Il lungo ’68 piacentino, momento collettivo al servizio del cambiamento foto

Più informazioni su

Piramidi di polistirolo in piazza, la verifica del miracolo di San Damiano oppure fogli volanti che invocano basta, con tanto di punto esclamativo. Basta con l’individualismo, basta con la società dei consumi e pure basta con l’arte! E’ un assaggio del lunghissimo Sessantotto artistico di Piacenza, al centro dell’omonima rassegna di appuntamenti sul tema curata da Cristina Casero (docente dell’università degli Studi di Parma) e Jennifer Malvezzi (ricercatrice piacentina), in collaborazione con l’associazione Patners e il Laboratorio di Alberto Esse.

Quattro gli eventi in calendario all’auditorium della Fondazione di via S. Eufemia, dove mercoledì 10 ottobre la manifestazione ha esordito con la testimonianza di alcuni protagonisti della scena artistica del periodo, in una tavola rotonda moderata da Casero e Malvezzi. Presenti in carne e ossa William Xerra, Alberto Esse e Adriano Corsi, mentre Roberto Comini è stato raggiunto via Skype e Luigi Gorra ha parlato al pubblico attraverso un video registrato per l’occasione.

Obiettivo del progetto, come ricordato da Cristina Casero, è indagare la situazione piacentina anche in relazione agli avvenimenti nazionali e internazionali , oltre a comprendere il tessuto che ha visto formarsi una generazione di artisti, capaci di condividere alcune istanze, pur divergendo da significativi punti di vista.

In Europa e nel mondo il ’68 è stato rottura dirompente con il passato, in arte una rivoluzione giunta, a passi più lenti, anche in Italia. Una rivisitazione critica a Piacenza; città pragmatica, in quegli anni feconda come dimostrano le importanti esperienze del festival della “Non art” e di “foglio Volante” , ma anche un po’ “immobile” nel suo provincialismo, come ha poi sottolineato l’artista William Xerra.

Malvezzi ha ricostruito le coordinate storiche del tempo, evidenziando alcuni punti chiave; sulla soglia del’68 il gruppo A (che riuniva anche alcuni degli artisti presenti in conferenza ndr)  si pone il problema di come superare l’informale, quesito di respiro internazionale, e di come ‘svecchiare’ l’arte piacentina, di cui Lorenzo Spagnoli, William Xerra e Ugo Locatelli sono stati illustri esponenti.

“Poi la mostra ‘Piacenza ‘67’ a Palazzo Gotico – continua la studiosa – con l’avvicinamento alle istanze politiche e alla popart italiana. D’importanza fondamentale nello stesso anno l’esperienza di Fiumalbo (dialogo con i poeti dell’arte visiva italiana- Spatola, Vaccari, Vassalli), dalla quale nascerà in città il ‘Centro di documentazione visiva’ e successivamente Foglio Volante” (1968), con Alberto Esse protagonista.

Nel ’69 il “Festival della Non -art” trova a Piacenza una risposta di compromesso nel “Laboratorio polare di cultura e Arte”, animato da Adriano Corsi e “Alberto Esse”. Fecondità avanguardia anche in ambito cinematografico con il “Festival di cinema sperimentale” di Ugo Locatelli.

E’ soprattutto la voce diretta degli artisti ha far rivivere quegli anni, in un coacervo di esperienze dove simili e diversi punti di vista hanno fatto la differenza.

“Eravamo politicizzati, entravamo nella vita quotidiana”- dice Roberto Comini in diretta da Marsiglia. “Non concepivamo l’arte come fatto personale, era esclusiva espressione collettiva”.

Un fil rouge che unisce tutta la generazione di artisti, dal più “silenzioso” William Xerra al “lottatore di piazza” Alberto Esse.

Xerra “legato al piacere del fare” più che “all’urlo del moto rivoluzionario”, Esse protagonista protagonista di spicco del fermento politico, con “l’arte comunicativa” di Foglio volante. “Basta con l’arte di potere; sì all’arte di guerriglia” recitava il volantino.

Molti bersagli di “Foglio volante (consumismo, gruppi di potere, mercato) non sono certamente stati abbattuti- ha problematicamente evidenziato Casero, “ma la sua funzione di critica alternativa contro la manipolazione delle coscienze esercitata dai media è una risorsa valida ancora oggi”spiega Esse.

“Come poteva conciliarsi la figura dell’artista con istanze politiche così radicali”? Puntuale la risposta di Adriano Corsi: “L’incontro – scontro tra Truffaut e Godart nel 69’ segna in Francia la fine della sperimentazione artistica d’Avanguardia con il Festival della “Non Art”. Sembra il momento di dedicarsi esclusivamente alla lotta politica.”

Meno radicale la reazione italiana e soprattutto piacentina. Tecniche di sperimentazione artistica acquisite fino a quel momento vengono “messe al servizio della politica” con il “Laboratorio popolare piacentino di cultura e arte”: soffia il vento rivoluzionario sui manifesti di piazza, su opere in carta e polistirolo, sui “Sacchi” e sul “Pentafono”, gridando al cambiamento.

Delle opere si sarebbe potuto dire, mostrare di più; anche loro “parlano”.

“Alla ricerca del tempo perduto” molti direbbero oggi ripercorrendo il ’68 con la memoria; un tempo vicino, ma lontano, almeno nello spirito ideale. Per le lotte, la fatica, l’impegno in un causa dove sembra esserci poco spazio. Anche tra i giovani, “sdraiati” davanti ad uno smartphone.

A far parte di noi rimane l’arte: quella pubblica, figlia del ’68.Restano giovani studiosi interessati a riscoprire quegli anni pieni di vita. Non tutto è perduto quindi. Qualcosa torna sempre; basta saperlo cogliere.

Il prossimo incontro della rassegna è in programma per mercoledì 24 ottobre ore 17:30 all’Auditorium di via S.Eufemia: Cristina Casero ed Elena di Raddo discuteranno di “Arte fuori dall’arte”, pubblicazione curata insieme a Francesca Gallo.

(Nella foto la tavola rotonda e alcune delle opere artistiche mostrate nella serata)

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.