Everest, il tecnico Fresia “Lotteremo per la promozione, ma la nostra piscina…”

Per il momento una stagione da incorniciare quella dell’Everest Piacenza Pallanuoto 2018, che al giro di boa del campionato nazionale di Serie C – Girone 1, si trova al secondo posto in classifica.

Una posizione non propriamente sperata ad inizio torneo, ma d’altronde la società piacentina da anni lavora sul suo settore giovanile ed ora comincia a raccoglierne i frutti. Due sconfitte, una delle quali – quella interna subita ad opera del Busto – brucia ancora adesso, e la seconda a Lodi contro l’ammazza campionato, poi tutte le altre nove partite hanno portato i tre punti.

Il campionato, a 12 squadre, consente alla prima classificata di accedere direttamente alla Serie B ed alla seconda di andare ad uno spareggio secco al centro federale di Ostia contro la prima classificata del girone 6, quello della Puglia.

Uno dei protagonisti assoluti di questa iniziale cavalcata è il savonese Fabio Fresia, grande giocatore prima nella sua città di origine e poi in terra padana con Brescia e Cremona in A1 e Sport Management in A2, dove ha raggiunto la promozione in A1; è anche vincitore della Coppa Italia ed oggi allenatore del Piacenza.

L’anno scorso ha raccolto la pesante eredità di Van Der Meer (tra l’altro in questi giorni promosso c.t. della nazionale Orange) e oggi, alla sua seconda stagione, sta facendo volare il Piacenza.

Soddisfatto?

Sono indubbiamente molto soddisfatto. L’ambiente è piacevole e motivante e la società sta facendo del suo meglio per far star bene tecnici ed atleti. Sentiamo la vicinanza e percepiamo la voglia di crescere ulteriormente e non possiamo non beneficiarne.

Quali sono a tuo avviso la migliore e la peggiore partita di questo girone di andata?

La migliore è sicuramente quella disputata nella ostica vasca dell’Acquatica, la formazione che ci sta contendendo il prezioso secondo posto, dove abbiamo sicuramente sfoggiato una grande prestazione vincendo 9 a 5. Non reputo le sconfitte con Busto e Lodi le nostre peggiori partite perché abbiamo sempre dovuto rinunciare a qualche elemento, fattore che ha condizionato le gare. Ritengo meno valide le partite casalinghe con Safa e River, perché causa gravi disattenzioni offensive e difensive abbiamo trascinato gare che avremmo dovuto chiudere molto prima.

Quali sono gli aspetti più positivi e quali quelli più carenti di questa tua squadra?

Il nostro potenziale offensivo è notevole e lo dimostra il miglior attacco della categoria, nonostante spesso sbagliamo conclusioni piuttosto semplici. Per contro paghiamo care le nostre disattenzioni difensive, dovute a cali di concentrazione, il nostro vero tallone d’Achille.

Tu hai una grande carriera da giocatore; come allenatore a cosa aspiri?

Spero di potermi esprimere al meglio anche in questo difficilissimo ruolo. Ritengo che i risultati siano figli per almeno un 70% dalle qualità dei singoli sui quali l’allenatore può contare: io devo fare in modo che la mia percentuale di incidenza sia massima, far crescere gli atleti da tutti i punti di vista e fare in modo che si presentino alle partite preparati, motivati e concentrati.

Essere ligure nella pallanuoto è come essere neozelandese nel rugby o brasiliano nel calcio. Come vedi una realtà “padana” come quella di Piacenza? Cosa manca per puntare ben più in alto?

Inutile girarci intorno: manca la struttura. Allenarsi nell’impianto piacentino non è allenante. E’ una piscina non regolamentare, con un fondo basso ed una larghezza non adeguata. Purtroppo si cade in automatismi errati e si perdono le giuste dimensione del campo da gioco.

La verità…ce la fate a mantenere la seconda posizione e poi a fare il salto di categoria?

Abbiamo le possibilità di farlo e lotteremo fino alla fine per raggiungere questo prestigioso risultato. Non molleremo neppure la Coppa Lom perché vogliamo bissare la vittoria dell’anno passato. La stagione è ancora molto lunga.

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