“Un rap contro il bullismo”, Meid torna a Piacenza per incontrare i ragazzi delle scuole

Ritorna a Piacenza per il suo secondo incontro di “Un rap contro il bullismo” Michael Bernardoni, in arte Meid; il giovane rapper, autore del video “A testa bassa”, incontra i giovani delle scuole giovedì 20 dicembre alle ore 10.30 al Teatro Filodrammatici, invitato da Teatro Gioco Vita.

Per l’incontro “Un rap contro il bullismo” – come già successo in occasione del primo appuntamento in novembre – si annuncia ancora una volta il tutto esaurito al Teatro Filodrammatici di Piacenza. Prosegue così il progetto “Bullismo web side story” promosso da Prefettura di Piacenza e Comune di Piacenza, con Teatro Gioco Vita, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna / Ufficio IX – Ambito territoriale di Parma e Piacenza – Sede di Piacenza e Azienda Unità Sanitaria Locale di Piacenza.

Michael Bernardoni, in arte Meid, ora diciannovenne, esordisce a inizio 2017. Il suo percorso nel rap e nell’hip hop è iniziato ufficialmente da alcune registrazioni fatte in casa con un amico, ma la sua passione per la musica ha radici fin dall’infanzia.

Michael Bernardoni

Si fa conoscere con “A testa bassa”, un video musicale rap lanciato su YouTube, realizzato su un testo scritto da lui stesso, che racconta la violenza e l’isolamento che si può provare in una qualsiasi scuola, in un qualsiasi momento di una qualsiasi infanzia, di una qualsiasi adolescenza.

Meid viene da Formigara, in provincia di Cremona. Il video “A testa bassa” è stato girato nella scuola media di San Bassano dove lo stesso Michael ha studiato, e protagonisti del video sono proprio dei ragazzi delle medie. Siamo in piccoli paesi, dove si pensa che, conoscendosi tutti, ci sia una comunità solidale e a un ragazzo o a una ragazza non possa accadere come in una grande città dove forse è più facile essere isolati e quindi presi di mira da qualcuno.

Invece l’esperienza di Meid ci racconta un’altra verità: ovunque puoi rischiare di finire vittima di bullismo, e se finisci rifiutato dal tuo gruppo rischi di essere isolato da tutto. È quello che è successo a Michael: quando era alle scuole medie si è ritrovato gli “amici” contro, e ha passato anni davvero brutti.

E questa esperienza adesso l’ha trasformata in una canzone che è anche un chiaro messaggio contro il bullismo, e contro chi al bullismo si rassegna.

Meid racconta: «Io sono stato vittima di un bullismo insidioso, quello dell’esclusione. All’età di circa 13 anni (anni in cui io credo si cerchi in tutti modi di emergere), i compagni hanno iniziato ad escludermi, deridendomi e disprezzandomi di fronte ad altri nostri coetanei, arrivando al punto di convincere quest’ultimi a fare lo stesso. Per circa un anno io sono rimasto praticamente solo, passavo giornate in casa a leggere e a sperare che il giorno dopo le cose andassero meglio. Non posso dire che col tempo la situazione sia migliorata, ma credo che la mia più grande fortuna sia stata quella di avere una famiglia che mi sosteneva e mi stava vicino».

E, a proposito degli “amici” che lo hanno isolato, Michael Bernardoni dice: «Coloro che mi hanno vessato erano gli amici di infanzia, quelli che ti porti dalle elementari, quelli con cui passi ogni giorno per almeno cinque anni della tua vita. Io sono sempre stato convinto, e lo sono tuttora, che gli amici siano una delle cose più preziose a questo mondo. Forse, da un lato, io sono rimasto fedele a un’idea di amicizia che per loro non aveva un gran valore, ma sono certo che il motivo per cui si comportavano così nei miei confronti fosse una loro normale (a quell’età) esigenza di emergere, che però a me non apparteneva in quel modo. Anche io voglio emergere, ma senza “abbattere” gli altri, come nel mondo della musica di cui voglio far parte, ma solamente dimostrando quanto io valga e quindi senza screditare il valore degli altri».

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