Ecco la sezione romana del Farnese, appalto da 369mila euro per l’allestimento foto

Una nuova Sezione romana per i musei civici di Palazzo Farnese a Piacenza.

Il Comune nei giorni scorsi ha emesso il bando del valore di quasi 369mila euro per reperire chi si occuperà dell’allestimento e dell’arredo della nuova sezione storica in grado di arricchire l’offerta museale del complesso monumentale piacentino.

L’appalto ha la durata di sei mesi a partire dalla data di affidamento e la gara scade il 5 febbraio prossimo (alle ore 13).

L’allestimento della Sezione romana del Museo archeologico consentirà l’esposizione in via permanente delle collezioni antiche permettendone la piena accessibilità, fisica e intellettuale da parte del pubblico.

I servizi da fornire – come viene precisato nel capitolato di appalto pubblicato sull’albo pretorio del sito web del Comune di Piacenza – consistono nell’allestimento della sezione romana dei Musei civici di palazzo Farnese, a Piacenza e riguardano la revisione e modifica di vetrine esistenti.

Alla ditta che si aggiudicherà il lavoro sarà richiesta la realizzazione di nuove vetrine, pedane e moduli espositivi. Sarà necessario effettuare un’integrazione dell’impianto di illuminazione, realizzare i nuovi pannelli e installare impianto sonoro e monitor.

E’ prevista nel bando anche la realizzazione dei video per monitor, dei modelli in 3d di reperti archeologici con il loro posizionamento. Tra i reperti anche il celeberrimo fegato etrusco, al centro di recente di un nuovo allestimento.

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Il prezzo a base d’asta, in riferimento al quale i concorrenti dovranno presentare le loro offerte, è stabilito complessivamente in € 368.854,06, di cui € 125.410,38 costituiscono il costo della mano d’opera (Iva esclusa).

L’impresa aggiudicataria dovrà essere costituita da una ditta specializzata in allestimenti museali a progettazione integrata con esperienza almeno decennale in allestimenti museali e museografia.

Nella relazione si legge che il nuovo progetto della Sezione romana cerca di alleggerire l’apparato didattico smaterializzandolo il più possibile e inserendo alcuni elementi essenzialmente suggestivi che arricchiscano la percezione del visitatore e la sua esperienza oltreché culturale, anche emotiva all’interno del museo.

Vengono quindi inseriti in più punti monitor con filmati, elementi luminosi ed effetti sonori.

In tutte le sale, le finestre saranno dotate di un sistema oscurante, sia per ottenere una maggiore omogeneità sia per evitare luci filtranti, differenti a seconda delle ore della giornata.
La luce delle vetrine è più che sufficiente non solo a condurre la visita, ma anche a dare la percezione degli spazi del museo.

Gli elementi riscaldanti verranno possibilmente coperti con elementi semplici che mitighino il pesante effetto visivo di questi impianti.

Alcune delle vetrine verranno riutilizzate, apportando loro alcune modifiche per arrivare ad ottenere degli oggetti il più possibile stereometrici, eliminando tutti gli elementi che escono da un volume parallelepipedo costruito interno allo scheletro esistente.
L’interno delle vetrine sarà illuminato e questo fornirà anche una sufficiente illuminazione d’ambiente.

In ogni sala sarà collocato un pannello informativo a muro con l’indicazione dello schema del percorso espositivo (circa cm 60 x 180), della posizione del visitatore e una breve sintesi del tema della sala e dei suoi contenuti.

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Il percorso espositivo della nuova Sezione sarà suddiviso in 14 sale, precedute dalla Sala Pallastrelli.

La Sala Pallastrelli ospiterà la cosiddetta Collezione civica, costituita da una miscellanea di reperti antichi appartenenti a varie epoche (pre-protostoria, epoca celtica, romana, tardo Antico e alto Medioevo). Si tratta della donazione del conte Bernardo Pallastrelli alla Biblioteca comunale e destinata al Museo civico.

Ecco le altre sale

Sala introduttiva – Contestualizzazione
Sala 2: Sala introduttiva – Il mestiere dell’archeologo
Sala 3: Preesistenze e persistenze
Sala 4: Introduzione al fegato etrusco
Sala 5: Il fegato etrusco
Sala 6: Forma urbis
Sala 7: Produzioni e commerci
Sala 8: Vita nelle domus – i mosaici
Sala 9: Vita nelle domus – instrumenta
Sala 10: I culti
Sala 11: L’Apollo di Kleomenes
Sala 12: I culti
Sala 13: Aree sepolcrali e tipologie funerarie
Sala 14: Sala multimediale

sezione romana a Palazzo Farnese planimetria

La planimetria della sezione romana

In ciascuna sala verranno esposti i reperti archeologici risalenti all’epoca romana con la descrizione del contesto storico e culturale.

