Piacenza torna a brillare di humor e sarcasmo con Satiri di Storie Festival

Piacenza torna anche quest’anno a brillare di humor e sarcasmo, con un appuntamento che ormai le appartiene: quello in compagnia di Satiri di Storie Festival, giunto alla sua terza edizione.

Un cocktail di sketch comici, spettacoli teatrali e musicali, momenti divulgativi, tutto all’insegna del divertimento e del motto di spirito graffiante, che animerà Piacenza e i suoi cittadini venerdì 20 e sabato 21 settembre.

Partito un po’ in sordina per mancanza di fondi, Satiri di Storie Festival riesce ancora una volta a spiccare il volo, crescendo in offerta e qualità. Tra riscoperta della tradizione satirica piacentina con la rivista umoristica “Tollèin Cuccalla” e ospiti di punta della satira ufficiale, Piacenza avrà quindi di che sorridere nei prossimi giorni.

A presentare il programma sono intervenuti, insieme all’assessore alla cultura Jonathan Papamarenghi, la direttrice artistica del festival Letizia Bravi, il presidente dell’associazione Diciottotrenta, Giulio Taroni, il condirettore generale della Banca di Piacenza, Pietro Coppelli, Eliana Ticchi di Gas Sales Energia e Massimo Berzolla, nipote di Bruno Italia, ultimo proprietario della rivista piacentina “Tollèin Cuccalla”. Erano inoltre presenti Carolina Migli e Letizia Bonvini, in qualità di collaboratrici all’organizzazione del festival.

“Non posso che complimentarmi – ha detto l’assessore Jonathan Papamarenghi – con l’associazione Diciottotrenta, con la direttrice artistica Letizia Bravi e con tutti coloro che da mesi si stanno adoperando per realizzare un’iniziativa così importante come questo Festival. Un evento che valorizza e riscopre un nodo particolare e di rilievo come quello della satira, andato un po’ perdendosi nel tempo. Che invece proprio Piacenza ci dà l’opportunità di rafforzare. Quest’anno con una mostra specificamente volta alla riscoperta della tradizione satirica piacentina, attraverso la rivista “Tollèin Cuccalla”“.

Congratulandosi per i brillanti risultati ottenuti nonostante la scarsità di fondi e ringraziando gli sponsor privati, l’assessore hai poi promesso il sostegno dell’amministrazione comunale per la prossima edizione del festival.

Giulio Taroni, dell’associazione culturale e ricreativa Diciottotrenta, ha sottolineato come “l’attenzione al pubblico giovanile rimanga anche quest’anno uno degli obbiettivi primari del festival. Tanto che diversi luoghi di Piacenza, molto amati dai giovani – “Baciccia, “Osteria della Balera” e altri ancora -si animeranno di vita e di risate”.

“Ho cercato di concentrarmi essenzialmente su due filoni- ha spiegato poi Letizia Bravi -: da un lato la tradizione piacentina e dell’altro la satira, oggetto del festival. È quindi in questa direzione che, nasce, anche grazie alla collaborazione dei volontari e delle altre organizzatrici del festival, la mostra visitabile il 20 e il 21 settembre, presso gli “Amici dell’Arte”. Un’esposizione incentrata su“Tollèin Cuccalla”, rivista satirica piacentina, uscita tra il 1905 e il 1950, a fasi alterne. Parallelamente parteciperanno al festival volti noti ed amati della satira ufficiale: dai redattori di Lercio, al Manuel Bongiorni di “Musica per bambini”, in un pop ad uncino, fino allo spettacolo di Saverio Raimondo, volto di punta di Comedy Central”.

Cos’è “Tollèin Cuccalla”? A chiarirlo è il suo leggittimo erede Massimo Berzolla, nipote di Bruno Italia, ultimo proprietario della rivista tra il 1948 e il 1950. “Tollèin Cuccalla” è una rivista satirica intitolata a una famosa maschera piacentina tradizionale nata nel 1905 – ha spiegato Massimo Berzolla -, una maschera che diceva sempre la verità in modo arguto, ma con innocenza, senza malizia; come la satira dovrebbe fare”.

“Mio nonno, con TipiItalia Srl, ha fatto rivivere la rivista dal 1948 al 1950, dopo anni di interruzione – ha proseguito Berzolla -, con la collaborazione del direttore Tino Ramelli e del capo redattore Enrico Sperzagni. Si tratta di un giornale satirico a tutti gli effetti, tanto da contenere un vero e proprio manifesto in merito e, sul primo numero del 1948, un articolo intitolato “Cuccallisti”, per indicare tutti i collaboratori anonimi del giornale. Evidentemente intenzionati a non rendersi riconoscibili nelle proprie invettive”.

“È proprio allo scopo di valorizzare ciò che mio nonno ha compiuto, le copie originali consevate, e per riuscire a diffondere questa importante testimonianza storica piacentina”- ha concluso- “che ho deciso di contattare Letizia Bravi, per collaborare insieme a questa nuova edizione di Satiri di Storie Festival. Con l’obiettivo di divulgare la rivista sarà anche possibile acquistarne un numero originale, presso la mostra agli “Amici dell’Arte”.

Carolina Migli, collaboratrice organizzativa dell’evento, ha poi suddiviso i diversi argomenti oggetto della rivista in tre grandi filoni: “titoli delle testate, vignette e pubblicità”. “Abbiamo scoperto delle perle – ha detto – che verranno lette e recitate all’apertura della mostra. Macchiette cittadine facilmente riconoscibili per il lettore, ma mai nettamente identificabili, offensive o volgari”. “A intrattenere il pubblico con un po’ di piacentinità ci sarà anche Marilena Massarini“, ha poi precisato.

Ma senza Letizia Bonvini e le sue ricerche, non si sarebbe potuto scoprire facilmente tutto il retroterra storico – culturale di”Tollèin Cuccalla”, ben anteriore al 1948 con Bruno Italia, e risalente al lontanto 1905. Un tesoro oggi conservato e consultabile presso la biblioteca Passerini Landi di Piacenza. “Una rivista locale – sottolinea Bonvini – che guarda già al panorama politico nazionale”.

Ora non resta che attendere il 20 e il 21 settembre: i cartelloni di Satiri di Storie Festival colorano già la città.

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