Fridays For Future fa rete “I negazionisti? Salveremo il pianeta anche per loro”

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Fridays For Future Italia ha deciso di fare rete per allargare il proprio raggio d’azione, ma, soprattutto, gli orizzonti del futuro.

“Fratelli e sorelle di Greta Thunberg”, i giovani protagonisti del movimento ambientale globalista, nato dalle proteste della sedicenne svedese (che proprio in questi giorni si trova in Italia) contro la crisi climatica planetaria, si sono incontrati a Milano, sabato 13 aprile, nell’aula magna Levi dell’Università Statale.

Oltre 500 ragazzi di ogni parte d’Italia e più di 100 comitati locali in rappresentanza, tutti figli dello sciopero del 15 marzo scorso. E c’era anche Piacenza, con Luca Casana e Giovanni Magnaschi come portavoce.

L’obiettivo è stato dare vita alla prima Assemblea Nazionale Costituente, per richiedere e adottare insieme condotte locali di impatto globale.

Rispetto degli accordi di Parigi, riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030, decarbonizzazione entro il 2050 le rivendicazioni fondanti acclamate a gran voce, ma non solo se a un primo report già redatto (http://www.fridaysforfutureitalia.it/report-assemblea-nazionale-milano?fbclid=IwAR2jAIoa9aADM2Wf-q3M1HI99eR2FaetLgBq9dscxhZsHk574qjhdfhIS2w ) potrà seguire uno statuto più ampio.

Nessun partito, nessuna bandiera a cui i giovani e giovanissimi attivisti si sono richiamati. Solo la lotta per il futuro del pianeta, la volontà di agire per il cambiamento e quel senso di partecipazione consapevole ai problemi collettivi e di ciascuno, di confronto aperto a tutti e di dialogo con le istituzioni che dovrebbe essere la vocazione primaria della politica. Eppure, smarrita, lascia ora il largo alle voci di chi ha urgente bisogno di risposte. Non a caso il richiamo alla comunità scientifica è stato costante.

Tutti attrezzati con le loro borracce, nella sala universitaria le bottigliette di plastica non ci sono. Riciclo e riuso sono infatti le prime misure da adottare per contrastrare efficacemente la crisi climatica. I giovani stanno allora tornando ad essere protagonisti del proprio tempo? Troppo presto per dirlo, ma qualche segnale c’è.

In occasione dell’incontro di Milano, abbiamo deciso di riportare qui di seguito l’intervista a Luca Casana, che ci parla dal suo punto di vista di Fridays For Future Piacenza e del futuro del Pianeta.

Come nasce Fridays For Future Piacenza? Ci sono altri referenti oltre altre a te?

FFF Piacenza è nata per mia iniziativa, supportata dal mio amico Gabriele Fugazzi che ha creato la pagina Fb e Instagram e da subito ha deciso di portare avanti questo progetto insieme a me. Da tempo seguivo Greta Thunberg e il suo sciopero per il clima. Quando sono venuto a sapere dello sciopero globale del 15 marzo, ho prontamente cercato di capire se anche a Piacenza qualcuno si fosse mosso e avesse organizzato qualcosa in linea con le iniziative di FFF delle altre città. Ho deciso poi che avrei dovuto iniziare io. Fortunatamente, il mio amico Gabriele mi ha aiutato nelle delicate fasi iniziali. Poi sono venuto a sapere che anche Legambiente si stava adoperando per la manifestazione, allora li ho contattati e abbiamo collaborato.

Mi racconti qualcosa sulla manifestazione del 15 marzo scorso?

La manifestazione è stata veramente molto bella e partecipata, l’entusiasmo era tanto, anche i ragazzi più giovani molto motivati e alcuni di loro hanno parlato facendo interventi chiari, informati e precisi. Un appello con proposte concrete per ridurre l’inquinamento è stato all’amministrazione della città.

La tutela del pianeta è un cammino lungo e difficile, infatti non vi siete fermati, il 13 aprile eravate a Milano. Quali i prossimi passi che intendete seguire?

