due aree pubbliche, in particolar modo quella della Pertite, giudicata la più adatta ad ospitare la struttura ospedaliera.

“In ogni caso – scrive Venturi nella lettera – un’eventuale individuazione di aree private da parte del Comune dovrà avvenire secondo le dovute procedure di acquisizione ad evidenza pubblica richieste dalla legge”. La Regione – si conclude – ribadisce l’impegno per la realizzazione e finanziamento dell’opera, richiamando però sulla “tempistica”: “E’ necessario definire un tempogramma che stabilisca innanzitutto tempi certi per l’individuazione dell’area edificativa”.

“E’ una lettera fuori contesto, perché se si vuole fare un casus belli sulla Pertite lo si dica. Un momento la Regione dice che spetta al Comune fare una scelta sull’area, anche se in realtà sarebbe più corretto farla insieme. Invece Bologna – dice il primo cittadino – sembra dire “Vai pure dove vuoi, purché sia la Pertite”.

“Al termine dell’incontro con l’assessore Venturi dei giorni scorsi non c’era un obbligo di scelta sull’area, perché qui non si vuole fare gli interessi di nessuno”.

Barbieri non ci sta a subire questo “pressing psicologico“. “Si parla di area immediatamente disponibile, in realtà non è così: per poterla avere a disposizione va spostata la pista di prova per autocarri. Le nostre contrarietà alle ipotesi della Lusignani e Pertite non sono di carattere politico, ma tecnico. Sono aree inidonee ad ospitare l’ospedale”.

“Qui c’è la ferma volontà a realizzare il nuovo ospedale – continua Barbieri – ed è una decisione che siamo pronti ad assumere per rispondere ad esigenze di carattere sanitario, non di tipo immobiliare. Non si può sbagliare la scelta dell’area perché noi siamo chiamati a dare una risposta alle esigenze della popolazione”.

“Mi sembrava che il percorso fosse stato condiviso, con la decisione di scegliere l’area – continua – attraverso manifestazione d’interesse e con un percorso partecipato entro novembre. Questo perché se per la Regione è necessario che da noi arrivi l’indicazione dell’area, per noi è fondamentale che vengano messe a bilancio le risorse necessarie“.

“A questi giochetti – conclude il sindaco – noi non ci stiamo”.

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