Scarpa “Segretariato Premi Nobel per la Pace a Piacenza: cosa ne facciamo?”

“Segreteriato dei Premi Nobel per la Pace: cosa ne facciamo?” A formulare l’interrogativo Federico Scarpa, presidente del Consorzio Servizi Infrastrutture e Logistica Piacenza, secondo il quale bisogna costruire attorno al Segretariato “un serio progetto culturale-turistico”.

“Cosa sta succedendo? – si chiede Scarpa – Perché l’Amministrazione Comunale non sigla il protocollo con il Segretariato, giacente presso l’Ufficio Cultura da circa un anno?”

“Ci rivolgiamo soprattutto a tutte le istituzioni pubbliche e ai privati sempre pronti a parlare, sul fatto che un piacentino comeMarzio Dallagiovanna per i suoi contatti internazionali, da decenni, abbia portato gratis a Piacenza la sede del Secretariat Laureates Nobel della Pace e ne sia vicepresidente mondiale esecutivo”.

“E’ di pochi giorni fa – prosegue – la notizia che le più alte istituzioni cultuarali di Parigi abbiano avanzato ponti d’oro per avere la sede mondiale dei Nobel della Pace. Con la nuova Giunta, già due anni fa, ci sono stati diversi incontri propositivi e ipotesi collaborative, ma tutto è caduto nel vuoto di fronte anche al fatto che il Secretariat ha invitato e portato in Comune e all’Università Cattolica uno dei premi Nobel più importanti, e sicuramente di grande attualità, come David Trimble (nella foto con il sindaco Barbieri)”.

“Il sindaco di Bobbio aveva espresso gratitudine e attenzione. Diana Bracco ha accolto l’invito sempre del Secretariat a essere un membro autorevole, ufficializzato sui banchi del consiglio comunale! Tutti proclami – sostiene Scarpa -. Nel mondo fioriscono imprese come la Biblioteca della Pace a Tiro in Libano e tante altre che potrebbero essere coinvolte o gemellate sul tema Pace”.

“Piacenza serve solo per interessi personali e dimostrazione di esistenza fisica? Che ne facciamo del Secretariat? Lo vogliamo tenere, sostenere, riconoscere, prima che voli a Parigi o a Berlino o a Vienna? Forse che una statua o un vessillo siano sufficienti e che una istituzione mondiale possa vivere di qualche spot artistico?”

Il Secretariat può restare a Piacenza solo se le autorità locali politiche e civili, senza obbligo, capiscano il valore mediatico e culturale attorno cui costruire un intero progetto duraturo, come avevamo anticipato a suo tempo, iniziative che realmente possono fare squadra e alzare l’asticella e lo spessore della conoscenza di Piacenza. E, come tutti sappiamo, da cosa nasce cosa…”.

Ecco da queste domande prendiamo spunto per ricordare e sollecitare al nuovo assessore alla cultura e al turismo, Papamarenghi, affinchè Piacenza, grazie alle dotazioni che ha, possa puntare a creare manifestazioni di alto profilo concrete. Piacenza non è una “emerita sconosciuta” al pubblico nazionale e straniero che oggi conta, ma deve fare scelte “smart” in cultura, turismo, senza restare nel solco degli errori. Plaudiamo alle ultime parole, molto chiare, di Papamarenghi sul turismo, sul Po: “C’è anche il Secretariat!””.

“Per cui – conclude Scarpa – speriamo che le idee offerte su un piatto di platino da alcuni cittadini non cadano nel vuoto ancora una volta e con la stessa Giunta. Sarà sufficiente il voto unanime del Consiglio Comunale per dare a questa istituzione l’importanza che merita nel mondo?”.

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