A Piacenza una delle basi del traffico dei migranti. Operazione della Finanza

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Coinvolge anche Piacenza una maxi operazione della Guardia di Finanza di Lodi contro il traffico di migranti scattata all’alba di mercoledì con l’esecuzione di 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere e numerose perquisizioni in Lombardia ed Emilia Romagna.

Guardia di Finanza clandestini

In campo oltre 100 i militari delle fiamme gialle lodigiane, con l’ausilio di personale specializzato anti-terrorismo e pronto impiego di Milano, Bergamo, Varese e Piacenza.

A Piacenza la Finanza ha eseguito alcune perquisizioni: da quanto si è appreso la nostra città era un punto di transito per i migranti, anche sfruttando il nostro importante snodo ferroviario.

In particolare un appartamento in città veniva utilizzato come punto di ritrovo per i migranti, che successivamente venivano inviati a Milano e nel lodigiano.

Le indagini, inizialmente coordinate dalla Procura di Lodi, sono state successivamente trasferite per competenza alla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e – spiega una nota della Finanza – hanno permesso di smantellare una pericolosa organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed al riciclaggio dei proventi derivanti dall’attività illecita.

Tutto è iniziato nell’agosto del 2017, quando i finanzieri di Lodi hanno fermato un cittadino egiziano in possesso di carte d’identità, passaporti, buste paga e titoli di viaggio; da questo banale rinvenimento sono scattate una serie di complesse investigazioni dalle quali è emersa l’esistenza “di un’associazione strutturata, impegnata nella frenetica attività di trasporto di immigrati clandestini, provenienti in particolare da due aree geografiche, il Nord Africa e l’Asia Centrale, in ingresso e in uscita dal territorio nazionale verso altri Paesi UE”.

Intercettazioni della Guardia di Finanza

Sono 49 i viaggi complessivamente ricostruiti dalle Fiamme Gialle attraverso i quali sono transitati sul suolo nazionale centinaia di immigrati: “La strutturata e capillare organizzazione era capace sia di entrare in contatto, tramite i propri canali, con gli immigrati che intendevano attraversare l’Europa, sia di pianificare e curare i viaggi che si svolgevano in genere lungo il traforo del Monte Bianco per raggiungere la Francia”.

“Le specifiche modalità e le peculiari circostanze con cui venivano consumati i reati – osservano le Fiamme Gialle – appaiono sintomatiche di personalità particolarmente avvezze a compiere traffici illeciti ed allo sfruttamento della disperazione degli immigrati: questi ultimi, dopo aver pagato 4-5 mila euro per giungere in Italia attraverso la Turchia e la Grecia, solo dopo aver pagato ulteriori 500 euro venivano raccolti in piccoli gruppi e trasportati altrove mediante grosse autovetture, del tipo van, in genere a sette o più posti, grazie ai cosiddetti passeur, ovvero i “traghettatori” che fanno la spola fra i confini nazionali di più Stati per trasferire clandestinamente persone”.

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