Falsi esami di italiano per ottenere il permesso di soggiorno: piacentina in manette

Più informazioni su

Esami di italiano pilotati per ottenere il rilascio del permesso di soggiorno: anche una 49enne esaminatrice piacentina è stata arrestata nell’ambito di un’operazione condotta dalla polizia di Modena sotto il coordinamento della Procura.

Con lei sono finiti ai domiciliari altre tre persone (una 47enne padovana, un tunisno di 45 anni e un marocchino di 59), mentre per un 41enne romano è stata disposta la misura in carcere: sono accusati di vari reati, fra cui corruzione, falsità ideologica, truffa, contraffazione di documenti necessari al fine di determinare il rilascio di carta di soggiorno per lungo periodo ed indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.

L’attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile modenese, nella quale risultano indagate ad oggi altre 25 persone, ha fatto luce su un sistema che faceva capo ad un “Centro di Formazione Linguistico” accreditato presso l’Università per Stranieri di Perugia, per il rilascio, a seguito d’esame, dell’attestato di conoscenza della lingua italiana da parte dei cittadini stranieri che ne facevano richiesta, ai fini del rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo.

“Esame che, attraverso le riprese della telecamere installate dagli uomini della Squadra Mobile, – spiegano gli inquirenti – è stato dimostrato essere assolutamente fittizio, visto che gli stranieri venivano forniti delle risposte già compilate da cui copiare o, comunque, venivano aiutati dalla commissione compiacente”.

“Nel corso delle sessioni di esami – proseguono – è stato riscontrato in più occasioni l’accesso in aula di soggetti non iscritti, con il preciso compito di ricopiare gli appunti o di compilare le schede d’esame per conto dei candidati non in grado nemmeno di scrivere i propri dati anagrafici in lingua italiana”.

Le sessioni di esame “farlocche” tenutesi nei mesi di luglio e settembre 2018, avevano d’altra parte prodotto il risultato del 100% di promossi, mentre l’ultima prova, quella tenutasi nel mese di novembre, quando l’Ateneo perugino, in accordo con gli organi inquirenti, ha sostituito il giorno stesso i fascicoli di esame, ha prodotto la bocciatura di tutti i candidati.

È stato inoltre riscontrato che, nel corso delle sessioni, gli stranieri producevano delle risposte corrette a domande che avrebbero dovute ascoltare tramite riproduzione di files audio che mai sono stati a loro sottoposti.

Sempre secondo quanto emerso dalle indagini, alcuni cittadini stranieri hanno sostenuto le prove d’esame all’interno del phone center modenese o in altri luoghi non idonei per poi essere falsamente inseriti in elenchi di prove di esame sostenute presso i centri autorizzati dall’Università, in palese contrasto con le normative previste.

Si ritiene che il giro di affari del centro di formazioni linguistico, che risulta avere sedi d’esame sparse in diverse città del nord Italia, fra Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, ha coinvolto più di 6000 stranieri i quali, a fronte del pagamento di svariate centinaia di euro, rigorosamente in denaro contante (da 450 a 700 euro), richiedevano ed ottenevano, pur non ricorrendone i requisiti, l’ambito certificato “CELI” (certificato di lingua italiana) da cui è derivato il nome dell’Operazione di Polizia.

Murelli e Pisani (Lega): «Falsi certificati, più controlli altro che cittadinanza facile»

Immigrazione e business. A Modena una gang, coinvolta una piacentina, taroccava i certificati di lingua italiana necessari per i permessi di soggiorno. Murelli e Pisani (Lega): «Con le nuove norme meno spazio ai furbetti»

(Piacenza, 27 mar. 2019) – «Purtroppo l’immigrazione senza controllo ancora una volta si dimostra fonte di business. Grazie alla polizia, è stato scoperto un giro milionario, che ha coinvolto anche una piacentina la quale contribuiva a taroccare i documenti che certificavano la conoscenza della lingua italiana e che forniva in anticipo agli immigrati le domande dei test per ottenere il permesso di soggiorno. Sì a controlli più stretti e no alle cittadinanze facili».

E’ il commento dei parlamentari della Lega, Elena Murelli e Pietro Pisani, all’operazione della questura di Modena.
«Una situazione incredibile – continuano – per cui in due anni almeno 6mila stranieri hanno ottenuto documenti falsi. E nessuno degli immigrati alla fine conosceva l’italiano, perché dopo che la polizia aveva cambiato i test sono state promosse solo 34 persone su 700. Un giro di 2 milioni di euro, con 5 arrestati e tanti indagati. Tutto questo alle spalle degli italiani senza una lavoro o in condizioni precarie. Le nuove norme e i controlli più serrati toglieranno finalmente spazio a questi furbetti».

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.