Un viaggio nella città dei sogni nel primo libro di Nina Zilli

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Cantante, presentatrice televisiva e radiofonica, ora anche scrittrice. E’ la piacentina Nina Zilli, che a 39 anni pubblica con Rizzoli “Dream City. La mia guida alla città dei sogni“, il suo primo libro.

Un volume, da lei interamente scritto e illustrato, con protagoniste alcune esploratrici coraggiose che partono alla scoperta dei meandri di Dream City, la città dei sogni. Fondata nel 300.000 a.C., conta circa sette miliardi di abitanti e si divide in quattro storiche contrade: Cuore, Cervello, Fegato e Pancia.

“La mia guida alla città dei sogni – dice Nina Zilli, all’anagrafe Maria Chiara Fraschetta – promette di rendere indimenticabile il vostro viaggio, grazie a una dettagliata cartina e a consigli da insider per trovare a colpo sicuro le location più suggestive e romantiche della città”.

“Luoghi leggendari che avete sempre desiderato visitare, come il Paradiso dei Calzini, dove potrete finalmente riabbracciare tutti quelli che negli anni avete perduto in lavatrice; ristoranti stellati in cui assaggiare rarissime specialità tipiche, come i prelibati gelati alle nuvole o l’insalata di Erba Voglio, rinomati in tutto il mondo per la capacità di saziare con zero calorie; i migliori distretti dello shopping, ricchi di boutique esclusive, come gli showroom che promettono di disegnarvi addosso l’abito perfetto, o in cui è possibile acquistare superpoteri al dettaglio o all’ingrosso; i famosi quartieri della movida, come Chiringuito Bay, patria di tutti coloro che volevano aprire un chiosco sulla spiaggia ai tropici”.

Una graphic novel dedicata alle “amazzoni metropolitane, romantiche guerriere nell’era del wi-fi”.

“Ho capito – scrive Nina Zilli – che alcuni sogni vengono dal cuore, altri dalla testa, altri si sentono nello stomaco e infine ci sono quelli più impavidi, quelli per cui ci vuole fegato, che ovviamente sono anche quelli che spaventano di più. Cuore, Cervello, Fegato e Pancia sono i punti cardinali della città dei sogni, e in questo libro abbiamo provato a districarli, senza la pretesa di capirli fino in fondo”.

Dream City

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