L’appello di Legambiente: “Basta sacrificare suolo e paesaggio, a Piacenza rischio impatto enorme”

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Nella giornata del suolo Legambiente lancia l’appello “per tutelare il territorio nella Regione prima in Italia per l’ “Economia del Cibo””.

L’Emilia Romagna conta infatti 44 tra Dop e Igp (record europeo), il biologico è in rapida crescita e il settore dell’agroindustria è il secondo produttore di PIL regionale.

“Il vero tesoro della Regione sta nella terra, ma in quella libera e non coperta dal cemento – sottolinea Legambiente – per questo riteniamo sia importante che  anche il mondo economico dell’agroalimentare, dalle associazioni di categoria ai consorzi di tutela, prenda posizione per un’azione culturale che punti a spostare davvero l’attività edilizia dal consumo di campagna verso la riconversione di aree già occupate.”

In particolare, l’associazione ricorda come il brand dei prodotti tipici passi anche per “un’adeguata immagine del territorio e del suo paesaggio”.

“Viceversa – affermano – in questi decenni di sacco della campagna, il tema di fermare il consumo di suolo è rimasto confinato alle esternazioni di cittadini e movimenti ecologisti mentre il silenzio degli operatori del settore e dei principali consorzi di tutela è stato piuttosto eloquente. Dai primi anni 2000 la patria del food ha perso la capacità di sfamare mezzo milione di persone!”.

“Anche oggi il fenomeno non appare sotto controllo:  dopo anni di relativa stasi del mercato immobiliare, in questi mesi si susseguono allarmanti segnali  di nuovi progetti dal grande consumo di  suolo”.

“La nuova norma regionale sull’uso del territorio (LR 24/2017) inizierà a far valere il limiti previsti, solo tra due anni. Nel frattempo, nel periodo ponte, sembra avviarsi la corsa ad accaparrarsi lotti edificabili che l’associazione aveva temuto. Il rischio di assistere ad anni di rilancio della lottizzazione appare fondato”.

Fra le segnalazioni arrivate a Legambiente spicca la provincia di Piacenza “dove il bando di manifestazione di interesse avviato dal Comune ha portato a proposte di interventi – oggi fortunatamente solo sulla carta – per 2,5 milioni di metri quadri”.

“Anche se ne venisse realizzato solo in parte – osserva l’associazione – si tratterebbe comunque di impatti enormi”.

“Ma anche a Bologna sono recenti le notizie di un potenziale insediamento di Amazon  ed il progetto di polo produttivo da 19 ettari a Calderara. Segnali di ripresa e nuovi piani particolareggiati si riscontrano anche nella bassa modenese, mentre nel parmense sono oggetto di attenzione le aree vergini al contorno della fiera e dell’aeroporto per il piano di espansione di quest’ultimo”.

“Tra le tipologie di nuovi interventi – prosegue Legambiente – spiccano ancora (oltre ai numerosi progetti di strade) proposte di centri commerciali e molta logistica. Quest’ultima, è una tipologia economica su cui andrebbe aperta una sana riflessione rispetto al rapporto costi ambientali e benefici in termini di occupazione”.

“Anche le proposte di centri commerciali  dovrebbero essere oggetto di adeguata attenzione sul piano dei costi sulla collettività in un periodo in cui gli scheletri vuoti di esperienze fallite cominciano a contarsi ovunque. In entrambi i casi, si tratta comunque di tipologie insediative che porterebbero anche un aumento di traffico nell’area più inquinata d’Europa”.

Per questo Legambiente, conclude con l’auspicio che “l’ ”Economia del Cibo” faccia argine contro quella del cemento”.

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