Santa Teresa, restaurata la grande tela attribuita a Luca Giordano. Venerdì presentazione

Nell’ambito delle manifestazioni organizzate nel 2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, di concerto con la Diocesi di Piacenza-Bobbio, presenta il restauro della grande tela attribuita al pittore napoletano Luca Giordano (1634-1705) raffigurante Santa monaca domenicana.

La presentazione del restauro, svolto sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ABAP da Arianna Rastelli e Roberta Ferrari, rientra nel più ampio programma delle manifestazioni ideate e promosse dalla stessa Soprintendenza che, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 22-23 settembre 2018, ha organizzato anche una giornata di studi dedicata al Restauro del patrimonio culturale ecclesiastico.

Venerdì 7 dicembre (ore 17), nella chiesa di Santa Teresa, intervengono il parroco don Guerrino Barbattini, il direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici architetto Manuel Ferrari, la dott.ssa Anna Còccioli Mastroviti in rappresentanza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, le restauratrici Arianna Rastelli e Roberta Ferrari, la dott.ssa Susanna Pighi conservatore di Kronos Museo della Cattedrale di Piacenza.

La grande tela oggi collocata nella sagrestia della chiesa di Santa Teresa, di cm 305 circa x287, raffigura una santa monaca domenicana (Santa Caterina?) accolta in cielo dalla Vergine, tra angeli e cherubini.

“Il dipinto – spiega la Soprintendenza – era difficilmente leggibile a causa della forte alterazione cromatica, e la stessa superficie pittorica presentava pesanti ridipinture  dovute a un precedente intervento di presunto restauro”.

“Oggi, a restauro concluso, la tela ha riacquistato piena leggibilità, sicché sarà possibile ragionare anche in termini di paternità del dipinto che Licia Collobi (1939) riteneva di potere assegnare al pittore bolognese Giovan Gioseffo Dal Sole (1654-1719), ma che invece più recenti acquisizioni documentarie (S. Migliorini 1998) hanno consentito di avvicinarla al catalogo del napoletano Luca Giordano, di identificare la santa domenicana in santa Caterina, e di accertarne la provenienza dalla importante collezione dell’imprenditore Pietro Ceresa, nella quale figurava già nel 1880”.

“Il restauro – concludono – non è solo un momento fondamentale per la conservazione del bene, ma è e deve essere occasione di studio e di conoscenza del bene. Una approfondita conoscenza dello stato di fatto e delle fasi storiche che hanno generato l’opera sulla quale si deve intervenire, costituisce la base per acquisire gli elementi indispensabili a una programmazione metodologicamente corretta della strategia di restauro da adottare”.

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