Morti sulle strade, Nel 2019 a Piacenza sono 9 (ad agosto). In calo rispetto all’anno scorso

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Morti sulle strade, aumentano in Regione ma a Piacenza sono in calo.

Leggendo l’analisi dell’Osservatorio regionale per l’educazione alla sicurezza stradale, si scopre infatti che se al 31 agosto in Emilia Romagna i dati complessivi riferiti alla mortalità sono in aumento – sono 202 le persone decedute nei primi otto mesi del 2019, a fronte delle 190 nello stesso periodo del 2018 – nella nostra città, nello stesso periodo, si è registrata una diminuzione.

Considerando tutte le categorie di mezzi e persone su strada (automobilisti, autisti mezzi pesanti, ciclo-motociclisti, ciclisti, pedoni, altri) il numero di vittime è passato da 13 a 9, il più basso in Regione. Tre di loro sono automobilisti, tre ciclo-motociclisti e tre pedoni.

Nel documento redatto dall’Osservatorio, si legge come “l’incidentalità stradale è un fenomeno purtroppo ancora presente nei nostri territori, generato da una serie di comportamenti errati e non conformi alle norme contenute nel Codice della Strada, che miete tutt’oggi troppe vittime.

Si può affermare – continua – che la situazione odierna, seppur fotografata da dati ancora provvisori, è preoccupante ed ha visto, dopo un inizio di anno positivo, una recrudescenza negli ultimi mesi. L’utente più coinvolto negli incidenti mortali è sempre l’automobilista che, con un trend in leggera crescita (da 77 a 84 vittime), costituisce il 41% del totale. Seguono i motociclisti che salgono da 46 a 58, (29%). Questo fenomeno, purtroppo, si ripete ogni anno quando, con l’arrivo della bella stagione, diventa più agevole muoversi sulle due ruote sia per gli spostamenti quotidiani e sia per raggiungere le località turistiche per le serate di evasione e divertimento durante i fine-settimana.

Tutto ciò, unito alla grande congestione di traffico che è possibile trovare sulla propria strada, può indurre a manovre che spesso risultano azzardate e con conseguenze mortali. In calo i pedoni da 36 a 30 (14%). Stabili i ciclisti che calano, con 19 vittime per entrambi i periodi (9%).

Da notare anche l’aumento degli autisti di mezzi pesanti che salgono da otto a undici vittime, evidenziando un problema crescente per questi tipi di veicoli, spesso al centro della scena per le conseguenze negative in termini di danni e ritardi alla circolazione, in maggior parte dovuto al mancato rispetto della distanza di sicurezza”. L’Osservatorio regionale si interroga poi anche sulle probabili principali cause e concause del fenomeno.

ABUSO DI ALCOL – “Segnaliamo il continuo aumento di incidenti mortali alcool correlati – si legge – . Guidare sotto l’influenza di alcol e stupefacenti incrementa il rischio di incidente del 35,9 volte e da recenti statistiche risulta che qualsi il 50% degli incidenti stradali mortali abbia proprio come concausa l’abuso di alcool e di sostanze stupefacenti. La novità è che il fenomeno colpisce prevalentemente la fascia di età over 40, mentre si è ridotto quello delle cosiddette “stragi del sabato sera.

Segnaliamo – spiega poi il documento – che una nuova direttiva europea renderà obbligatorio dal 2020, tra l’altro, l’alcollock che impedirà l’accensione del veicolo se il conducente ha assunto alcoolici oltre il limite di legge. Tutte le case automobilistiche dovranno dotare i nuovi veicoli (auto, furgoni, mezzi pesanti etc) che usciranno dalle loro sedi di tali dispositivi per la prevenzione di incidenti, tutelando automobilisti e pedoni.

MANCATO RISPETTO DELLA DISTANZA DI SICUREZZA – “Il mancato rispetto della distanza di sicurezza è un’altra causa di incidentalità – evidenzia ancora l’Osservatorio -. Circa il 45% degli incidenti in autostrada (dati definitivi 2018) vedono coinvolti veicoli commerciali e sono innescati da tamponamenti. Segnaliamo che il nostro Codice non riesce ancora a quantificare la distanza di sicurezza obbligatoria e viene addebitata l’infrazione di “insufficiente distanza di sicurezza” solo dopo che è avvenuto un tamponamento e le Forze dell’Ordine hanno verificato che la distanza era insufficiente. Così si va avanti all’infinito senza mai prevenire i tamponamenti”.

DISTRAZIONE – “La distrazione è causa o concausa di comportamenti che creano incidentalità – aggiunge poi il report – ; oltre l’81%. Ci sono tre grandi cause di distrazioni alla guida:

– Distrazioni manuali: tutte quelle azioni che non ci fanno tenere saldamente il volante con due mani come: maneggiare sigarette, navigatori, rasoi, trucchi, usare un cellulare, bere bibite o mangiare.

– Distrazioni visive: tutte quelle azioni che ci fanno allontanare lo sguardo dalla strada come: guardare il navigatore, leggere un sms, cercare qualcosa.

– Distrazioni cognitive: tutte quelle azioni che ci fanno perdere la concentrazione alla guida come: pensare a problemi, ripassare mentalmente un discorso, organizzare la giornata”.

ABITUDINARIETA’ DEL PERCORSO – “Altro particolare di non poco conto è l’abitudinarietà al percorso che porta ad un “distacco” della attenzione alla guida e ad una (falsa) sicurezza psicologica sulla “conoscenza” del percorso che ci induce ad una minore attenzione”, in particolare gli autisti dei mezzi pesanti. Il confronto fra i dati provvisori a nostra disposizione tra il primo semestre del 2018 e del 2019 conferma che siamo ancora lontani dal centrare l’obiettivo della “vision zero”.

AGGRESSIVITA’ STRADALE – “I vari esponenti delle Forze dell’Ordine – conclude il documento – affermano che è in costante aumento il fenomeno della aggressività tra i vari utenti della strada con insulti e minacce verbali e gestuali rivolte in particolare alle donne e agli anziani anche per futili motivi: ad esempio un contestato parcheggio, una ritardata partenza ai semafori. La presenza di questa cosiddetta road rage – rabbia stradale è anche causa di mancanza di attenzione alla guida. Occorre non sottovalutare azioni che noi riteniamo piccole e insignificanti, ma che se svolte quando si è sulla strada possono essere molto pericolose per noi e per gli altri”.

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