“Le seconde generazioni alla guida dell’Islam italiano” Intervista a Baradai foto
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Il direttore della Comunità Islamica di Piacenza Yassine Baradai ricopre da qualche giorno un ruolo importante nell’ambito dell’Islam italiano: è stato eletto nuovo Segretario Generale dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia.
Un incarico prestigioso per Baradai: prende il posto di Yassine Lafram, che gli undici consiglieri designati dall’assemblea generale riunita a Bologna hanno eletto come nuovo presidente. Lafram, classe ‘85, è presidente della Comunità Islamica di Bologna.
In questa intervista chiediamo a Baradai quale sarà il suo compito e quali sono le sfide della comunità dei musulmani italiani, circa 2 milioni di persone che risiedono e lavorano nel nostro Paese.
Quale sarà il tuo ruolo nell’Ucoii? Spiegaci esattamente da chi è composta l’associazione e chi rappresenta oggi in Italia.
L’Ucoii è l’acronimo di Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. Nata più di 50 anni fa, è la più antica e più rappresentativa organizzazione islamica d’Italia. Racchiude al suo interno diverse comunità dislocate su tutto il territorio nazionale, circa 150 realtà ufficiali.
Durante l’ultima assemblea delle Comunità tenutasi a Bologna l’8 luglio scorso, sono stato eletto assieme ad altri 10 membri per l’organo esecutivo dell’organizzazione. Questi 10 membri poi mi hanno eletto segretario nazionale. Il mio ruolo è quello di coordinare il lavoro degli altri membri e di tenere le comunicazioni con le varie realtà che rappresentiamo.
Qual è la situazione dell’islam in Italia? Quali sono i temi di più stretta attualità da affrontare?
L’Islam in Italia ha visto uno sviluppo importante negli ultimi anni. La comunità è passata da essere ospite, ad essere parte attiva del tessuto sociale, cosciente appieno del suo senso civico e della sua completa appartenenza all’Italia. Le cosiddette “seconde generazioni”, a cui appartengo, sono divenute una realtà importante e ora, con queste elezioni e per la prima volta, guidano l’organizzazione di riferimento per milioni di musulmani in Italia.
I temi da affrontare sono molti, ma sicuramente il primo è un percorso che porti all’intesa con lo Stato. Questo passaggio sarebbe nel pieno interesse del nostro Paese per regolamentare e riconoscere la presenza di una comunità così importante anche a livello numerico (circa 2 milioni di musulmani).
I temi sociali sono senza dubbio un’emergenza che colpisce tutti indistintamente e di fronte alla quale dobbiamo essere tutti coesi nell’affrontarla nei migliori dei modi. Di argomenti da affrontare sono molti, ma mi limito a questi due che sono senza dubbio i più impellenti.
I rapporti con il nuovo governo saranno più difficili o no? Come sono i rapporti con le istituzioni?
Nel corso della vita dell’Ucoii i rapporti con le istituzioni sono sempre stati ottimi. La nostra organizzazione infatti ha partecipato quasi sempre a tutti i tavoli relativi al tema Islam istituiti dai vari ministeri ed in particolare dal Ministero degli Interni e ha prodotto e sottoscritto documenti molto importanti come la carta dei valori.
Abbiamo siglato recentemente un accordo d’intesa con il Ministero della Giustizia, per un programma pilota per poter combattere i radicalismi dentro le carceri mediante l’autorizzazione all’accesso ai centri di detenzione di ministri di culto musulmani.
Sappiamo che il nuovo governo ha grande attenzione per la nostra comunità, ma non abbiamo ancora avuto modo di interagire con nessuno visto che siamo ancora freschi di insediamento. È però una delle nostre priorità nei prossimi giorni incontrare alcune istituzioni per portare le nostre istanze e riconfermare la nostra piena disponibilità alla collaborazione.
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