Le strategie di salvaguardia locale e le prospettive globali vanno di pari passo nell’operato di FFF. La nostra azione parte dal locale per diffondersi sempre più su larga scala, in tutti i paesi del mondo. Intendiamo quindi operare da un lato per sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica, in particolare quella degli studenti che saranno i più diretti interessati dalla crisi climatica. I canali sui social, momenti di riflessione e lezioni organizzate nelle scuole, iniziative per ripulire il territorio dai rifiuti e imparare a riconoscere sul territorio gli effetti del cambiamento climatico saranno i nostri strumenti. Dall’altro intendiamo proseguire attivamente e costantemente con la protesta per far capire alle istituzioni la necessità una brusca virata nelle politiche economiche e nella gestione delle risorse ambientali: la Terra non può sostenere più a lungo questi ritmi di sfruttamento indiscriminato delle risorse e di inquinamento se vogliamo che resti vivibile.

Il 19 aprile, venerdì prossimo, Greta Thunberg arriverà a Roma. Piacenza sarà presente anche qui? In quale modo?

Piacenza sarà presente molto probabilmente anche a Roma, durante la visita di Greta, come lo è stata a Milano. Sarà una bella occasione per ampliare le conoscenze e per rendere omaggio a Greta, che ha il merito di aver risvegliato nei cittadini la fiducia nella partecipazione attiva alla vita politica e la speranza che, unendo le forze, il cambiamento sia possibile.

E poi arriviamo al secondo grande sciopero, il 24 maggio…

Sarà un’altra occasione importantissima per richiamare l’attenzione di istituzioni e opinione pubblica, potendo quindi chiedere con maggior autorevolezza i cambiamenti e le migliorie necessarie a livello locale e globale. La sfida sarà riuscire ad avere una partecipazione simile – per numeri ed entusiasmo – a quella del 15 marzo: FFF Piacenza ha già organizzato un gruppo di lavoro dedicato a questo obbiettivo.

Si parla di “Decreto Salva-mare”, “riforestazione”, supermercati platic-free. Quali secondo te le strategie vincenti per combattere la crisi climatica?

Il decreto salva-mare è un primo segnale positivo per l’Italia. Quello della plastica costituisce un enorme problema, al pari della concentrazione eccessiva di gas serra nell’atmosfera, all’origine del riscaldamento globale e quindi della crisi climatica. Tutte le misure che si possono adottare rapidamente per dare respiro al pianeta devono essere sostenute con forza da cittadini privati, imprese e governi. Tuttavia non sarà possibile scongiurare la condanna che incombe sul nostro futuro se l’umanità tutta non sarà in grado, entro una decina di anni, di ripensare completamente il rapporto che ha instaurato con le risorse del pianeta, anteponendo ciò che è necessario per garantire un futuro sostenibile a ciò che è politicamente conveniente nell’immediato presente.

Quali in sintesi gli effetti negativi che più temi senza un rapido intervento? Cosa risponderesti ai negazionisti?

Difficile prevedere con precisione tutti gli esiti. Su questo tema consiglio di leggere gli ultimi rapporti dell’IPCC, che descrivono dettagliatamente le conseguenze future della crisi climatica, illustrando alcuni scenari possibili. Certo è che settori economici portanti di molti Paesi della fascia temperata, agricoltura, pesca, allevamento e le attività industriali dipendenti da questi, rischiano di essere messi in ginocchio con tutto ciò che ne consegue sul piano sociale e di ordine pubblico. Ai negazionisti non rispondo nulla perché le risposte ci sono già tutte. Non vale la pena di perdere tempo a discutere con chi deliberatamente boicotta il lavoro degli scienziati per difendere i propri meschini interessi politici ed economici. Salveremo il pianeta nonostante loro e anche per il loro futuro.

Pensi che la sensibilità ambientale sia migliorata tra la gente?

In questo momento credo che l’attenzione alla tematica ambientale sia decisamente migliorata, anche solo rispetto a poco tempo fa. Non credo però che la sensibilità delle persone nel quotidiano sia cambiata radicalmente. C’è ancora molta strada da fare e abbiamo intenzione di percorrerla con coraggio e determinazione. FFF è qui per questo.

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