25 aprile strumentalizzazione politica? No, festa di tutti per la libertà foto

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Anche quest’anno, in occasione dell’anniversario della Resistenza, le piazze italiane si sono riempite per celebrare la Festa della Liberazione dal nazifascismo.

Sono passati 74 anni da quando la legge 260 venne sottoposta al senato da Alcide de Gasperi, che avrebbe ufficialmente messo fine, entro i primi giorni di maggio, ai combattimenti in ogni città d’Italia, da Milano a Venezia, da Piacenza fino ad arrivare a Genova. Era il 25 aprile 1945, giorno simbolo dell’offensiva che per sempre avrebbe portato alla resa dei fascisti e dichiarato la vittoria degli alleati.

Oggi non pochi italiani vorrebbero svilire questa ricorrenza, o addirittura cancellarla, stendendola sotto un comodo tappeto d’oblio. Alcuni riducendola stoltamente a scontro tra posizioni politiche antitetiche, di destra o sinitra. Altri diprezzandola, nostagici del fascismo.

Colpevolmente dimentichi, o peggio conniventi verso un regime che ha preparato, alleandosi con la Germania, un’escalation di inaudita ferocia, culminata in morte e devastazione. Un regime che già prima delle Leggi razziali e della guerra impediva la libertà di stampa e di espressione, piegava il linguaggio ai propri scopi propagandistici, faceva dell’identificazione con il capo Benito Mussolini il suo simbolo, al quale non c’era alternativa possibile. L’omicidio Matteotti, la morte di Gramsci, gli esili a Ventotene, gli arresti, lo insegnano.

Proprio per questa colpevole e perniciosa tendenza all’oblio, urge oggi affermare l’urgenza di ricordare e festeggiare con vigore il 25 aprile, contro ogni tentativo di affossamento della democrazia, che può insinuarsi nella mentalità, prima che nell’azione. Questa data non è e non deve trasformarsi in terreno di scontro tra partiti politici contrapposti. Deve piuttosto costituire la festa di tutti gli italiani, in nome della Libertà riconquistata, perchè dal 25 aprile nasce la Repubblica italiana del 2 giugno 1946.

E Genova, medaglia d’oro alla Resistenza, un esempio significativo di coesione l’ha dato, durante le celebrazione per la ricorrenza del 25 aprile (nelle foto).

Più di 10.000 persone unite in corteo sono salite da Piazza della Vittoria, attraversando via XX Settembre e finendo strette in Piazza De Ferrari e poi Matteotti. C’era la sinistra accanto alla destra. Vessilli biancoazzurri dei comunisti greci e tricolori dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina.

E in prima linea i rappresentanti istituzionali di centrodestra, a guida cittadina e regionale: il sindaco Marco Bucci e il governatore Toti. Solo applausi per discorsi calzanti e non retorici. Nessuno spazio per divisioni e acrimonie. Accanto agli esponenti delle istituzioni il rappresentante dei reduci di guerra Gilberto Salmoni e l’anziano partigiano Umberto Manzone.

E alla fine un lungo e toccante discorso dell’ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, che si è portatato a casa le calorose ovazioni di un pubblico in attento ascolto. Tutti insieme hanno ribadito la necessità di non dimenticare il passato per costruire il futuro.

“Genova piazza di tutti”- ha scritto l’edizione locale di “Repubblica”. E così dovrebbe essere ogni 25 aprile, quotidianamente alimentato e studiato insieme all’intero, complesso, contesto storico. Solo così si può davvero celebrare e preservare la Libertà di tutti gli italiani.

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