“Decreto dignità, molte criticità per imprese e lavoratori”. Incontro in Confindustria foto

“Una normativa che crea notevoli criticità, per le imprese ma anche per i lavoratori”.

Nella sede di Confindustria a Piacenza si è fatto il punto sul cosiddetto “decreto dignità”, varato dal Governo ed entrato in vigore lo scorso 14 luglio, in un incontro che l’associazione ha organizzato con le imprese per una prima lettura delle significative modifiche, apportate in particolare al contratto a tempo determinato.

La normativa prevede infatti una stretta sui contratti a termine, la cui durata complessiva scende da 36 a 24 mesi, con la possibilità di proroghe che passa da cinque a quattro.

“Di fatto però – sottolinea il vicedirettore e responsabile dell’Ufficio relazioni industriali di Confindustria Piacenza Giuseppe Cella – il decreto riduce il contratto a termine a 12 mesi, in quanto la possibilità di estenderlo a 24 è subordinata all’introduzione di causali praticamente impossibili da gestire e che potrebbero dare luogo a contenziosi giudiziari molto pericolosi per le imprese”.

Il rischio – spiega quindi Cella – è che le aziende riducano drasticamente l’utilizzo del contratto a termine nella sua durata: questo potrebbe voler dire, soprattutto su professionalità medio o medio basse, che l’azienda potrebbe essere costretta alla fine dei 12 mesi a lasciare a casa il lavoratore, ed eventualmente sostituirlo con un altro, per evitare il rischio di contenziosi: un fenomeno che ci dicono già oggi essere presente nelle imprese”.

“Si diceva poi di voler ridurre il carico delle imprese dal punto di vista dei contributi, invece vi è un aggravio di costi, visto che il contratto a termine è gravato pesantemente di oneri contributivi”.