Ad esempio, viene raccontato così il contenuto della sala 6 dedicata alla “forma urbis” di Placentia, la progenitrice romana di Piacenza.

Il sito scelto per la fondazione della colonia di Placentia nel 218 a.C. è un terrazzo del fiume Po, presso il quale è agevole attrezzare uno scalo, anche per un facile collegamento con Cremona.

La conquista romana della Cisalpina fu bruscamente interrotta dalla guerra annibalica e dalla distruzione della città ad opera dei Galli. Questa difficile situazione fu probabilmente la causa della realizzazione di strutture provvisorie in materiale deperibile, assimilabili a quelle di un castrum anziché realizzare costruzioni stabili.

Placentia quindi, nacque con la rifondazione del 190 a.C.

Nel 187 a.C. divenne il terminale della via Aemilia, che avrebbe poi proseguito sino ad Aosta.

Il progetto della città venne concepito in modo unitario e prevedeva un’area di notevole ampiezza. Nei primi decenni furono create le infrastrutture e fu organizzato lo spazio urbano, secondo un’impostazione che resterà invariata lungo tutti i secoli della romanità.

Le mura furono innalzate sulla pendenza del terrazzo fluviale e rafforzate all’interno da un terrapieno. Dalle porte (di cui non si conservata alcuna documentazione archeologica) si dipartivano le principali vie di comunicazione con il territorio circostante.

Il reticolo urbano fu organizzato su una maglia quadrata di circa 80 m di lato. Il decumanus maximus era rappresentato dalla via Emilia, mentre il cardo maximus viene individuato nell’asse via Cavour – viale Risorgimento o in via X Giugno.

Anche la localizzazione dell’approdo sul Po è incerta, forse in origine si trovava alla confluenza del Trebbia, poi venne sistemato in porto canale allo sbocco del rivo Fodesta (l’antica fossa Augusta).
Nell’area Nord era probabilmente localizzato anche l’anfiteatro.

Nella Sala vengono quindi esposti i reperti e i documenti relativi quindi all’infrastrutturazione della città.

Immediatamente a sinistra entrando, su una pedana viene ricomposto un tratto di pavimentazione in basolato e sulla parete viene posizionato un pannello a muro ove è riprodotta una mappa della città con l’indicazione dei ritrovamenti di pavimentazioni simili nella porzione superiore e nella porzione inferiore, due quinte stradali in prospettiva a disegno semplice, daranno l’impressione, al visitatore che si ponga all’estremità della pedana, di veder proseguire la strada nella grafica del pannello.

Di seguito, una pedana espone alcune lastre iscritte e un pannello informativo sintetico darà conto degli aspetti giuridici, amministrative e socio-economici legati alla gestione della città.
In fondo a destra viene posizionata una pedana con schienale che assorbirà il tema delle mura urbiche. Sullo schienale viene riprodotta una mappa della forma urbis, mentre sulla pedana viene posizionata l’Ara di Birrius

Primigenius, riutilizzata come materiale di recupero in una struttura addossata alla cinta muraria.

Nella parete di fianco a sinistra, un pannello a muro con informazioni legate al porto e una piccola vetrina con il volume della relazione degli scavi del malcantone di Giuseppe Cortesi.

A destra della pedana sulla forma urbis, sono posizionate due vetrine contenenti materiali provenienti dal terrapieno addossato ai tratti di mura urbiche di viale Risorgimento – via Campo della Fiera o dal cavo di fondazione delle mura del VI sec., di via Trebbiola.

Al centro della sala un monitor con sedute, provvede al racconto e al collegamento fra le informazioni generali legate alla fondazione, all’impianto urbano, all’infrastrutturazione, alle funzioni urbane e i reperti presentati in esposizione.

In fondo alla sala, sulla sinistra, è visibile una fornace in sito. Per essa si prevede un piccolo pannello informativo a muro. All’interno della fornace è presente un pannello di fondo in plastica montato su struttura metallica.

Si prevede di rivestire la struttura esistente con delle lastre metalliche da verniciare a scelta della D.L.

 

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