Un cane abbandonato, i Gatti e Franzini: la favola Piace aspetta il lieto fine

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Quella che stiamo per raccontare è una favola. Di quelle che iniziano con “C’era una volta…”, ma di cui non si conosce ancora il finale.

E’ la storia di un cane che dopo aver vissuto in dimore ricche e prestigiose patisce la sorte del padrone e finisce solo ed abbandonato ed affida alla generosità di qualcun altro la sua sopravvivenza e quel po’ di calore e di amore così importanti per il suo futuro.

Delle sue membra sono rimaste solo un po’ di pelo e qualche ossa, ma quando tutto sembra perduto, perfino la propria esistenza, ecco il fortunato incontro con due…Gatti. Marco e Stefano. 
Sono due autentici sportivi, appassionati e generosi. Due fratelli capaci di farsi una posizione nell’imprenditoria grazie a felici intuizioni, grandi sacrifici e tanto coraggio.

Marco ha un passato sportivo solo a livello dirigenziale; Stefano, invece, è stato un buon calciatore a livello dilettantistico: era un difensore espressione del tempo, quando le entrate dello stopper erano all’insegna del “gambe o pallone”. Si esaltava particolarmente sui terreni pesanti, dove faceva valere la prestanza fisica ed uno spiccato agonismo. Nelle fila del Piacenza era cresciuto come giocatore nel settore giovanile ed i colori biancorossi gli si attaccarono sulla pelle per non abbandonarlo più e trasmettergli un amore ed una passione totale.

Il passaggio di consegne avvenne su un campo di calcio di periferia (quello della Libertas) in un giorno d’estate al cospetto di pochi fedelissimi amici del cane. I Gatti speravano e contavano sull’aiuto di altri compagni di avventura, ma furono pochi (ma buoni) coloro che diedero il conforto (economico) necessario, cosicchè il cane, dopo un primo iniziale successo, non tornava a correre ed abbaiare come un tempo.

Alla sua guida si erano susseguiti alcuni tecnici, qualcuno di valore come Venturato, senza che il progetto e le aspettative decollassero, finchè non arrivò colui che io considero l’uomo della Provvidenza”, quell’Arnaldo Franzini nato e cresciuto nelle nostre vallate (Val d’Arda), grande conoscitore di cacio e, soprattutto, di giocatori.

Le sue squadre (vedi Pro Piacenza) avevano ottenuto successi clamorosi, eppure il mister non ha mai assunto atteggiamenti da mago o da professore. Ascolta tutti con la stessa disponibilità ed umiltà (che nel calcio è sinonimo di saggezza), ma ha, soprattutto, le idee chiare su come si costruisce una squadra ed uno spogliatoio (ancor più importante del campo).
 Con Franzini il cane cominciò a mettere unghie e pelo nobile e riscuotere i primi successi di prestigio, ma non sufficienti a risvegliare antiche passioni…cinofile da parte di chi aveva vissuto una meravigliosa avventura ed era scettico che certi miracoli potessero ripetersi.

Ed eccoci ai giorni nostri con il cane, rinvigorito nelle forze e nel morale, che mette tra i suoi obiettivi un traguardo giudicato impossibile, certamente superiore alle sue forze: il ritorno tra i grandi. I primi risultati sono alterni, buoni, ma non tali da suscitare illusioni o entusiasmi. I suoi avversari sono più ricchi, numerosi e tecnicamente meglio dotati, ma non hanno il cuore ed il carattere del nostro cane e del suo condottiero.

Tante volte (5) in difficoltà lotta, mette l’anima e ribalta situazioni compromesse. Agli inizi vinceva soltanto in trasferta, quindi si mette a vincere anche in casa. Vince, vince e vince ancora, fino a scalare la vetta della classifica. Le sue vittorie sono autentiche imprese perché non derivano da una superiorità tecnica, ma da una volontà ed ad una forza morale di gruppo che finisce per conquistare e trascinare tutti, anche i più scettici.

Così il Garilli improvvisamente si riempie come ai bei tempi: come ai bei tempi sono le coreografie, gli entusiasmi ed i brividi che la squadra suscita. I vecchi e fedeli amici del cane sono un po’ gelosi della creatura che considerano loro e che hanno seguito con assiduità sui campetti di provincia. Adesso è facile e piacevole accarezzare un cane forte, bello e vincente. 
E’ più apprezzabile il servo fedele o il figliol prodigo? Il quesito non si pone, perché certe “impossibili” vittorie arrivano anche grazie all’ambiente che si riesce a creare.

Sabato anche per il Siena è importante vincere (per il piazzamento nei play off), ma all’Artemio Franchi a sostenere il Piacenza ci sarà tutta una città, una parte presente allo stadio, un’altra parte davanti ai televisori e tutti gli altri col pensiero e con il cuore.
 Ogni favola che si rispetti ha bisogno del lieto fine e la “banda Franzini” ha una grande, estrema volontà di farlo.

Al cielo sono cari gli eroi e la sorte non può che soddisfare i suoi desideri.

Luigi Carini

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