Tennis per ipovedenti, due atleti piacentini sul podio

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TENNIS PER CIECHI: due trofei per la Città di Piacenza – La nota stampa

“Ready?” – “Yes…” – “Play!”. È con queste tre parole che inizia ogni partita ed ogni singolo gioco del tennis per ciechi. I comandi speciali che, pronunciati dalle voci delle persone in campo, permettono che il match possa cominciare.

Come spesso rinominato a livello internazionale il “Blind Tennis” è un sport relativamente nuovo che può essere praticato da persone non vedenti ed ipovedenti. Si tratta di una versione adattata ed accessibile del tennis regolamentare e che, già dalla sua creazione a metà degli anni ’80 in Giappone, si sta diffondendo con rapidità in tutto il mondo.

Il suo inventore fu Miyoshi Takei, un ragazzo giapponese non vedente che desiderava inventare una disciplina sportiva in cui persino i disabili visivi potessero colpire una palla ‘al volo’. Grazie alla creazione di una speciale pallina innovativa, più grande rispetto al tennis regolamentare e che producesse un suono quando rimbalzasse o la si colpisce con la racchetta, questo sport ebbe sin dall’inizio un grande appeal e permise ai non vedenti ed agli ipovedenti di approcciarsi al tennis.

In Italia il tennis per ciechi arrivò nel 2013 grazie al prezioso lavoro di Eduardo Silvia, di origini argentine ma friulano d’adozione, che grazie al suo progetto “Tennis per Ciechi Italia” ha portato questo nuovo ed innovativo sport presso molte regioni della nostra penisola.

Il movimento tennistico italiano per disabili visivi è sicuramente culminato tra il 23 ed il 25 novembre 2018 quando, presso i campi della Virtus Tennis di Bologna, si è disputato il primo torneo italiano di tennis per ciechi.

Due ipovedenti piacentini – Andrea Gregori ed Olimpia Di Luccio – hanno partecipato a questo torneo arrivando entrambi sul podio e conquistando due trofei prestigiosi per la nostra cittadina.

Olimpia Di Luccio ha vinto la medaglia d’oro e lo “scudetto” di campionessa italiana di Blind Tennis nella categoria femminile per ipovedenti B2/3. Andrea Gregori ha vinto la medaglia d’argento arrivando in finale, tuttavia perdendola, della categoria maschile per ipovedenti B2/3.

Di seguito la dichiarazione di Olimpia Di Luccio:

“Sono orgogliosa di avere avuto l’opportunità di donare alla città di Piacenza la medaglia d’oro del primo campionato italiano di Blind Tennis. Desidero ringraziare Andrea Gregori che mi ha pazientemente allenata e psicologicamente supportata per continuare questo sport. Inoltre ringrazio Maria Esther Nakano, finalista del torneo B2/3 femminile che pur avendomi sconfitta non ha potuto alzare la medaglia d’oro in quanto di cittadinanza argentina. Mi auguro che questo sport possa divulgarsi costantemente in modo da trovare nuove tenniste e tennisti da includere in questo movimento che ha appena mosso i primi passi in Italia”.

Essendo un sport sia per non vedenti che per ipovedenti il Blind Tennis è suddiviso in categorie in base alla percezione visiva dei partecipanti: si parte dai ciechi assoluti che giocano con una maschera oscurante che non permette di utilizzare il residuo visivo sino agli ipovedenti che, anch’essi diversificati in categorie specifiche secondo la gradazione visiva, possono giocare sfruttando la loro capacità visuale. Segue la dichiarazione di Andrea Gregori:

“È stata una grande manifestazione di inclusione sportiva e sociale. Ancora oggi il pensiero di una persona che gioca a tennis senza l’uso della vista mi fa sorridere, eppure è realtà! Quando ero bambino adoravo il tennis e lo praticavo senza grandi problemi. Purtroppo dopo la perdita di gran parte della mia vista sono stato costretto ad abbandonarlo. Appena ho saputo dell’esistenza del Blind Tennis ho iniziato immediatamente ad allenarmi e sono orgoglioso di avere conquistato la finale della mia categoria nel primo torneo italiano.

Ringrazio a mia volta Olimpia di Luccio per essersi allenata insieme a me e per avere creduto nel nostro progetto. Ringrazio l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Piacenza e l’Associazione Tennis Borgotrebbia per avere permesso che questo sogno diventasse realtà. Credo che oggi la città di Piacenza possa fregiarsi dei nostri trofei e naturalmente noi ci impegneremo a fondo per conquistarne altri ancora”.

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